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Raggiodiluna ha scritto:E così da allora ogni anno prima che l’inverno rubi le foglie agli alberi, i folletti le colorano di queste tonalità meravigliose, un modo per vestire il grande bosco a festa!
(Valeria Bonora)
Raggiodiluna ha scritto:La Leggenda dell’Autunno: Ecco perchè la Natura Esplode di Colore
La leggenda dell’autunno
Tanto tempo fa un grande bosco era popolato da fiori, alberi, animali e folletti che giocavano insieme gioiosi, felici di assaporare il caldo dell’estate all’ombra del bosco.
Passeggiando tra gli alberi era anche possibile sentire qualche risatina di qualche folletto irriverente che non aveva paura di mostrarsi, ma col passare dei giorni il sole era sempre più basso all’orizzonte, e il caldo non era più così insopportabile, le ombre si allungavano e il buio arrivava sempre prima.
Tutti nel bosco sapevano che era giunto il periodo in cui si doveva smettere di giocare e trastullarsi, e di cominciare a fare provviste e prepararsi per il lungo e freddo inverno.
Gli animali si preparavano le tane e le riserve di cibo per il letargo, i folletti raccoglievano la legna e riempivano le dispense e gli uccellini si radunavano per organizzare il loro lungo volo verso le terre calde e ricche di cibo del sud.
Il fermento era tanto ma ogni tanto qualcuno si fermava a ripensare all’estate e ai giochi, sapendo che stavano per entrare nella stagione fredda e che non sarebbero potuti uscire per molto tempo.
Fra tutti questi folletti che correvano a destra e a sinistra con fascine di legna e provviste, c’era Timoty che pativa particolarmente questo periodo e lo rattristava al punto che cercava in tutti i modi di scacciare la tristezza, tanto che decise di organizzare una grande festa per salutare l’estate.
Corse subito ad avvisare gli altri folletti che trovarono l’idea di Timoty davvero interessante e tutti insieme si misero a colorare le foglie degli alberi con colori vivaci come il rosso e il giallo, cantando e gioendo ancora una volta tutti insieme.
C’era però qualcuno che che era titubante perchè aveva paura che gli alberi si potessero arrabbiare, erano sempre così seri, controllavano tutto dall’alto dei loro rami e sembrava che non ridessero mai…
Però l’entusiasmo del folletto non si ridusse ed escogitò di colorare gli alberi di notte, in modo che non si accorgessero di nulla.
Così quella notte tutti i folletti salirono sui rami e colorarono le foglie di tanti colori: giallo, arancione, rosso, marrone, chiare, scure e ne lasciarono qualcuna verde. Al mattino, quando il sole illuminò il bosco, lo spettacolo era meraviglioso, anche gli alberi erano senza parole.
La festa fu un successone, tutti nel bosco si entusiasmarono davanti a quello spettacolo di colori, risero e cantarono tutto il giorno fino alla sera quando i folletti dissero agli alberi che erano pronti a ridipingere le foglie di verde come prima.
Fu il grande castagno, il re del bosco, che chiese ai folletti di lasciarle così colorate, che erano bellissime e che non si erano mai divertiti tanto come in quel giorno, e che comunque da li a poco le foglie sarebbero cadute per l’inverno.
E così da allora ogni anno prima che l’inverno rubi le foglie agli alberi, i folletti le colorano di queste tonalità meravigliose, un modo per vestire il grande bosco a festa!
(Valeria Bonora)
Raggiodiluna ha scritto:
A "Tommaso".... (credo se vedo) dico solo...
"Mi dispiace che in te non sia rimasto niente di quando eri bambino....
T'immagino come un uomo duro, scostante, sempre sicuro di sapere tutto,
sempre pronto a "fare lezione" dall'alto di una cattedra, senza mai sorridere
e privo di quella "magia" che ognuno ha dentro di se, per accalappiare
l'attenzione e l'interesse d'ascolto di chi si ferma a parlare con te...
e così tutto ciò che ti rimane per sentirti ancora vivo, sono quattro parole
scritte, spesso offensive, su di un forum....
Prova ad usare di più il "Cuore", la "Fantasia" ed il "Rispetto" e vedrai
che all'improvviso la "Magia" che hai perduto tornerà in te...
Buona serata..."
Raggiodiluna
db_cooper ha scritto:Raggiodiluna ha scritto:
A "Tommaso".... (credo se vedo) dico solo...
"Mi dispiace che in te non sia rimasto niente di quando eri bambino....
T'immagino come un uomo duro, scostante, sempre sicuro di sapere tutto,
sempre pronto a "fare lezione" dall'alto di una cattedra, senza mai sorridere
e privo di quella "magia" che ognuno ha dentro di se, per accalappiare
l'attenzione e l'interesse d'ascolto di chi si ferma a parlare con te...
e così tutto ciò che ti rimane per sentirti ancora vivo, sono quattro parole
scritte, spesso offensive, su di un forum....
Prova ad usare di più il "Cuore", la "Fantasia" ed il "Rispetto" e vedrai
che all'improvviso la "Magia" che hai perduto tornerà in te...
Buona serata..."
Raggiodiluna
Bastava scrivere "sì", oppure "no".
Ma si sa che non rispondi (mai) in maniera diretta alle domande. Però ci riprovo: credi anche nell'arca di noe e tutto quel che ne consegue?
Per per quel che ti riguarda, non sono per nulla duro e scostante. E tanto meno, sempre sicuro di sapere tutto.
Non me ne fotte un cazzo della ggente, e non parlo spesso con sconosciuti. E a sparare sulla crocerossa, credimi, non ci si sente vivi. Anzi, oggi alla radio ho sentito un pezzo su un film tratto da un libro di Michael Ende. Quando ero bambino alle elementari la maestra Patrizia ce ne leggeva qualche pagina prima che suonasse la campanella. Credo sia stato in quel periodo, quando ho scoperto che il libro aveva i due serpenti che si mordono la coda a vicenda sulla copertina, che sono rimasto affascinato dalla lettura.
Ti metto qui il link che ti riguarda in particolare. Quando ero bambino, Gmork mi incuteva una paura fottuta. Ora ho capito che Gmork non è altro che la manifestazione di quelli come te.
Mork&Mindy ha scritto:ok basta così.
@raggiodiluna ti invito ad evitare gentilmente di supporre qualunque cosa riguardo gli altri utenti
Raggiodiluna ha scritto:
La differenza tra voler bene e amare spiegata da Il Piccolo Principe
Voler bene e amare sono entrambi sentimenti meravigliosi, ma diversi. Tutti (o quasi) abbiamo un proposito fermo e irremovibile nella nostra vita: amare qualcuno con tutte le nostre forze.
Ci pensiamo e lo desideriamo ardentemente per il semplice fatto che lo riteniamo il cammino giusto per la felicità. E non ci sbagliamo quando pensiamo che un attaccamento sano sia indispensabile per stare al mondo.
Tuttavia, per qualche motivo, finiamo per confondere il voler bene con l’amare; di conseguenza,riempiamo il nostro zaino emotivo di falsi “ti voglio bene” e di “ti amo” vuoti.
La saggezza emotiva nei dialoghi di Il Piccolo Principe
Saint-Exupéry, attraverso l’opera Il Piccolo Principe, ci regala un passaggio bellissimo, che oggi vogliamo proporvi con l’intenzione di fare luce su questa potente realtà emotiva che riguarda tutti noi.
«Ti amo» – disse il Piccolo Principe.
«Anche io ti voglio bene» – rispose la rosa.
«Ma non è la stessa cosa» – rispose lui. – «Voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno. Significa cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia.Voler bene significa rendere nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo che ci manca qualcosa.»
Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a seconda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi.
Se vogliamo bene a qualcuno, abbiamo alcune aspettative. Se l’altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male. Il problema è che c’è un’alta probabilità che l’altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali. Ogni essere umano è un universo a sé stante.
Amare significa desiderare il meglio dell’altro, anche quando le motivazioni sono diverse. Amare è permettere all’altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro. È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore. Per questo, l’amore non sarà mai fonte di sofferenza.
Quando una persona dice di aver sofferto per amore, in realtà ha sofferto per aver voluto bene. Si soffre a causa degli attaccamenti. Se si ama davvero, non si può stare male, perché non ci si aspetta nulla dall’altro. Quando amiamo, ci offriamo totalmente senza chiedere niente in cambio, per il puro e semplice piacere di “dare”. Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata può avere luogo solo se c’è conoscenza.
Possiamo amare qualcuno solo quando lo conosciamo davvero, perché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e la propria anima. E l’anima non si può indennizzare. Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell’altro, qual è la sua pace, quali sono le sue ire, le sue lotte e i suoi errori. Perché l’amore va oltre la rabbia, la lotta e gli errori e non è presente solo nei momenti allegri.
Amare significa confidare pienamente nel fatto che l’altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente: non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compagnia. Amare significa che non cambieremo né con il tempo né con le tormente né con gli inverni.
Amare è attribuire all’altro un posto nel nostro cuore affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico; amare è sapere che anche nel cuore dell’altro c’è un posto speciale per noi. Dare amore non ne esaurisce la quantità, anzi, la aumenta. E per ricambiare tutto quell’amore, bisogna aprire il cuore e lasciarsi amare.
«Adesso ho capito» – rispose la rosa dopo una lunga pausa.
«Il meglio è viverlo» – le consigliò il Piccolo Principe.
Un’altra interessantissima lezione a questo riguardo ci viene offerta dal buddismo. In esso si afferma saggiamente che, se si desidera un fiore, perché “gli si vuole bene”, lo si coglie e lo si porta con sé. Se lo si ama, invece, lo si innaffia ogni giorno e ci si prende cura di lui.
Per concludere, quando amiamo qualcuno, lo accettiamo per come è, restiamo al suo fianco e cerchiamo di lasciare sempre in lui tracce di felicità e di gioia. Perché i sentimenti devono venire dalla parte più profonda di noi per essere puri ed intensi.
Per questo motivo, è essenziale fare un esercizio interiore e chiederci se ci stiamo comportando nel modo giusto, se stiamo gestendo al meglio i nostri attaccamenti e i nostri sentimenti o se, invece, siamo confusi dalla smania di attribuire parole profonde e permanenti alle nostre relazioni.
Miss.Stanislavskij ha scritto:
ma 'sta roba la scritta Exupéry? O è una manipolazione?
Io non mi ricordo di questo passaggio.
Raggiodiluna ha scritto:Miss.Stanislavskij ha scritto:
ma 'sta roba la scritta Exupéry? O è una manipolazione?
Io non mi ricordo di questo passaggio.
Non ho letto il libro, lo farò...
Mi è piaciuto questo link e l'ho postato...
Un saluto...
Raggiodiluna
http://www.guarda.one/2016/09/07/la-differenza-tra-voler-bene-e-amare-spiegata-da-il-piccolo-principe/
Raggiodiluna ha scritto:
Vivi come l'ostrica: quando le entra dentro un granello di sabbia,
una pietruzza che la ferisce, non si abbatte...
Ma giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in una perla.
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