Silentio ha scritto:Certo skipper,
CHIEDO UFFICIALMENTE L'INTERVENTO DEI MODERATORI.
Ultima modifica di Spaitek il Gio 2 Dic 2010 - 20:57 - modificato 2 volte.
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Silentio ha scritto:Certo skipper,
Ultima modifica di Spaitek il Gio 2 Dic 2010 - 20:57 - modificato 2 volte.
Ah no eh.. Non è una questione di permalosità, è una questione di EQUITA' e COERENZA nell'applicare le regole.marimba ha scritto:*
BEh, in fondo vuol dire navigante... Mica sarei permaloso come il fornaretto...
Spaitek ha scritto:Silentio ha scritto:Certo skipper,
CHIEDO UFFICIALMENTE L'INTERVENTO DEI MODERATORI.
Spaitek ha scritto:Capisco che non sono valori
Ultima modifica di Silentio il Gio 2 Dic 2010 - 21:01 - modificato 1 volta.
Spaitek ha scritto:Mi aspetto grandi cose dai mod.
Silentio ha scritto:Spaitek ha scritto:Il solo fatto che si consideri la specie come "qualcosa che deve andare avanti" è frutto di un'opinione del tutto ideologica, non certo di un'osservazione scientifica!
Certo skipper, a dimostrazione di quanto oggettivamente asserisci, vi è anche l'oggettiva l'evoluzione Darwiniana.
Prima di appoggiare il ditino sulla tastierina, prova oggettivamente a pensare, cosa sicuramente difficile, magari comprederai anche la distinzione concettuale fra ambiente antropizzato e non antropizzato; e, di conseguenza, anche il discorso legato alla natura.
Un babbeo, anche se è molto babbeo, ha gli stessi sacrosanti diritti civili e morali perfino di una Divinità come me (anche uno come te, pensa un pò).
Uno gnu babbeo, anche se poco babbeo, nelle migliori delle ipotesi potrà esser fiero di contribuire alla dieta ipercalorica di qualche micettone.
Spaitek ha scritto:
Perchè, in una Paese dell'Unione Europea quale è il nostro, ancora non esiste la giusta EDUCAZIONE SCIENTIFICA su tali argomenti?
Ultima modifica di Silentio il Sab 4 Dic 2010 - 18:08 - modificato 1 volta.
marimba ha scritto:*
Ecco dov'era finito Sbavig....
marimba ha scritto:*
Disdire? Mica sono un abbonamento a Penthouse...
Vero. Questo è senza dubbio un fattore significativo: la millenaria presenza dell'intollerante ed omofobica ideologia cattolica. Ma nonostante questo, ancora mi stupisco del fatto che Piero Angela (tanto per citarne uno) non abbia ancora dedicato una puntata di Superquark a questo tema, così sentito di questi tempi. Sarebbe di una utilità sociale non indifferente fare un po' di chiarezza su concetti eticamente così importanti, e che ci riguardano così da vicino, dopotutto.Polvere come te se muoio ha scritto:Spaitek ha scritto:
Perchè, in una Paese dell'Unione Europea quale è il nostro, ancora non esiste la giusta EDUCAZIONE SCIENTIFICA su tali argomenti?
Mi pare ovvio che per il fatto che la Chiesa sia così vicina a noi, che abbia influenzato così tanto la nostra storia, cultura ed abitudini, è inevitabile ci siano ancora pensieri del genere.
Vero anche questo. E sottolineo un fatto importante: questa non è una mera questione di "diversità" culturale, ...è proprio una questione di avercela oppure no, una cultura, e una qualche forma di civilizzazione.Polvere come te se muoio ha scritto:
Se in altri Paesi hanno una maggiore apertura mentale, è proprio perché da loro c'è sempre stata un'altra cultura, sicuramente non narrow-minded come la nostra. Ma ci arriveremo. Come sempre con un secolo di ritardo, ma ci arriveremo.
Anche l'omosessualità può essere causa di un disordine psicologico, se il soggetto non accetta la propria condizione naturale. Anzi, detto meglio: la causa non è l'omosessualità in sè, bensì l'omofobia della società che gli sta intorno, che induce il soggetto a sentirsi un disadattato, coi problemi che ne conseguono. (E la mancanza di diritti è una di queste cause).xmanx ha scritto:
E così il consiglio direttivo dell'APA ha tolto dal settore delle patologie la pedofilia: la pedofilia è un disordine soltanto se il pedofilo soffre per la sua pedofilia.
marimba ha scritto:*
gne gne gne gne gne
Don Chisciotte 83 ha scritto:qua qua qua qua qua
xmanx ha scritto:Per contribuire alla discussione:
In questo delizioso forum c'è più di uno che sostiene che la pederastia (o pedofilia) non è un orientamento sessuale. Dice di sostenerlo con prove scientifiche e a dimostrazione di questo fatto riporta come fonte wikipedia.
C'è chi pensa che la pedofilia non sia più da considerarsi una malattia, ma soltanto un orientamento sessuale, uno status di diritto. L'Associazione Psichiatrica Americana (APA), insieme a rami della scuola europea e italiana, ha ritenuto che la pedofilia dovesse essere cancellata dall'elenco delle disfunzioni mentali e che gli stessi argomenti che avevano giustificato la cancellazione dal DSM (manuale scientifico di diagnostica) dell'omosessualità dovevano valere anche per la pedofilia. E così il consiglio direttivo dell'APA ha tolto dal settore delle patologie la pedofilia: la pedofilia è un disordine soltanto se il pedofilo soffre per la sua pedofilia.
Facciamo un po' di educazione civica
P.S. ah...ovviamente il tizio in questione di cui abbiamo una diapositiva ( ) sostiene che il suo pensiero è "oggettivo" e a riprova di questo fatto cita wikipedia
sacrosanta generazione internet
*marimba ha scritto:*
Ecco dov'era finito Sbavig....
xmanx ha scritto:Caro spaitek, non sono affatto omofobico. Per quanto mi riguarda gli omosessuali possono vivere la loro condizione senza che neppure ci sia bisogno che altri lo consentano. Non ha alcun senso, infatti, chiedere il consenso per una cosa del tutto normale.
Questo vorrei fosse chiaro una volta per tutte.
Ho parlato della pedofilia perchè - e tu lo sai bene - tu hai sempre sostenuto da un lato il pieno diritto a vivere il proprio orientamento sessuale (qualunque esso sia) e dall'altro il fatto che la pedofilia non è un orientamento sessuale. Ora...io ti ho dimostrato che la pedofilia è da più parti considerato un orientamento sessuale come gli altri...e che sono molti a sostenere - come fai tu - che, in quanto orientamento sessuale, è un diritto poterlo praticare liberamente.
Cio' che voglio dire è che una società si basa su una propria etica. Non c'è nulla di male nè di omofobico se una società sostiene che "il matrimonio" è un legame giuridico tipico ed esclusivo delle coppie etero. Soprattutto quando l'affermazione di questo principio non impedisce alle coppie omosessuali di vivere, convivere, passarsi le eredità ecc...ecc.. Anzi, diro' di più. Volere a tutti i costi che nel concetto legale di "matrimonio" sia incluso il matrimonio omosessuale è l'implicita ammissione di "debolezza" operata dagli stessi omosessuali.
Tu parli dicendo "sarebbe ora....". Io ti dico che sarebbe ora che gli omosessuali accettassero il fatto che sono "diversi" e che la loro "diversità" è una ricchezza. E che la smettessero - quindi - di voler scimmiottare le forme legali tipiche degli eterosessuali per voler essere "per forza" assimilati agli eterosessuali. Non c'è nulla di male nell'essere "diversi" e nel trovare forme legali "diverse" da quelle che per tradizione sono tipiche degli eterosessuali.
Per quanto riguarda la "pedofilia"...l'ho tirata in mezzo non per assimilare omosessualità e pedofilia. Questa è una operazione che fai nella tua testa. L'ho tirata in ballo per affermare il principio che non è assolutamente detto che "un mio desiderio diventa automaticamente un mio diritto". Infatti...pur riconoscendo la pedofilia come orientamento sessuale, lo stato non ammette rapporti sessuali nè matrimoni con minori.
PArtendo da questo affermazione sostengo che, ad esempio, la pretesa di voler adottare dei figli da parte di una coppia omosessuale è del tutto fuori luogo...se viene intesa come "diritto indiscutibile". Se ne puo' e se ne deve discutere. Ed è del tutto lecito avere dei dubbi sulla fattibilità della cosa. Ed è del tutto lecito che ci sia una corrente di pensiero largamente diffusa nella opinione pubblica che sia contraria a questo fatto.
Saluti padani.
Fonte: WIKIPEDIALa parola pedofilia deriva dal tema greco παῖς, παιδός (bambino) e φιλία (amicizia, affetto).
* In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella preferenza erotica[1] da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non lo sono ancora, cioè in età pre-puberale. Il limite di riferimento di età varia da persona a persona (poiché ogni individuo raggiunge la maturità sessuale in tempi diversi), ma oscilla generalmente tra gli 11 e 13 anni.
* Nell'accezione comune, al di fuori dall’ambito psichiatrico, talvolta il termine pedofilia si discosta dal significato letterale e viene utilizzato per indicare quegli individui che commettono violenza attraverso la sessualità su di un bambino, o che commettono reati legati alla pedopornografia. L'uso comune del termine è inesatto e può generare confusione. La psichiatria e la criminologia distinguono i pedofili dai child molester (molestatori o persone che abusano di bambini).[2][3] Le due categorie non sono sempre coincidenti. La pedofilia è una preferenza sessuale dell’individuo o un disturbo psichico, non un reato. La pedofilia definisce l’orientamento della libido del soggetto, non un comportamento oggettivo. Vi sono soggetti pedofili che non attuano condotte illecite, come si hanno casi di abusi su bambini compiuti da individui non affetti da pedofilia.
L'indagine del NIMH e pubblicazioni su riviste specializzate [modifica]
Il dott. prof. Gene G. Abel,[25] ordinario di Psichiatria alla Facoltà di Medicina dell'Università di Emory in Georgia e direttore della Clinica per i disturbi sessuali di Manhattan, ha realizzato per il National Institute of Mental Health (NIMH) ("Istituto Nazionale di Igiene Mentale degli Stati Uniti") il più grande studio al mondo sul fenomeno pedofilia. The Abel and Harlow child molestation prevention study[26][27][28] è durato otto anni ed è stato condotto su 16 mila adulti che hanno ammesso di aver molestato almeno un bambino. I risultati delle sue ricerche sono pubblicati sulle più importanti riviste di psichiatria mondiali, sul New York Times[29] e nel volume The stop Children molestation Book (Gene G. Abel, M. D. and Nora Harlow, edito da Xlibris 2001).[30]
Secondo i dati dello studio, i pedofili tenderebbero a modificare le loro attività sociali e lavorative scegliendo stili di vita e mestieri a contatto con i minori, in special modo occupando posizioni che permettano di ottenere agevolmente la fiducia dei bambini e genitori. In particolare un pedofilo adatta la propria professione alle proprie esigenze sessuali.
(EN)
« Molesters often become youth ministers, day-care workers, Boy Scout leaders, teachers, Big Brothers and pediatricians, He [a pedophile] is often an active Christian who is involved in his church.[31] »
(IT)
« I molestatori spesso diventano leader di gruppi giovanili, infermieri, capi scout, insegnanti, "Fratelli maggiori" e pediatri. [Un pedofilo] è spesso un fervente cristiano con ruoli all'interno della sua Chiesa. »
Nei casi riportati (distribuiti uniformemente per età, estrazione sociale, professione, credo religioso, etnia) il pedofilo è maschio nel 99% dei casi. Il pedofilo eterosessuale abusa in media di 19,8 bambine commettendo 23,2 atti sessuali. Il pedofilo omosessuale abusa in media di 150 bambini commettendo 281,7 atti.
Secondo due studi pubblicati sull'American Journal of Psychology e il Journal of Psychiatric Practice i bambini sviluppano problemi psicologici maggiori quando gli abusi vengono compiuti da figure genitoriali (amici di famiglia, preti o altre figure religiose, allenatori) o quando vengono condotti con l'uso di violenza e/o con contatti genitali.[32][33]
Per omosessualità si intende il comportamento o l'attrazione sentimentale e/o sessuale tra individui dello stesso sesso, a livello situazionale o in un'indole duratura. Nella definizione di orientamento sessuale, l'omosessualità viene collocata nel continuum etero-omosessuale della sessualità umana[1], e si riferisce all'identità di un individuo sulla base di tali attrazioni e dell'appartenenza a una comunità di altri individui che condividono le stesse.[2][3]
L'omosessualità si riscontra in molte specie animali.[4][5] La diffusione dell'omosessualità nella specie umana è difficile da determinare accuratamente, benché in molte antiche culture le relazioni omosessuali fossero altamente diffuse. Nel corso della storia, alcuni aspetti individuali dell'omosessualità sono stati ammirati o condannati, relativamente alle norme sessuali delle varie società.
Quando essa veniva elogiata, tali aspetti erano visti come un miglioramento per la società[6]; quando veniva condannata, particolari attività venivano viste come un peccato o una malattia, ed alcuni comportamenti omosessuali erano proibiti dalla legge.
La preferenza sessuale ha significato simile, ma è una definizione usata soprattutto da coloro i quali sostengono che la sessualità sia fluida e contenga un elemento di scelta, in contrapposizione a coloro i quali pensano che la sessualità sia determinata da fattori genetici e/o evolutivi appartenenti, in ogni caso, alla primissima infanzia.
In ambito psichiatrico, psicopatologico e sessuologico, con parafilia (dal greco para παρά = "presso", "accanto", "oltre" e filia φιλία = "amore", "affinità") si intende quell'insieme di manifestazioni della sessualità umana, rivolte a comportamenti o situazioni non direttamente connessi al fine riproduttivo tipico del sesso tradizionale, che sono o praticate su soggetti non consenzienti e/o caratterizzate dall'aspetto di dipendenza ossessiva-compulsiva.[1][2]
In mancanza di questi due specifici elementi, simili attività vengono considerate soltanto inusuali, senza necessariamente implicare che esse siano "sbagliate" o "malate".
Il termine parafilia è stato coniato per sostituire, all'interno di una classificazione scientifica più rigorosa, la vecchia definizione di perversioni o deviazioni sessuali, fra le quali erano state incluse anche l'omosessualità e altre forme di sessualità.
Clinicamente sono riconosciute otto maggiori forme di parafilia.[4][5] Secondo l'ultima edizione del DSM-IV, per essere considerata effettivamente come patologia, tale condizione deve ricorrere per almeno sei mesi e devono manifestarsi come la forma di sessualità esclusiva o prevalente del soggetto, interferendo in modo rilevante con la sua normale vita di relazione e causandone un disagio clinicamente significativo.
* Esibizionismo: il bisogno o il comportamento che porta all'esposizione dei propri genitali ad una persona ignara.
* Feticismo: l'uso esclusivo di oggetti non direttamente attinenti alla sessualità (es. scarpe, indumenti) o parti del corpo di una persona, al fine di innescare o aumentare l'eccitamento sessuale;
* Frotteurismo: il bisogno o il comportamento che porta a toccare o palpeggiare il corpo di una persona non consenziente;
* Pedofilia: l'attrazione sessuale verso ragazzi in età prepuberale o bambini prossimi a questa età;
* Masochismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante ricercato nel voler essere umiliati, provare dolore o soffrire in altri modi;
* Sadismo: bisogno o comportamento sessualmente eccitante nel produrre dolore o umiliazione della vittima;
* Feticismo di travestimento: eccitazione e/o piacere sessuale nell'indossare abiti del sesso opposto;
* Voyeurismo o scopofilia (più raro scoptofilia): il bisogno o il comportamento che porta a spiare persone ignare mentre sono nude, in intimo o impegnate in attività/rapporti sessuali;
Altre forme meno comuni sono raggruppate sotto la dizione Disordini Sessuali, quali:
* acrotomofilia (attività sessuali con persone artrolese o con handicap),
* apotemnofilia (desiderio sessuale di avere uno o più arti amputati o di apparire come se così fosse),
* catafilia (sottomissione al partner),
* cateterofilia (uso di cateteri),
* clismafilia (clisteri),
* coprofilia (feci),
* dendrofilia (attrazione sessuale per gli alberi)
* efebofilia (adolescenti o soggetti efebici),
* efefilia (feticismo della stoffa),
* flatulofilia (flatulenze),
* fobolagnia (situazioni di paura),
* gerontofilia (persone anziane),
* iconolagnia (immagini pornografiche),
* mixacusi (ascoltare rumori di una coppia impegnata in attività sessuali),
* necrofilia (cadaveri),
* ospressiofilia (sudore),
* parzialismo (attenzione esclusiva per una parte del corpo), ad esempio:
o crurofilia (osservare o accarezzare gambe nude),
o rinofilia (eccitazione esclusiva da contatti con il naso),
o tricofilia (feticismo del capello, eccitazione esclusiva nel toccare peli o capelli altrui),
* patofilia o nosofilia (persone portatrici di malattie, anche trasmissibili come le MST, v. Sindrome di Samo),
* pluralismo o partouze in francese (orgia o sesso di gruppo),
* scatologia telefonica (telefonate oscene),
* triolismo o triolagnia (osservare il proprio/a partner in attività sessuali con un'altra persona),
* saprofilia (attrazione verso cibi o sostanze organiche putrefatte o marcescenti),
* urofilia o pissing (urina),
* zooerastia o zoofilia erotica (animali).
L'omosessualità era precedentemente elencata come parafilia nel DSM-I e DSM-II. In seguito alle pressioni delle organizzazioni Omosessuali e con il consenso degli psichiatri è stata tolta nelle edizioni successive (in ogni caso il DSM è tuttora sottoposto a numerose critiche per alcune categorizzazioni, quali questa della parafilia, ritenute non sufficientemente comprovate e circoscritte come forme di disturbo mentale). Un disordine clinico dell'ansia causata dalla repressione dell'omosessualità fa ancora parte del manuale.
«Infine, è opportuno precisare che, nonostante la tendenza a credere che le parafilie siano un disturbo prettamente maschile, la realtà clinica contraddice questa convinzione. Infatti, anche alcuni casi di disturbo parafilico hanno riguardato il sesso femminile come, ad esempio, il feticismo di travestimento (si riporta il caso di una coppia la cui partner era solita, durante i rapporti sessuali, indossare abiti maschili “costringendo” l’uomo ad indossare biancheria intima propria dell’altro sesso).»[6]
Ultima modifica di CignoNero il Dom 5 Dic 2010 - 13:42 - modificato 3 volte.
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