mondogiocoso ha scritto:Salve, vorrei confrontarmi sulla questione Narci vs Narci ..qualcuno mi può rispondere? Gradirei anche un approfondimento di Victorinox che mi sembra molto ferrato in merito..grazie
mondogiocoso ha scritto:ho scoperto di essere narcisista..da sola..poi mi sono rivolta a un terapeuta che dopo solo poche sedute mi ha congedata ringraziandomi per la collaborazione e per l'elevato grado di integrazione raggiunto. Ma non si guarisce da questo disturbo. E' molto, molto complesso..e si finisce per manipolare inconsciamente il terapeuta stesso. La mia relazione è fallita e sono settimane che studio l'argomento..schemi di ricattura, manipolazioni, origini e altro..Non riesco a sciogliere dei nodi. Non capisco se anche la persona con la quale avevo una relazione ha invertito rotta o se ho portato io la cosa in tale direzione o ancora se cerco ragioni per.
Innanzitutto benvenuto Mondogiocoso.
Sono lieto di aver trovato un interlocutore interessato all'argomento e dotato di uno sguardo interno ad esso.
Ritengo che molti di noi, come te, potrebbero adottare un punto di vista interno al problema, ovvero che quasi tutti abbiamo tratti narcisistici anche fortemente marcati, ma che in pochi lo facciano per mancanza di consapevolezza. Trovo positivo che tu l'abbia maturata, a prescindere da quelli che erroneamente vivi come fallimenti terapeutici.
Di fatto quei momenti non sono inceppi, a meno che tu non li renda tali, ma occasioni. Ogni volta che rompi un rapporto terapeutico, è perchè in quel momento è venuto un nodo al pettine. Ma il problema sono i nodi. Il narcisismo è un nodo. Fai bene a partire da lì nell'interrogarti sul tuo vissuto e sulla tua esperienza terapeutica. Tornando ai nodi, se il pettine si è inceppato dipende dalla mano che pettina e dai capelli. La mano che pettina è la coppia terapeutica. I capelli la resistenza. Ogni problema si auto protegge perchè costituisce uno schema interpretativo del reale e ogni volta che ne smantelliamo una, per un certo lasso di tempo stiamo peggio e non meglio, perchè dobbiamo ristrutturarci.
A prescindere dal terapeuta ( che può essere abile o poco abile, affine o non affine, essendo umano a sua volta) devi permanere nella coppia terapeutica durante la rottura, devi portare la rottura nella terapia. Questo a livello concreto significa non abbandonarla, o abbandonarla e tornare. Ho visto porte sbattute tanto da staccarne lo stipite e persone ritornare dopo qualche mese. Rompere la porta è stato utile.
Il confronto con l'utente Yale qui, preparata ma di certo non morbida e accondiscendente nel relazionarsi a te, ha palesato una dinamica per certi versi equiparabile.
Riguardo alla manipolazione del terapeuta, è un rischio forte con pazienti narcisisti per due motivi: la loro intelligenza e la percezione che hanno di se stessi. La prima eventualità espone il terapeuta al rischio della fascinazione, la seconda espone il paziente al rischio della mistificazione della realtà. Riguardo alla prima eventualità, non dimenticare che ogni psicoanalista ha condotto un'analisi didatta che lo mette in grado di riconoscere in se il riverbero dell'analisi condivisa dal paziente. Ogni terapia è anche una sua terapia, una vostra terapia. Quindi non temere l'umanità altrui purchè questa sia accompagnata da onestà professionale. Riguardo alla seconda eventualità, essa comporta il rischio che tu ritenga a torto di manipolare il terapeuta. Tieni presente che il narcisismo implica proprio la difficoltà di riconoscere gli altri con qualcosa di differente dalla nostra fantasia di loro e che questa fantasia è congegnata per sostenere un se grandioso. Quale fantasia è più consona di quella di un terapeuta manipolato? Il primo modo di rompere questa prigione di fantasie che sta inaridendo la tua vita è iniziare ad ascoltare le parole sgradite degli altri.
Per qualsiasi cosa chiedi pure.
Non ho nessuna risposta in mano ma mi fa piacere parlare con te.