Rupa Lauste ha scritto:questa considerazione si basa su esperienza diretta/indiretta o hai magari una letteratura da suggerire?doctor faust ha scritto:Intanto mi piacerebbe non si continuasse con questa leggenda metropolitana che due gemelli omozigoti possono diventare molto diversi fra di loro, perche non e' vero.
Ma c'é un altro punto che non mi convince in questa affermazione e cioé l'utilizzo della parola "differenza" e il peso che puó avere in tutto questo discorso.
Siamo veramente in grado di verificare , qualora ci dovessero essere delle differenze, se la causa di queste differenze é genetica o ambientale? A mio avviso no.
E poi quando si puó dire che la differenza é "molta"? c'é un metro di paragone? basta dire che un gemello é diventato medico e l'altro cantante per considerarli molto diversi tra loro?
Gli studi attuali sono contraddittori. Io mi baso sull'osservazione di quei casi di cui sono a conoscenza.
Autori storici sono Dalton, Jensen, Mendele. Non so se anche Lombroso ha fatto ricerche in proposito.
Penso che si sia in grado di verificare le "differenze" o la mancanza di queste. Basta riferirsi ad aspetti oggettivi, come l'intelligenza pratica, la postura, le espressioni, la tendenza politica di fondo[egoismo, altruismo], i rapporti col prossimo, la salute generale.
doctor faust ha scritto:
Per un motivo semplicissimo e verificabile da tutti: se contruisco due fiat punto dello stesso modello, al massimo sono gli optional che potro' variare, ma le caratteristiche del modello saranno uguali.
Il paragone non regge. il funzionamento di una macchima, ma anche di un automa se proprio vogliamo allargare i discorso, si basa su modelli/prerogative/algoritmi ben precisi. Un'auto nasce per trasportare un individuo da A a B. punto. il suo grado di evoluzione, condizionamento dall'ambiente circostante e diversificazione é praticamente pari a zero.
Due esseri umani identici si basano su algoritmi ben precisi. Devono campare e svilupparsi secondo le inclinazioni, contro l'ambiente ostile e sfruttando l'ambiente favorevole.
doctor faust ha scritto:
Non sono ipotizzabili eventuali incidenti di persorso, ma ambedue avranno piu' o meno la tessa durata di vita, gli stessi difetti di costruzione, e le stesse prestazioni.
Discorso che funziona come potrebbe funzionare un modello astratto. La realtá non é cosí. i sistemi inerti non esistono. anche due modelli Punto apparentemente identici potranno dare risultati diversi.
questo per una serie di variabili giá presenti in fase di produzione.
Se dovesse succedere vuol dire che la progettazione e' una schifezza.
Nei gemelli identici la progettazione e' garantita da centinaia di migliaia di anni di tentativi e scarti evolutivi.
beh se mi dici simile...allora sono d'accordo. ora immagino siamo tutti d'accordo nel conferire al patrimonio genetico di un individuo una importanza fondamentale per la crescita di una persona. Ma per una serie di ragioni che ci allontanano dai modelli astratti e ci avvicinano all'imprevedibilitá degli eventi del reale credo di poter dire che il contesto ha un'importanza decisiva nello sviluppo della persona.doctor faust ha scritto:
IL cervello di due omozigoti e' costruito allo stesso modo, per cui la mente che ne scatuisce, e' simile e sotto certi aspetti, sovrapponibile.
Per cui tutte le predisposizioni che un individuo ha, tutte le potenzialitá che sicuramente avrá sono nulla se vengono inibite dall'ambiente circostante.
Ora non é che i Vichinghi erano navigatori in nome del proprio DNA.
Se le condizioni ambientali sono estreme, il soggetto muore e basta.
Se invece permettono di vivere, le tendenze innate determineranno il comportamento di quel soggetto in ogni condizione ambientale, Se e' coraggioso, sara' coraggioso. Se e' determianato, lo sara' in ogni circostanza, se e' passivo e vile, lo sara' in ogni circostanza.
Don Abbondio dice:- Se il coraggio non c'e', come si fa a darselo?-
I vichinghi erano uguali a tutti gli altri sapiens. Ma stare per generzioni su una scogliera e dipendere dal mare ha selezionato un gruppo di sapiens vichingo propenso al coraggio e all'avventura.
doctor faust ha scritto:
Per tutto il resto vale una considerazione: Tutti noi conosciamo dei coetanei. Forse li abbiamo avuti compagni di scuola fin dall'asilo, e magari li abbiamo potuti seguire nelle fasi della loro vita.
Quanti hanno stravolto l'opinione iniziale che vi eravate fatti su di loro?
io sinceramente in quest'ultima considerazione non mi riconosco. primo per esperienza personale. secondo per esperienze indirette.
Caratterialmente sono diventato l'opposto di quello che sono stato fino a 18 anni e non credo che questa "virata caratteriale" si possa imputare al semplice e naturale processo di crescita.
Probabilmente si, rispetto ai diciotto anni [ristrutturazione adolescenziale], ma soprapponibile nei comportamenti di base di quando eri fanciullo.
Ma credo che il problema sia di nuovo quello di conferire il giusto valore al termine "differenza".
Probabilmente un grande calciatore non diventerá mai un gran pianista. Ma non diventerá nemmeno un grande calciatore se il contesto "socio-familiare" (tanto per collegarmi alle origini del topic) gli sará ostile.
Non e' questione di diventare calciatori o pianisti, ma se avere un'indole esuberante e atletica, o un'indole laconica, vaga e contemplativa.
Spesso ci si perde perche si pensa che parlare di caretteri innati voglia dire prevedere che il figlio del ciabattino nasca gia' con la propensione ad aggiustare le scarpe.
Ovviamente parlare di caratteri innati non si riferisce a questo.