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L'intrinseca influenza socio-familiare nello sviluppo individuale

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1
Silentio
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Viandante Storico
Viandante Storico
Questa filosofia, che vorrei portare alla vostra conoscenza, prende piede verso la metà del 1800 a partire dal principio secondo cui il carattere dell'uomo non è fatto da lui ma per lui.

L’idea di fondo è che nessuno sia in grado di formare da sé il proprio “carattere”, in quanto quest’ultimo è il risultato dell’ambiente sociale nel quale ciascun individuo cresce. Ogni “carattere”, dal migliore al peggiore, può essere riprodotto in qualsiasi comunità, applicando i mezzi e strumenti non solo didattici ma propri della morfologia della sovrastruttura antropizzata di volta in volta più opportuni. Diviene conseguenziale notare come tali mezzi e strumenti restano propri di quegli ambienti maggiormente favoriti da un insediamento evoluto sotto il profilo sociale. Poiché la pigrizia esistenziale, la delinquenza, la sofferenza, la cattiveria sono solo la conseguenza necessaria dell’ignoranza e della povertà, diviene logico pensare che la colpa del radicamento stesso di tali atteggiamenti non vada attribuita ad una scelta consapevole ed operata dal proprio sé ma da un’errata linea guida perpetrata all’origine della formazione dell’individuo. In altre parole il carattere viene formato da circostanze su cui egli non ha controllo; egli non può essere né lodato né biasimato per il suo carattere. Questi principi portano alla conclusione pratica che il grande segreto per la giusta formazione del carattere umano è di sottoporlo fin dai primissimi anni alle corrette influenze fisiche, educativi e relazionali.

Questi principi - della irresponsabilità umana e dell'effetto delle influenze precoci - formano la base dell'intero sistema educativo e di miglioramento sociale proposto dall’economista e filosofo Friedrich Engels, a partire dalle analisi socio–economiche condotte sulle condizioni di vita della sempre più vasta classe proletaria della metà dell‘800.
A tal proposito, fra i vari manoscritti e libri è duolo evidenziare quanto Egels scrisse nel 1845, in collaborazione col filosofo tedesco Karl Marx “Ideologia tedesca. Critica della più recente filosofia tedesca nei suoi rappresentanti Feuerbach, B. Bauer e Stirner e del socialismo tedesco nei suoi vari profeti”, manoscritto in cui viene aspramente criticata la linea filosofica di Feuerbach, che fino ad all’ora aveva trovato ampio consenso. Uno splendido passaggio che riassume il totale distacco da quegli ideali che vedono gli uomini come individui ancora astratti e indeterminati, cita:

"La produzione delle idee, delle rappresentazioni, della coscienza, è in primo luogo direttamente intrecciata all'attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini, il linguaggio della vita reale. Le rappresentazioni e i pensieri, lo scambio spirituale degli uomini appaiono qui ancora come emanazione diretta del loro comportamento materiale. Ciò vale allo stesso modo per la produzione spirituale, come si manifesta nel linguaggio della politica, delle leggi, della morale, della religione, della metafisica ecc...di un popolo. Sono gli uomini i produttori delle loro rappresentazioni, idee.... La coscienza non può mai essere qualcosa di diverso dall'essere cosciente e l'essere degli uomini è il processo reale della loro vita.... La morale, la religione, la metafisica e ogni altra forma ideologica, e le forme di coscienza corrispondenti....non hanno storia, non hanno sviluppo, ma sono gli uomini, sviluppando la loro produzione materiale e le loro relazioni materiali, a trasformare, insieme con la loro realtà, anche il loro pensiero e i prodotti del loro pensiero. Non è la coscienza a determinare la vita, ma è la vita a determinare la coscienza degli uomini".

Partendo da questi esempi che la storia filosofica ci offre - estrapolati da un contesto in cui le necessità miravano soprattutto a migliorare un sistema capitalistico fortemente debellante per la classe proletaria - le mie intenzioni sono quelle di adoperarle per invitare la collettiva utenza ad aprire un dibattito incentrato sull’individualità come prodotto del contesto socio-familiare.
Quanto possa essere vero, in che misura avviene ed in che misura un ambiente malsano rispetto alle consuetudinarie forme sociali occidentali può rendere irreversibile un processo di disgregazione "caratteriale".

Qualora siate giunti qui (auspicandomi che non sia avvenuto attraverso la lettura del primo e ultimo rigo, come di mio consueto), è opportuno chiedervi: chi cazzo ve la fatto fare?

2
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Silentio ha scritto:
il carattere dell'uomo non è fatto da lui ma per lui.


"Ogni uomo è ciò che fa,
di ciò che è stato fatto di lui ".......semmai

3
Blasel
Blasel
Banned
Banned
La logorroica per antonomasia ha condensato, anzi sintetizzato il suo pensiero in poche parole! Sorriso Scemo

Non c'e' piu' religione! rotolarsi dal ridere

Effettivamente la famiglia condiziona l'individuo ma...

Vediamo un po' le tappe :

1) nella prima infanzia il padre e la madre sono il creatore ed i depositari della scienza, del potere assoluto

2) durante l'eta' scolare si incomincia a conoscere 'il mondo' e ci si rende conto delle proprie dimensioni, quindi anche di quelle della propria tribu'

3) e' nell'adolescenza che avviene l'ingrato passaggio (o almeno dovrebbe avvenire) che ci vede diventare adulti e fare le nostre scelte

4) con la maturita' la nostra vita e' collegata alle origini familiari soltanto dalle relazioni affettive, avendo una nostra ben distinta personalita'

5) divenuti genitori cercheremo di trasmettere ai nostri figli, il nostro passato, avendolo setacciato e quindi eliminato, cio' che abbiamo ritenuto meno positivo per la nostra formazione.

Facile a scrivere e a dirsi, un po' piu' difficile da realizzare.

4
Silentio
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Viandante Storico
Viandante Storico
blasel ha scritto:
Facile a scrivere e a dirsi, un po' piu' difficile da realizzare.

Mi hai elencato le fondamenta, i pilatri, le travi ed i solai ed infine il tetto. Cosa accade se mancano le fondamenta?

5
Blasel
Blasel
Banned
Banned
@ silentio : no, ti sbagli, le fondamente non possono mancare, anche in mancanza dei genitori (orfano o abbandonato), potranno essere una chiavica, per dirla alla maniera del nostro dialetto, ma non mancano di certo.

Sara' piu' arduo il cammino, meno agevolato rispetto ad altri, ma per alcuni, a seconda di come si osserva, potrebbe anche essere stato un bene.

Un padre fece salire su di un armadio il proprio figlio e gli disse di buttarsi giu' perche' lo avrebbe preso in braccio, il figlio eseguì, ma il padre si scanso' dicendogli che gli aveva spiegato la lezione che nella vita non c'e' da fidarsi neppure del proprio padre....

Dei Davide Copperfield e' pieno il nostro pianeta

6
Leda
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Viandante Storico
Viandante Storico
blasel ha scritto:5) divenuti genitori cercheremo di trasmettere ai nostri figli, il nostro passato, avendolo setacciato e quindi eliminato, cio' che abbiamo ritenuto meno positivo per la nostra formazione.

E chi non diviene genitore, che se ne fa della propria estenuante esperienza di vita?

7
Διόνυσος
Διόνυσος
Viandante Residente
Viandante Residente
come mio uso non ho letto il post perche`piu`lungo di quanto un individuo -sano- dovrebbe essere disposto a tollerare .
andro`eloquendo riguardo il titolo che hai scritto e ti diro`una cosa .

ogni uomo e`un terreno .
sebbene la qualita`dei germogli sara`influenzata dalla tipologia della pianta che lorsignori vi pianteranno...molto dipendera`dal mineralogramma e consistenza della terra ove i suddetti virgulti troveranno dimora.

tu puoi coccolare un cobra e pensare di aver fatto un buon lavoro ,ma alla fine...egli ti mordera`le palle a sangue...oppure addestrare alla violenza un pigolante cucciolo di gallina e finire a macerarti nella delusione per le scarse performance nel pit da lotta.

non si va contro la mappa
non lottare contro il vento del codice

la genetica subisce l'imprinting ambientale ..seguendo pero`le direttrici forgiate dalle stelle sopra di noi .

8
vanth
vanth
Viandante Storico
Viandante Storico
interazione genotipo-ambiente
correlazione genotipo-ambiente (di tipo attivo , passivo ed evocativo)
modificazioni ambientali dell'espressione genica

hai voja silè..

9
Silentio
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Viandante Storico
Viandante Storico
Διόνυσος ha scritto:come mio uso non ho letto il post perche`piu`lungo di quanto un individuo -sano- dovrebbe essere disposto a tollerare .
andro`eloquendo riguardo il titolo che hai scritto e ti diro`una cosa .

Le confiderò un segreto, faccia come me: legga primo e ultimo rigo, resti sul generale è farà fesso e contento chiunque.

ogni uomo e`un terreno .
sebbene la qualita`dei germogli sara`influenzata dalla tipologia della pianta che lorsignori vi pianteranno...molto dipendera`dal mineralogramma e consistenza della terra ove i suddetti virgulti troveranno dimora.

tu puoi coccolare un cobra e pensare di aver fatto un buon lavoro ,ma alla fine...egli ti mordera`le palle a sangue...oppure addestrare alla violenza un pigolante cucciolo di gallina e finire a macerarti nella delusione per le scarse performance nel pit da lotta.

non si va contro la mappa
non lottare contro il vento del codice

la genetica subisce l'imprinting ambientale ..seguendo pero`le direttrici forgiate dalle stelle sopra di noi .

Fra complessi e piroettici artifici linguistici, che tanto si confano al suo anonimo e poco criptico linguaggio, le rispondo si e no.
L'esempio avanzato è stato pescato in un ambiente ove incide il fattore genetico in modo molto più predominante rispetto a quello vostro umano, per 2 motivi.
La razza umana è sicuramente fra quelle più complesse, ma è anche fra quelle più vulnerabili durante la crescita oltre che richieder un più complesso e lungo periodo di apprendimento; in altri termini, è elevato la capacità di immagazzinare informazioni, ma è anche quasi del tutto vuoto il pacchetto al momento della nascita.
Gli animali, in parte anche per le esigenze di adattamento agli ambienti ostili, ha buona parte dell'instintualità conservata nella genetica; un cavallo dopo qualche minuto dalla nascita sa camminare. Un poppante umano no.

Un secondo fattore che rende non del tutto esatta la sua teoria è la divesità di razze considerate; queste hanno differenze genetiche molto più marcarcate rispetto alle differenze riscontrabili fra le diverse etnie della medesima razza umana.

In conclusione, il fattore genetico è indispensabile, ma diventa anche marginale in funzione della grande capacità di modellamento derivante dall'immagazzinare informazioni. Ovviamente possono esserci singoli casi a smetire questo, ma sul piano generale è trovo statisticamente più esatto quanto da me osservato.

Ricordandole il consiglio del primo rigo, che rimanda all'ultimo rigo, riassumo: a ritt na strunzat.

p.s. ovviamente il tema è stato impostato in modo volutamente ampio e generico in modo da direzionarsi nelle più svariate interpretazioni che ognuno si sente di dare, senza rinchiudersi in se stesso o ripiegando su opinioni falsati da dinamiche personali.

10
vanth
vanth
Viandante Storico
Viandante Storico
le tue prime argomentazioni sensate, nonchè empiricamente supportate



con il viso rigato di lacrime, ti lascio le mie più vive

congratulazioni!

11
Διόνυσος
Διόνυσος
Viandante Residente
Viandante Residente
quella umana ,mi duole ricordarglielo in tale rude modalita`, e` una specie .
non una razza.

lei e`intelligente ma si applica troppo


suborandola come cucciolo non alfa le consiglio piu`mitezza e concordanza strategica.

12
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Leda ha scritto:

E chi non diviene genitore, che se ne fa della propria estenuante esperienza di vita?

Ci sono bambini d'appertutto che aspettano una mamma. Spesso hanno anche 30 o 40anni.

Διόνυσος ha scritto:

non si va contro la mappa
non lottare contro il vento del codice

la genetica subisce l'imprinting ambientale ..seguendo pero`le direttrici forgiate dalle stelle sopra di noi .


E gia'. L'ambiente puo' solo plasmare una pasta che c'e' gia', e quella pasta quella e'. Non un'altra.

13
vanth
vanth
Viandante Storico
Viandante Storico
doctor faust ha scritto:



E gia'. L'ambiente puo' solo plasmare una pasta che c'e' gia', e quella pasta quella e'. Non un'altra.

definire riduttiva un'affermazione del genere è poco..


signori cari,
l'ambiente è in grado di modificare l'espressione genetica.

14
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
vanth ha scritto:
doctor faust ha scritto:



E gia'. L'ambiente puo' solo plasmare una pasta che c'e' gia', e quella pasta quella e'. Non un'altra.

definire riduttiva un'affermazione del genere è poco..


signori cari,
l'ambiente è in grado di modificare l'espressione genetica.



solo per alcuni geni secondari e fenotipici.

Certo, poi ci sono viirus, sostanze cancerogene, radiazioni...ma va sempre a finir male.

Che poi la sommatoria di cambiamenti nei geni fenotipici portino a cambiamenti strutturali evidenti, e' certo. Ma nel corso di tempi biblici e non nell'individuo gia formato.

E cosi che il dinosauro corridore e' diventato uno struzzo.

15
Διόνυσος
Διόνυσος
Viandante Residente
Viandante Residente
per non parlare del volto di mikey rourke.
attore magnifico ma dal viso ormai simile al polpettone che cucinava mia nonna .

16
vanth
vanth
Viandante Storico
Viandante Storico
doctor faust ha scritto:



solo per alcuni geni secondari e fenotipici.

geni fenotipici??

faust! che te sei fumato?
è come dire malattie sane..fai un pò te..


Certo, poi ci sono viirus, sostanze cancerogene, radiazioni...ma va sempre a finir male.
e infatti qui si parla di influenza socio-familiare e non di personalità già strutturate

e di disturbi psichici che, per antonomasia, coinvolgono interazioni poligenetiche e ambientali e non di mutazioni a gene singolo


Che poi la sommatoria di cambiamenti nei geni fenotipici portino a cambiamenti strutturali evidenti, e' certo. Ma nel corso di tempi biblici e non nell'individuo gia formato.





E cosi che il dinosauro corridore e' diventato uno struzzo.




no.
è cosi' che scimmie reshus geneticamente vulnerabili ad ansia e depressione, se allevate in ambienti di accudimento sensibili e responsivi, diventano dominanti in età adulta.






17
Silentio
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Viandante Storico
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Vogliate perdonarmi una mia tardiva risposta, ma sono stato in perenne meditazione su cosa rispondere.

vanth ha scritto:le tue prime argomentazioni sensate, nonchè empiricamente supportate

con il viso rigato di lacrime, ti lascio le mie più vive

congratulazioni!

Attenta alla sua sanità in questo plauso, non vorrei che le fredde lacrime, che solcano il suo tenero ed innocente viso, la possano deturpare.

Διόνυσος ha scritto:lei e`intelligente ma si applica troppo

Penso altrettanto di lei, anche se non per la prima parte dell'osservazione, mi perdoni.

suborandola come cucciolo non alfa le consiglio piu`mitezza e concordanza strategica.

Gia, spece se, di fronte a tanto sfoggio di un complesso linguaggio criptico, si è costretti a fare ploff (non so se ha presente quando si trova al bagno), con una futile osservazione su razza e spece. Errore reale, ma che nulla toglie all'incloncludenza del suo mistico discorso.


vanth ha scritto:no.
è cosi' che scimmie reshus geneticamente vulnerabili ad ansia e depressione, se allevate in ambienti di accudimento sensibili e responsivi, diventano dominanti in età adulta.

No, ploff
Se lei prende una scimmia, ad esempio lei, è la fa crescere in cattività, ove l'ambiente è estremamente sensibile e responsabile, saprà riadattarsi in natura?
Vede, anche la sensibilità può essere frutto del condizionamento esterno e tal volta può divenire addirittura vulnerabilità, dovuto alla crescita in ambienti troppo permissivi.
Il discorso è complesso e se vuole, oltre a cercar di coprire il sordo rumore del ploff, può anche argomentare.



Ultima modifica di Silentio il Lun 17 Gen 2011 - 1:02 - modificato 1 volta.

18
Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
Viandante Storico
Prima di tutto comincerei a scrivere il verbo "subodorare" nel modo giusto.
E poi ha detto tutto Silentio.
Negli anni 50 un certo Ewen Cameron, psichiatra scozzese vissuto in America cominció a sperimentare una nuova tecnica sui suoi pazienti, chiamata "ricondizionamento mentale": sottoponendo i pazienti a lunghi periodi di isolamento al buio tentó di riportare la loro mente ad una condizione di tabula rasa e ci riuscí. La tecnica fu poi usata come atroce metodo di tortura negli anni '70 in America Latina e viene ancora usata...Guantanamo dovrebbe avere il primato.
Lo scopo era quello di ricostruire il paziente da zero.
ecco un estratto di un suo articolo del '62:
"Non c'é solo la perdita dell'immaginario spaziotemporale, ma anche della sensazione che quell'immagine dovrebbe essere presente.In questa fase il paziente puó mostrare una varietá di altre manifestazioni, come la perdita di una seconda lingua o della consapevolezza del proprio stato civile.In forme piú avanzate puó essere incapace di camminare senza supporto, di mangiare da solo e puó presentare una doppia incontinenza. Tutti gli aspetti della sua funzione mnemonica sono profondamente turbati."
All'isolamento si univa l'elettroshock e la somministrazione di allucinogeni.
Alcuni pazienti ritornavano ad uno stato infantile e ricominciavano tutto da zero nei casi piú tragici.
Ma ripeto basta chiudere un uomo per un bel po' al buio in cella senza alcun punto di riferimento per riformattarlo.

Il codice genetico fornisce solo la partitura su cui scrivere la nostra esistenza. il resto lo fa il contesto.
Non siamo un cobra, non siamo solo istinto altrimenti la specie umana sarebbe estinta da tempo.
l'uomo secondo il proprio codice genetico dovrebbe essere frugivoro. Strano vero?



19
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Il codice genetico fornisce solo la partitura su cui scrivere la nostra esistenza. il resto lo fa il contesto.
Non siamo un cobra, non siamo solo istinto altrimenti la specie umana sarebbe estinta da tempo.
l'uomo secondo il proprio codice genetico dovrebbe essere frugivoro. Strano vero?

No. Nessuna stranezza. I primati lo sono, ma non disdegnano all'occorrenza di alimentarsi di ogni cosa, dai vermi e insetti, alla carne.

Dal punto di vista metabolico attualmente siamo piu' simili ai maiali, che non agli erbivori.
Tanto e' vero che da piu' parti si chiede di cominciare ad impiantare fegati di maiale, vista la scarsita' di organi a disposizione.
E funzionano bene.

Ma questo e' un argomento a favore dell'evoluzione e della selezione dei ceppi genetici piu' adatti.

20
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
vanth ha scritto:
doctor faust ha scritto:

Che poi la sommatoria di cambiamenti nei geni fenotipici portino a cambiamenti strutturali evidenti, e' certo. Ma nel corso di tempi biblici e non nell'individuo gia formato.
E cosi che il dinosauro corridore e' diventato uno struzzo.

no.
è cosi' che scimmie reshus geneticamente vulnerabili ad ansia e depressione, se allevate in ambienti di accudimento sensibili e responsivi, diventano dominanti in età adulta.

A parte che anche nell'individuo questo non e' sempre possibile. Non si puo' trasformare don Abbondio nell'Innominato, perche':- Il coraggio! ma se uno non ce l'ha come fa a darselo?-.

Ma se qualche modificazione comportamentale e fisica e' possibile nell'individuo, quata non viene tramandata alla prole.

Perche' le caratteristiche siano ereditabili bisogna che lo siano gia' nei geni, con la selezione dei ceppi che manifestano i cambiamenti.
Lo si vede macroscopicamente nell'imbreendig dei cani, ma anche negli umani.
La volpe e' un canide, ma il suo ceppo si e' staccato dalla famiglia dei canidi, e ora l'incrocio non e' piu possibile, perche' il patrimonio genetico si e' troppo differenziato. Cio non toglie che ci sia una buona varieta' di volpi.

Almeno, mi pare.

PS Se poi aggiungiamo la manipolazione genetica in provetta...allora il salto evolutivo puo' essere colossale e assolutamente indipendente dal contesto.

21
Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
Viandante Storico
doctor faust ha scritto:
Il codice genetico fornisce solo la partitura su cui scrivere la nostra esistenza. il resto lo fa il contesto.
Non siamo un cobra, non siamo solo istinto altrimenti la specie umana sarebbe estinta da tempo.
l'uomo secondo il proprio codice genetico dovrebbe essere frugivoro. Strano vero?

No. Nessuna stranezza. I primati lo sono, ma non disdegnano all'occorrenza di alimentarsi di ogni cosa, dai vermi e insetti, alla carne.

Dal punto di vista metabolico attualmente siamo piu' simili ai maiali, che non agli erbivori.
Tanto e' vero che da piu' parti si chiede di cominciare ad impiantare fegati di maiale, vista la scarsita' di organi a disposizione.
E funzionano bene.

Ma questo e' un argomento a favore dell'evoluzione e della selezione dei ceppi genetici piu' adatti.

Esatto, evoluzione e selezione.
L'evoluzione é la risposta al rapporto contesto-specie. l'uomo non nasce cacciatore, lo diventa secondo la sua predisposizione ad adattarsi al contesto e alle esigenze di nutrimento.
Ma ritornando al discorso di partenza, se non sbaglio si parlava di relazioni e strutture sociali e di come queste influiscano sull'essere cioé sulla "coscienza" che é quanto meno di prestabilito e definito ci possa essere nella nostra specie. proprio per la sua caratteristica principale e cioé "recepire" "acquisire" dati.

22
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Ma ritornando al discorso di partenza, se non sbaglio si parlava di relazioni e strutture sociali e di come queste influiscano sull'essere cioé sulla "coscienza" che é quanto meno di prestabilito e definito ci possa essere nella nostra specie. proprio per la sua caratteristica principale e cioé "recepire" "acquisire" dati.

Ritornando alla partenza, si chiede se la struttura famigliare parentale ha o meno influenza sulla formazione individuale.

La risposta e' si.
Ma lo e' sopratutto attraverso il canale genetico.
Essendo nati dall'incrocio di geni parentali noi siamo la prosecuzione di una linea genetica, con i suoi doni e le sue tare.
Ci saranno combinazioni migliori o peggiori, ma quella e' la pasta di cui siamo fatti.

Poi c'e' l'e-duc-azione, cioe' il condizionamento famigliare.
Ma va a posarsi su una ricettivita gia' formata, per cui la stessa educazione avra' risultati diversi su due fratelli eterozigoti.

Li avra' invece piuttosto simili nei fratelli gemelli omozigoti.

Questo sopratutto nei primi anni di eta', quando il cervello e' molto plastico.

Avanzando l'eta' le strutture cerebrali si irrigidiscono e ogni cambiamento diventa sempre piu' faticoso e oneroso.

23
Silentio
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Viandante Storico
Viandante Storico
Mi prendo la libertà di rispondere io, senza però aver intenzione di interrompere il disorso che stavate conducendo.


Rupa Lauste ha scritto:Il codice genetico fornisce solo la partitura su cui scrivere la nostra esistenza. il resto lo fa il contesto.
Non siamo un cobra, non siamo solo istinto altrimenti la specie umana sarebbe estinta da tempo.
l'uomo secondo il proprio codice genetico dovrebbe essere frugivoro. Strano vero?

Concordo sul discorso anche se, nonostante quanto ho anticipato, non escludo a priori l'importanza genetica, solo che le influenze possono manifestarsi nei modi più opposti fino a giungere ad individui che, pur avendo fattori genetici molto simili, li renda fortemente diversi.
Ad esempio se prendiamo due individui, l'uno con forte predisposizione genetica all'apprendimento, l'altro meno, sicuramente se cresciuti in un medesimo ambiente e con medesimi eventi che ne influenzano la crescita, il primo svilupperà maggiori capacità. Ma l'ambiente esterno è talmente articolato e variegato da rendere quasi impossibile il verificarsi di medesimi eventi influenzanti durante la crescita, anche se si trovassero in una stessa famiglia. Quindi, paradossalmente, la genetica è un contenitore dalle differenti capacità, ma resta agli eventi riempirlo.

Il discorso è complesso e basta pensare come l'influenza esterna può modellare non solo sulla psciche, ma anche sull'aspetto fisico: il denutrimento, scarsa igiene, scarsa attività fisica, stati depressivi etc possono peggiorare l'aspetto fisico rispetto a condizioni più favorevoli; certo, la base genetica è fondamentale, decreta l'altezza, la predisposizione ad ingrassare o restare magri, i tratti somatici del viso etc. Ma, nonostante tutto, anche questi fattori possono evolversi in modo differente: un individuo che, fin da piccolo, gioca in modo professionale a basket, può avere una screscita influenzata di 4-5 cm, per non parlare dell'ossatura, muscolatura ecc ed ecc ed etc...

doctor faust ha scritto:Poi c'e' l'e-duc-azione, cioe' il condizionamento famigliare.
Ma va a posarsi su una ricettivita gia' formata, per cui la stessa educazione avra' risultati diversi su due fratelli eterozigoti.

Li avra' invece piuttosto simili nei fratelli gemelli omozigoti.


Anche questa osservazione, dal mio punto di vista è falsata. Dubito che, pure in un simile contesto si possano verificare per entrambi le medesime ed identiche influenze. Come pure potrei notare che fratelli omozigoti, seppur molto simili fisicamente, sviluppano caratteri differenti se separati e cresciuti in ambienti separati.

Questo sopratutto nei primi anni di eta', quando il cervello e' molto plastico.

Appunto. Quindi la genetica resta una predisposizione più o meno favorevole ad evolversi verso una determinata direzione, ma è l'ambiente ad incanalarlo verso l'una o l'altra via.
Ad esembio un barbone può avere delle grandi capacità canore, ma essendo cesciuto in un ambiente malsano, non ha avuto la possibilità di percorrere quella via è di crescere anche intellettualmente frequentando ambienti migliori, restando una persona fortemente limitata a livello intellettuale.
Se invece qualcuno lo avrebbe tolto da quell'ambiente degradato, sarebbe potuto diventare un cantante con anche buona intelligenza.

Avanzando l'eta' le strutture cerebrali si irrigidiscono e ogni cambiamento diventa sempre piu' faticoso e oneroso.

Gia, soppressione soppressione!!!

24
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Intanto mi piacerebbe non si continuasse con questa leggenda metropolitana che due gemelli omozigoti possono diventare molto diversi fra di loro, perche non e' vero.

Per un motivo semplicissimo e verificabile da tutti: se contruisco due fiat punto dello stesso modello, al massimo sono gli optional che potro' variare, ma le caratteristiche del modello saranno uguali.

Variera' la meta in cui verranno dirette, ma cio' che provera' il guidatore viaggiando, sara' simile.

Non sono ipotizzabili eventuali incidenti di persorso, ma ambedue avranno piu' o meno la tessa durata di vita, gli stessi difetti di costruzione, e le stesse prestazioni.

IL cervello di due omozigoti e' costruito allo stesso modo, per cui la mente che ne scatuisce, e' simile e sotto certi aspetti, sovrapponibile.

Per tutto il resto vale una considerazione: Tutti noi conosciamo dei coetanei. Forse li abbiamo avuti compagni di scuola fin dall'asilo, e magari li abbiamo potuti seguire nelle fasi della loro vita.

Quanti hanno stravolto l'opinione iniziale che vi eravate fatti su di loro?

Se poi questa domanda la fate ad una persona che ha sessanta/settantanni, vi accorgerete che il destino di una persona, inteso come potenzialita', capacita' di darsi da fare, capacita' di stare con la gente, capacita' pratiche e intellettuali, ecc. erano gia' tutte visibili fin da piccoli, a chi ha conosciuto bene il soggetto.

Ha sopreso solamente coloro che non lo conoscevano, e che quindi non lo avevano mai osservato adeguatamente.

25
Rupa Lauste
Rupa Lauste
Viandante Storico
Viandante Storico
doctor faust ha scritto:Intanto mi piacerebbe non si continuasse con questa leggenda metropolitana che due gemelli omozigoti possono diventare molto diversi fra di loro, perche non e' vero.
questa considerazione si basa su esperienza diretta/indiretta o hai magari una letteratura da suggerire? te lo chiedo perché, non trovandomi d'accordo ma essendo comunque un profano che puó parlare solo per esperienza o in base a qualche lettura fatta qua e lá, mi interesserebbe approfondire il discorso.
Ma c'é un altro punto che non mi convince in questa affermazione e cioé l'utilizzo della parola "differenza" e il peso che puó avere in tutto questo discorso.
Siamo veramente in grado di verificare , qualora ci dovessero essere delle differenze, se la causa di queste differenze é genetica o ambientale? A mio avviso no.
E poi quando si puó dire che la differenza é "molta"? c'é un metro di paragone? basta dire che un gemello é diventato medico e l'altro cantante per considerarli molto diversi tra loro?

doctor faust ha scritto:
Per un motivo semplicissimo e verificabile da tutti: se contruisco due fiat punto dello stesso modello, al massimo sono gli optional che potro' variare, ma le caratteristiche del modello saranno uguali.

Il paragone non regge. il funzionamento di una macchima, ma anche di un automa se proprio vogliamo allargare i discorso, si basa su modelli/prerogative/algoritmi ben precisi. Un'auto nasce per trasportare un individuo da A a B. punto. il suo grado di evoluzione, condizionamento dall'ambiente circostante e diversificazione é praticamente pari a zero.


doctor faust ha scritto:
Non sono ipotizzabili eventuali incidenti di persorso, ma ambedue avranno piu' o meno la tessa durata di vita, gli stessi difetti di costruzione, e le stesse prestazioni.

Discorso che funziona come potrebbe funzionare un modello astratto. La realtá non é cosí. i sistemi inerti non esistono. anche due modelli Punto apparentemente identici potranno dare risultati diversi.
questo per una serie di variabili giá presenti in fase di produzione.


doctor faust ha scritto:
IL cervello di due omozigoti e' costruito allo stesso modo, per cui la mente che ne scatuisce, e' simile e sotto certi aspetti, sovrapponibile.
beh se mi dici simile...allora sono d'accordo. ora immagino siamo tutti d'accordo nel conferire al patrimonio genetico di un individuo una importanza fondamentale per la crescita di una persona. Ma per una serie di ragioni che ci allontanano dai modelli astratti e ci avvicinano all'imprevedibilitá degli eventi del reale credo di poter dire che il contesto ha un'importanza decisiva nello sviluppo della persona.
Per cui tutte le predisposizioni che un individuo ha, tutte le potenzialitá che sicuramente avrá (e le avrá grazie al suo patrimonio genetico non certo grazie al sole di Napoli o alla bora di Trieste) sono nulla se vengono inibite dall'ambiente circostante.
Ora non é che i Vichinghi erano navigatori in nome del proprio DNA.

doctor faust ha scritto:
Per tutto il resto vale una considerazione: Tutti noi conosciamo dei coetanei. Forse li abbiamo avuti compagni di scuola fin dall'asilo, e magari li abbiamo potuti seguire nelle fasi della loro vita.

Quanti hanno stravolto l'opinione iniziale che vi eravate fatti su di loro?

Se poi questa domanda la fate ad una persona che ha sessanta/settantanni, vi accorgerete che il destino di una persona, inteso come potenzialita', capacita' di darsi da fare, capacita' di stare con la gente, capacita' pratiche e intellettuali, ecc. erano gia' tutte visibili fin da piccoli, a chi ha conosciuto bene il soggetto.

Ha sopreso solamente coloro che non lo conoscevano, e che quindi non lo avevano mai osservato adeguatamente.


io sinceramente in quest'ultima considerazione non mi riconosco. primo per esperienza personale. secondo per esperienze indirette.
Caratterialmente sono diventato l'opposto di quello che sono stato fino a 18 anni e non credo che questa "virata caratteriale" si possa imputare al semplice e naturale processo di crescita.
Ma credo che il problema sia di nuovo quello di conferire il giusto valore al termine "differenza".
Probabilmente un grande calciatore non diventerá mai un gran pianista. Ma non diventerá nemmeno un grande calciatore se il contesto "socio-familiare" (tanto per collegarmi alle origini del topic) gli sará ostile.

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