purplebunny ha scritto:Provo a ravvivare un po' questo spazio narcisistico con un po' di neanche-troppo-sottile cattiveria (*).
Signor Giglio Bianco, ha fatto cenno in altri suoi messaggi alla sua bisessualità. Potrebbe parlarcene, come è nata la consapevolezza, cosa ha significato, che eventuali problemi le ha causato, etci etci?
Mi lascio volentieri "usare" come banco di prova, anche perche', saro' un ingenuo che crede sempre troppo nell'intelligenza altrui, ma non credo ci sia un granche' da "reagire" alla mia vita sessuale ne' quella di chicchessia... in particolare in posti dove si presume si debba usare il cervello.
La mia bisessualita' e' una cosa molto naturale e molto vessata da brutti eventi che mi sono capitati nella vita, che l'hanno ingiustamente ostacolata rendendomi un po' ginecofobico.
Sin da bambino son sempre stato indifferentemente attratto sentimentalmente da entrambi i sessi, e le mie attenzioni sentimentali sono sempre state "al plurale", nonostante questo possa portare a pensare ad alcuni che non ho mai "amato davvero" (ma sul "davvero" ci sarebbero tante, troppe parole da sprecare, off topic per ora). Avevo una gran cotta sia per una bambina, sia per un bambino. Quando ero all'asilo ero molto orientato verso un bambino infatti, di nome Marco.
Con le bambine c'era sempre poca intesa, e per conseguenza diretta mi piacevano di meno, anche se giravo sempre alle elementari con due femmine, con le quali sono cresciuto. Una delle due e' sempre stato il mio piu' grande amore, rimasto platonico e raramente espresso, "per non rovinare le cose".
Nonostante io fossi sempre molto aperto alle sperimentazioni, sentimentali, sessuali e tutto, disgraziatamente un brutto trauma mi ha molto bloccato con le donne: all'eta' di 13 anni circa, una signora sulla quarantina ha provato a mettermi le mani addosso, e nonostante non ci sia riuscita "del tutto", perche' per qualche miracolo della mia forza della volonta' sono riuscito a divincolarmi, fuggire e minacciarla di chiamare la polizia, purtroppo questa cosa mi ha lasciato un terrore latente nei confronti delle femmine, che si fa sentire piuttosto spesso in ambiti intimi.
Mi attirano e tutto, ma poi mi terrorizzo e mi blocco se si fanno troppo "attive" e precipitose nei miei confronti, ho quindi bisogno di una FORTE intimita' con una donna per riuscire a farci qualsivoglia cosa.
Questo mi ha molto sbilanciato verso il sesso maschile, per il quale non ho mai avuto nessun problema.
In teoria quando ami una persona del tuo stesso sesso, le risposte di tutto il mondo sono sempre che non e' giusto, quando sei piccolo, o almeno quando ero piccolo io, vedevi sempre coppie di maschi e femmine, nelle storie, nei cartoni, era un po' il "destino" che ti assegnavano.
Ma io ero un bambino un po' particolare, non mi interessava granche' di cosa "avrei dovuto" fare, piuttosto di quello che volevo e sentivo, quindi non ho mai sentito nessun senso di colpa o nessuna particolare frustrazione quando mi rendevo conto di sbandare per qualcuno del mio stesso sesso, ne' tantomeno mi sono sentito "piacevolmente strano", tipo moda adolescenziale, io sono diverso e tutto, anzi, quando la cosa ha iniziato a farsi sentire anche a livello "fisico", era proprio successo in contemporanea a un periodo in cui mi stavo sforzando il piu' possibile di adeguarmi a cio' che mi circondava, per sentirmene piu' parte, periodo fortunatamente durato un paio d'anni e poi piu'.
La "definizione" di una sessualita' come questa mi e' giunta solo molti anni dopo. E' come quando sai dell'esistenza di qualcosa, ma non ne sai definire il nome esattamente.
Non fidandomi molto dei miei genitori, non mi sono mai neanche spinto a chiedere loro come mai ci fossero solo bambini con bambine e mai bambini con bambini o bambine con bambine che non si dichiarassero semplicemente amici attorno a me... Non mi veniva in mente di chiedere, sinceramente.
Poi un giorno un simpatico discorso su George Micheal mi ha finalmente illuminato, e ho imparato la differenza fra eterosessuale, omosessuale e bisessuale, venendo quindi a conoscenza della mia naturale collocazione.
Alcuni pensano che tutti siano bisessuali di base.
Altri che non lo sia nessuno, sia solo uno stato temporaneo oltre il quale poi ti scegli una persona e con questa persona anche un orientamento.
Sinceramente non sono d'accordo con nessuno dei due.
Sono dell'idea che una cosa o ti attira o non ti attira, non smette di attirarti perche' ti innamori di qualcuno, e non inizia o smette di attirarti semplicemente seguendo una mentalita' di massa riguardo alle cose.
Ho anche avuto la fortuna di aver sempre avuto un signor carattere di merda, ed aver quindi spesso a che fare con persone dalla mentalita' molto aperta e poco giudicante, ignorando l'opinione di tutto il resto del mondo deliberatamente.
Uno psicologo un giorno (avevo circa 17 anni) provo' a convincermi che ogni mia caratteristica, fisica comportamentale e sessuale, fosse in realta' una vendetta contro le aspettative di mio padre.
Gli dissi che anche io avevo studiato le stesse baggianate (a volte corrette) che l'han portato a pensare cio', ma non ne ero molto convinto, ed ero convinto che ci sono parti di noi che fanno parte di noi a un certo punto, e non e' piu' possibile scaricarsi la responsabilita' e la paternita' di tali caratteristiche sulle spalle dei propri genitori oltre una certa eta', inizia a dipendere da noi se vogliamo mantenerle o meno.
Inoltre, non le ritenevo affatto caratteristiche "sbagliate" da correggere, di conseguenza per quanto mi riguardava potevamo occuparci di tutt'altro.