L'errore di prospettiva è alla base, e sta nella parola - "senza dio", che viene da "a-teo". Una parola coniata dai credenti per definire i non credenti: "A voi
manca qualcosa,
siete mancanti di qualcosa". Un giudizio di merito da cui deriva la presunta necessità di giustificare questa mancanza ("se non puoi dimostrarmi che dio non esiste, allora dio esiste"). In realtà dovrebbe essere il contrario: "tu, credente, aggiungi qualcosa all'esistenza per come è esperita? Benissimo, dimostralo. Dato che è indimostrabile, non sono io, non credente, a essere mancante di qualcosa, ma sei tu, credente, ad aggiungere per tua libera scelta un qualcosa".
Shai ha scritto:Veramente è sia te che la tua vita... no, non è un'entità a cui rivolgere preghiere o maledizioni... non è semplicemente la natura o il creato, quella è una parte manifesta, Dio è anche quello che non è manifesto.
Il Tao è formato da Yang e Yin... cosa sono... tutto e il suo contrario? Beh no, è semplicemente il Tutto in mutevole forma e non forma.
Chiamarlo Dio è scelta umana, puoi chiamarlo Vuoto o puoi chiamarlo Tao, scegli tu.
Posso anche chiamarlo Pucca, Pippo o Clarabella, ma prima dovresti spiegare (e dimostrare) se questo tutto-vuoto ha una qualche qualità che lo distingua dalle sue componenti-e-non-componenti e che quindi si meriti un nome proprio distintivo. Altrimenti resta una parola per indicare l'idea di tutto-che-comprende-anche-il-vuoto, molto evocativa a livello retorico, ma del tutto priva di una qualsiasi utilità.
xmanx ha scritto:E' un po' come se io ti dicessi: big, qui fuori ho visto un asino che vola
Tu puoi dire: "non credo a quello che dici". E non: "non c'è nessun asino che vola".
L'onere della prova sta a chi fa un'affermazione. Affermi di aver visto che c'è un asino che vola? Dimostralo.