al post 159 di "i dubbi di un educatore" scrivevo questo:
tempo fa, quando ancora mi sentivo giovane, mi lamentavo del fatto che il lavoro "educatore" non comparisse in nessuna lista nè quella di banche e assicurazioni, nè quelle di istat e sondaggi vari, che lavoro fai? Il massimo poteva essere "servizi, terziario" manco "servizi alla persona"...e questo mi scocciava, sentivo un misconoscimento, una "perdita di peso sociale", in realtà non dò alcun peso alla reiterazione polemica di x, essa mi fa risuonare questo malessere, quello di fare un lavoro NON - riconosciuto o meglio, troppo conosciuto, un lavoro che tutti pensano di saper fare, oppure che sanno fare ma limitatamente ai propri figli, in ambito domestico, non saprebbero che pesci pigliare chiusi in una stanza imbottita insieme ad un "pazzo violento" o in giro per la città con una debole mentale avviata alla prostituzione dalla madre a 13 anni che ti scappa sotto le macchine gridando ai passanti "aiuto, aiuto mi violenta".
Non saprebbero che fare (penso) quando un picchiatore fascista deviante e sordastro ti carica con i suoi 130 kg di rabbia...eppure PER ANNI mi son sentito dire due commenti in risposta all'esplicitazione della mia professione, antitetici:
- "davveeero? Ma quant'è buono lei, quanta pazienza deve avere, quasi un santo, io non lo farei mai, per tutto l'oro del mondo, ma la pagano? Ah sììììì? Non è volontariato? Allora...."
- "ma che lavoro è? Pulisci il culo ai mongoli? Ma come sei messo? Una volta pensavo che chissà dove saresti arrivato...."
Commenti che si commentano da sè...mai stato buono o santo, quantità di pazienza disponibile...nella norma, nessuna volontà o possibilità di guarire gli storpi e moltiplicare pani e pesci, nessuna remora o vergogna nell'aiutare chi non riesce ad essere autonomo nelle funzioni più elementari...quello che io vivo nel mio lavoro sfugge ai più.
Ho cominciato questo lavoro in tempi in cui la facoltà di scienze dell'educazione non esisteva ancora e per essere sfruttati e sottoutilizzati non serviva la laurea, c'era pedagogia e serviva per insegnare o fare la libera professione. Per mia natura ho capito subito che la parte di lavoro che mi piaceva di più era quella che conteneva meno parole forbite, meno apparenza e più contatto umano, il lavoro sul campo, il contatto con l'utenza, la voglia di essere "socialmente o individualmente utile" forse perchè quando avevo bisogno di aiuto io non mi ha aiutato nessuno o sono stato aiutato TROPPO ..sì perchè è una questione di misura, non bisogna neppure "aiutare troppo" come fa una mamma per intenderci, anche perchè poi c'è un prezzo da pagare, tutti ci sentiamo perennemente in debito verso la mamma per i sacrifici che ha fatto per noi, io personalmente, ma anche e soprattutto come mission ho quella di non creare obblighi morali, e proprio essere pagato è parte della giusta distanza relazionale, i genitori del disabile sanno che io sono pagato per accudire il loro famigliare e non mi devono nulla.
E' furbo il "caro" (notato come dice "caro" per mandare a fare in culo? bell'ipocrita ehhh?) xmanx, sa benissimo quali sono le note dolenti e ci si infila con il suo perbenismo d'accatto, con la sua prosopopea da rigattiere....vieni x, vieni con me in un cag, in un centro diurno o residenziale per disabili minori o adulti gravi, vieni con me che ti faccio vedere che il grande popolo degli emarginati, se superi la DISSONANZA INIZIALE con il mondo finto e patinato dei normo è un bel mondo, meglio un centro per gravi che un club del popolo delle libertà...di sicuro.
Buon Natale a tutti coloro che non si sentono e non sono più "buoni" anche perchè non ce n'è nessun bisogno, andiamo a vedere se il bambinello stavolta è un dawn o un gesù tetraplegico o con la spina bifida ... rovino il natale a qualcuno a dire che "colui che è nato in una stalla" poteva essere anche andy se voleva provare a nascere fra gli ultimi? Oppure poteva invecchiare, facile andarsene a 33 anni come una rockstar qualunque...vivi forte, muori giovane e lascia un bel cadavere..buon natale!
ed è l'incipit di un altro discorso che vorrei fare ma che non centra con l'educazione ma con il natale e con la religione per cui lo proseguo qui (premetto per Lucio che di solito viene a leggere le baggianate che scrivo qui, che non è da leggere quello che scrivo come un attacco personale a chi crede, ma alla religione cattolica in generale e soprattutto a quegli "strascichi" che indubbiamente permangono in me, quindi nessuno si senta offeso).
Quello che voglio sviscerare è gesù, non nel senso di togliergli le viscere, ma diciamo contargli le pulci, più che a lui alla chiesa cattolica che lo ha nominato testimonial della più grande campagna pubblicitaria della storia dell'umanità.
E' indubbio che di cose storicamente certe sulla sua figura se ne sappiano pochine, al punto da far dire a storici laici (ma non atei, semplicemente agnostici) che non si sa neppure sia esistito in realtà.
Comunque fosse anche esistito sarebbe molto diverso dall'iconografia classica, che lo vede alto, biondo e caucasico, per sua natura biologica dovrebbe essere stato piccolo, scuro e molto simile ad un ebreo, visto che era ebreo.
Ma non voglio parlare di tutti gli apocrifi delle versioni alternative, di quello che non è diventato storia ...voglio solo parlare della versione ufficiale, così non mi becco neppure del COMPLOTTISTA!
(segue dopo la doccia)