Eterosessualità
La persona è attratta dal sesso opposto e ha acquisito un'identità coincidente con il suo sesso biologico.
Omosessualità
Pur manifestando comportamenti caratteristici del sesso opposto, non ha il desiderio né la convinzione di appartenere al sesso opposto né ha alcuna intenzione di intervenire per modificare i propri caratteri ed attributi sessuali.
Bisessualità
E' un complesso delle caratteristiche personali e dei fenomeni relativi alla scelta di vivere relazioni affettive, di intimità e sessuali con partner sia del proprio che dell’altro sesso biologico. La bisessualità non coinvolge l’identità di genere; la persona vive in modo soddisfacente la propria appartenenza al genere maschile o femminile e non ha alcuna intenzione di intervenire per modificare i propri caratteri e attributi sessuali.
Tutte si caratterizzando per differenze intorno all'asse dell'identità di genere. Il transessualismo non compare tra di essi.
Per fare un po' di chiarezza torniamo all'idea di identità di genere. Il termine, coniato da Money e Ehrhardt nel 1972, si riferisce al vissuto di appartenenza ad un genere o all’altro, o in modo ambivalente ad entrambi. Tale appartenenza può esprimersi quindi con vissuti e comportamenti corrispondenti o non corrispondenti al sesso biologico. Il soggetto può vivere la non corrispondenza in modo ambiguo, ambivalente o lineare al punto da non riconoscersi appartenente al proprio sesso biologico e/o riconoscersi e desiderare di appartenere all’altro sesso.
Ciò che differenzia la persona transessuale dagli altri è, il desiderio profondo di modificare alcune caratteristiche corporee e di cambiare i propri dati anagrafici adeguandoli al genere cui sente di appartenere in modo definitivo. Il altre parole, non si è dentro come fuori, e ciò ha indotto molti a parlare di "disforia dell'identità di genere".
Questi soggetti riferiscono di prendere coscienza del disagio durante il periodo dell’adolescenza, e con la presa di coscienza iniziano anche i conflitti interiori e con i genitori, ancor prima che con il mondo esterno. Con la comparsa dei caratteri sessuali secondari che il soggetto inizia a nascondere i propri istinti, trovandosi di fronte alla drammatica certezza della differenza tra identità somatica e quella psicologica. Quindi l'unica cosa sicura è che ciò che accomuna chi vive questa condizione è un iter di sofferenza psichica e molto spesso di emarginazione.
La scienza mette a disposizione dei transessuali il modo di attuare ciò che desiderano adeguando il proprio corpo al modo in cui si percepiscono. Si tratta di una trasformazione che richiede molti interventi e che è tutt'altro che indolore, sotto tutti i punti di vista.
Un uomo che vuole diventare donna oltre alla mammoplastica additiva deve procedere alla vaginoplastica che prevede una fase demolitiva demolitiva (castrazione) e una ricostruttiva ( introflessione del pene in una cavità realizzata chirurgicamente, costruzione di un clitoride a partire da una parte del glande lasciata intatta e collegata ai nervi e al sistema circolatorio in modo che resti vivo e sensibile; modellamento della la vulva, le grandi e piccole labbra e il monte di venere), utilizzo per un tempo variabile di un conformatore vaginale elastico (o tutor) a forma di palloncino o di fallo, la riduzione del pomo d’adamo ed eliminazione della barba con elettrolisi (ago) o Laser, asportazione delle ultime due costole per donare una forma più sinuosa al giro vita.
Una donna che vuole diventare uomo deve sottoporsi all’asportazione chirurgica della ghiandola mammaria e della cute eccedente, all' asportazione di utero e ovaie, asportazione della vagina e falloplastica con autotrapianto in sede pubica di tessuti presi da altra parte del proprio corpo con cui modellare il fallo, ricorstruzione del canale urinario e inserimento nel fallo di una protesi del tipo di quelle usate per l’impotenza ( la specifica sensibilità erogena, presente nel clitoride, viene mantenuta lasciando questa struttura nella sede originaria, alla base del neo fallo costruito) scroto plastica (un intervento abbastanza semplice che si realizza con l’introduzione di due protesi testicolari di forma, dimensioni e consistenza simili a quelle di un testicolo, in genere all’interno di cavità ricavate nelle grandi labbra).
Entrambe le trasformazioni si accompagnano a pesantissime cure ormonali.
In Italia, il cambiamento di sesso è consentito dall' art.3 della legge n.164 del 1982 "qualora risulti necessario".
Già. Ma chi giudica quando lo è?
E in base a cosa?
Vorrei sapere cosa ne pensate.
Ritenete giusto permettere il cambiamento di sesso?
Ritenete che l'intervento sia risolutivo rispetto al disagio avvertito da chi lo richiede?
Come percepite il fenomeno del transessualismo?
Che idea avete di un transessuale?
Avreste una relazione con chi ha cambiato sesso?