Aleister ha scritto:Leggere il doctor è sempre uno spasso. Il nostro infermiere è la dimostrazione vivente (si fa per dire..), della vacuità di tutto il circo barnum dell'impossibile cura della psiche e delle sue patologie (senza avvedersi che la psiche è la patologia) variamente declinata in approcci in cui cambia il nome ma non la sostanza, che in effetti non esiste, consistendo la (presunta) psiche in quella catena infinita di determinismi accidentali, di contenuti ciascuno dei quali rimanda ad altro senza mai attingere un fondo veritativo.
Se parti dal concetto che dentro la scatola cranica e in giro per il corpo hai nervi e plessi nervosi, ti renderai conto che la psiche è la risultante della loro attivita' fisiologica.
Solo che ci sono menti [o psiche] sane ed equilibrate, altre cosi cosi', e altre decisamente disturbate. Poi ognuno fa i conti con la propria, se ne è capace.
Lo stesso svolgersi del topic attraverso gli interventi del Nostro - vanamente arginati dal buon senso dei suoi interlocutori che ne mettono in luce le infinite contraddizioni - è uno strepitoso esempio di psicodramma, di dramma di una psiche ricondotta alla sua natura, una glossolalia blablablante in cui afferma tutto e tutto nega. Il doctor annega suo malgrado in un abisso di metonimie, di spostamenti di immagini ed idee tutto affannato a rincorrere un senso che non sta nell'io, denunciando con i suoi mai suoi gargarismi la sensatezza dell'idea di una impossibile cura affermata da Lacan, o meglio di una cura che coincide non con terapie varie ma con la verità, con l'accettazione di un'impossibile ricomposizione tra Io e Me, di un reale che resta inattingibile in sè perchè di mezzo c'è sempre il simbolico (ed ovviamente il Totò del counseling confonde simbolo e sintomo)....
Se tu adoperassi il tuo tempo e la tua intelligenza per proporre qualcosa di sensato e costruttivo, invece che creare collage semantici astratti che hanno un effetto estetico autoreferenziale, si potrebbe anche avere un dialogo. Il problema è che tu non vuoi dialogare. L'unica cosa che sai fare è giocare all'insulto e alla provocazione.
Chiaramente questo modo di essere ha una sua funzione, che lascio a te scoprire.
Il problema è che dubito ti possa servire.
Yale ha scritto:
Continui a fare molta confusione. Prima parli di terapia on line e poi mi inviti a dare un'occhiata alla pubblicità dei corsi on line delle univeristà.
Sono due cose diverse, te ne rendi conto?
Senza contare che dell'esempio australiano poco ci cala, visto che è come sapere che in Botswana curano la schizofrenia con i pistilli di ylang-ylang.
Mi hai chiesto esempi di procedure complesse che utilizzano vie accessorie che non siano il vis-a-vis.
Evidentemente ci sono problemi di connessione.
doctor faust ha scritto:
Io stesso mi sono sottoposto a valutazione e supervisione da diversi operatori, e capivo subito quali erano sulla mia lunghezza d'onda e chi no, tanto come in un forum vedi abbastanza in fretta che è o meno sulla tua corda. Anche in mancanza della presenza fisica, della continuità, perfino di una foto che ti dia l'idea di chi sia l'interlocutore, ti crei una idea del soggetto, che magari ti immagini completamente diverso da come è nelle sue fattezze.
Ma lo vedi che fai esempi senza senso? Paragoni di nuovo la terapia ad una banale valutazione.
Senza contare che la conoscenza virtuale spesso si dimostra fallace e dal vivo ci si ritrova di fronte una persona totalmente diversa da quella che ci eravamo immaginati.
Non ti ha fatto lì'esempio per dire questo. L'ho fatto per spiegare che il processo mentale poggia su molte variabili, fra cui la semplice simpatia o antipatia, che è un processo mentale istintivo, che scaturisce dal cervello arcaico. Cosa che puoi provare ogni momento, in ogni ambiente , con chiunque.
doctor faust ha scritto:
Ciò non toglie che puoi cogliere i suoi dati caratteriali principali e prevederne le mosse o le reazioni, cosi come fa lo scrittore quando stende una biografia, o come fa un animale quando fiuta la preda o l'animale pericoloso, e la classifica immediatamente, istintivamente ancora prima che razionalmente.
La terapia NON è diagnosi.
Diagnosi/terapia sono termini medici. A che ti servono? A spostare l'attenzione?
Quando incontri una persona non hai bisogno di aver studiato medicina psichiatrica per fare una dia-gnosi. A meno che tu non sia un addetto ai lavori, per cui hai necessita' di dare un ordine organico burocratico ai tuoi atti.
doctor faust ha scritto:
Dipende da cosa intendi per psicoterapia. Se invece che la psiche della persona hai in mente la sua performance globale, cioè la "cura" della persona, ogni luogo è buono per prendersi cura, o non prendersi cura della persona. Anche ai giardini pubblici o passeggiando sotto i portici.
Dipende da cosa si cerca.
Mi pare.
Per me la psicoterapia è tutto quello che non hai in mente tu.
E l'ultima frase si commenta da sola.
Va bene, Si tratta di opinioni.
Ne aprofitto per raccontare un aneddoto.
Seguo una persona giovane da anni, con messenger.
Dopo averlo più volte invitato a recarsi da un medico, per vedere se era il caso di avere una valutazione psichiatrica, (cosa che ha fatto senza beneficio) ho fatto fronte alle sue richieste di attenzione.
Stando a quanto emerge, il problema sembra impegnativo. Alcolizzato, e con varie turbe della personalità.
Ultimamente ha fatto una richiesta precisa: voleva provare un particolare tipo di psicoterapia. Siccome li vicino sta uno psicologoi che conosco, e che pratica proprio quel tipo di psicoterapia, glielo ho consigliato.
Dopo un paio di mesi di cura [psicoterapia] lo psicologo gli ha consigliato di rivolgersi allo psichiatra, consigliando anche dei farmaci da prendere [cosa non prevista per uno psicoterapeuta].
E' passato altro tempo. Continua ad andare da questo psicologo, ma nel frattempo ha ordinato via internet un certo quantitativo di barbiturici [per farne che, ve lo lascio immaginare].
Nonostante vada dallo psicologo continua a rivolgersi a me, che non lo incentivo a farlo.
Conclusione: dove sta la terapia?