Il primo livello è quello individualistico e narcisistico. In questo livello il dio siamo noi e le nostre esigenze. Abbiamo fondato la nostra personalissima "chiesa" della quale siamo anche il papa. E abbiamo un unico totem, noi stessi e le nostre esigenze...davanti alle quali invitiamo gli altri a genuflettersi.
A questo livello la solidarietà è percepita come "elemosina".
Il secondo livello è quello del clan. In questo livello il dio è il sistema di valori e di pensiero del clan, la visione della vita che il clan ci fornisce su un piatto d'argento. Esiste una gerarchia ben precisa di capiclan, papi e vescovi, che traggono il loro potere dal fatto di "detenere" le regole della visione della vita che gli altri devono seguire. Chi viola le regole viene "scomunicato", cioè estromesso dal clan o dal branco.
Una persona che ha bisogno di un "clan" per vivere, può arrivare a creare un complicato sistema gerarchico di clan e sottoclan nei quali si autoattribuisce funzioni diverse. Ad esempio può crearsi il clan "famiglia" che ha un suo sistema di valori. Ma questo clan "famiglia" può essere un sottoclan rispetto a un clan più grande: l'esercito, la chiesa, il partito, la patria, la casta, l'azienda.
In generale, a questo livello, la solidarietà scatta solo all'interno degli appartenenti allo stesso clan. O di clan collegati. Il clan è un sistema di potere che tende a uniformare il pensiero, a ricondurre le diversità all'interno di modelli predefiniti accettati e condivisi, e le rivalità tra clan non collegati sono fortissime e spesso sono cause di guerra.
Il terzo livello è quello "universale". In questo livello, e solo in questo, la divinità è percepita come qualcosa di "altro" rispetto agli umani e di "superiore" rispetto agli umani. Cioè, non è una proiezione di una categoria umana. E quindi gli esseri umani, tutti, indistintamente, sono fratelli e hanno pari dignità. La diversità è una ricchezza e va garantita e preservata. La varietà delle forme non è un pretesto per creare discriminazioni ma una fonte di ricchezza. C'è il tentativo continuo di recepire le nuove diversità, poichè è un modello aperto alla diversità, e di recepirle in un quadro generale armonioso ed equilibrato. La fratellanza universale e la solidarietà universale sono un valore riconosciuto e praticato.
A questo livello gli umani si organizzano in "comunità" e non in clan. I ruoli sono intercambiabili e l'"accessibilità" è garantita a chiunque.
Inutile dire che molte chiese si inseriscono nel secondo livello....nel quale trovano spazio moltissimi "fedeli"
Inutile dire che molti che si definiscono atei appartengono al primo livello.
A questo livello la solidarietà è percepita come "elemosina".
Il secondo livello è quello del clan. In questo livello il dio è il sistema di valori e di pensiero del clan, la visione della vita che il clan ci fornisce su un piatto d'argento. Esiste una gerarchia ben precisa di capiclan, papi e vescovi, che traggono il loro potere dal fatto di "detenere" le regole della visione della vita che gli altri devono seguire. Chi viola le regole viene "scomunicato", cioè estromesso dal clan o dal branco.
Una persona che ha bisogno di un "clan" per vivere, può arrivare a creare un complicato sistema gerarchico di clan e sottoclan nei quali si autoattribuisce funzioni diverse. Ad esempio può crearsi il clan "famiglia" che ha un suo sistema di valori. Ma questo clan "famiglia" può essere un sottoclan rispetto a un clan più grande: l'esercito, la chiesa, il partito, la patria, la casta, l'azienda.
In generale, a questo livello, la solidarietà scatta solo all'interno degli appartenenti allo stesso clan. O di clan collegati. Il clan è un sistema di potere che tende a uniformare il pensiero, a ricondurre le diversità all'interno di modelli predefiniti accettati e condivisi, e le rivalità tra clan non collegati sono fortissime e spesso sono cause di guerra.
Il terzo livello è quello "universale". In questo livello, e solo in questo, la divinità è percepita come qualcosa di "altro" rispetto agli umani e di "superiore" rispetto agli umani. Cioè, non è una proiezione di una categoria umana. E quindi gli esseri umani, tutti, indistintamente, sono fratelli e hanno pari dignità. La diversità è una ricchezza e va garantita e preservata. La varietà delle forme non è un pretesto per creare discriminazioni ma una fonte di ricchezza. C'è il tentativo continuo di recepire le nuove diversità, poichè è un modello aperto alla diversità, e di recepirle in un quadro generale armonioso ed equilibrato. La fratellanza universale e la solidarietà universale sono un valore riconosciuto e praticato.
A questo livello gli umani si organizzano in "comunità" e non in clan. I ruoli sono intercambiabili e l'"accessibilità" è garantita a chiunque.
Inutile dire che molte chiese si inseriscono nel secondo livello....nel quale trovano spazio moltissimi "fedeli"
Inutile dire che molti che si definiscono atei appartengono al primo livello.