Donne simbolo
Forse per caso, forse per uno di quei misteriosi motivi che non conosciamo, e che manco intendiamo indagare, ho ritrovato oggi una serie di brevi meditazioni che preparai anni fa, destinate ad un pubblico semplice, e culturalmente modesto.
Niente di impegnativo quindi, nessun approfondimento filosofico o teologico.
Il sottotitolo, era e rimane: “Circa alcune figure femminili meno note dell’Antico Testamento”.
Anche se non sembra, sono molte le donne citate nella Bibbia. E su ognuna di loro c’è da riflettere. Pensai, per queste piccole meditazioni, di tralasciare le figure più note, considerandone invece altre, meno raccontate ma altrettanto significative.
Intenzione dichiarata di tale scelta è quella di spingere ognuno di noi a riprendere in mano la Bibbia per approfondirla, per scoprirne i tesori più nascosti, i mille sconosciuti, preziosi insegnamenti.
Una particolarità unisce queste figure femminili diciamo così “minori”. Ognuna di loro riveste grande importanza sul piano simbolico o dottrinale; nessuna è lì per caso. Sono persone citate in pochi versetti, e di cui non si dice quasi nulla. Molto spesso non è scritto nemmeno il nome, e vengono individuate solo attraverso uno stato sociale o l’origine geografica. “La schiava di Naaman”, “la Sulammita”, “la moglie di Giobbe”… Come per sottolineare: non conta chi esse siano, è importante quello che rappresentano nella storia d’Israele, nell’insegnamento del Signore, nel piano della Salvezza. C’è sempre un punto, che spiega quale sia la sua funzione, quale il messaggio che ci porta. Quest’elemento caratterizzante è stato usato come sottotitoli delle riflessioni.
Ho privilegiato nelle prime meditazioni il tema della preghiera e della fede, poi sarà protagonista la sapienza, quindi la giustizia di Dio e la legge, per concludere con quelle figure in cui è predominante l’Amore, cardine come sempre del rapporto dell’uomo con il suo Creatore.
Infine, e non a caso, il sottotitolo della prima meditazione è “La voce sottile della coscienza”: quella voce che sempre dovremo cercare di ascoltare per lasciarci guidare sulle vie della nostra personale santificazione.
Ringrazio chi vorrà seguirmi nella rilettura di questi pensieri (credo che mi fermai ad una ventina in tutto), e gradirò ogni eventuale commento, ma anticipo da subito che non mi sentirò impegnato a rispondere o aprire alcun dibattito.
Grazie di avermi letto, e buona Pasqua di Resurrezione a tutti
Lucio Musto Domenica 8 aprile 2012 - Pasqua del Signore
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Forse per caso, forse per uno di quei misteriosi motivi che non conosciamo, e che manco intendiamo indagare, ho ritrovato oggi una serie di brevi meditazioni che preparai anni fa, destinate ad un pubblico semplice, e culturalmente modesto.
Niente di impegnativo quindi, nessun approfondimento filosofico o teologico.
Il sottotitolo, era e rimane: “Circa alcune figure femminili meno note dell’Antico Testamento”.
Anche se non sembra, sono molte le donne citate nella Bibbia. E su ognuna di loro c’è da riflettere. Pensai, per queste piccole meditazioni, di tralasciare le figure più note, considerandone invece altre, meno raccontate ma altrettanto significative.
Intenzione dichiarata di tale scelta è quella di spingere ognuno di noi a riprendere in mano la Bibbia per approfondirla, per scoprirne i tesori più nascosti, i mille sconosciuti, preziosi insegnamenti.
Una particolarità unisce queste figure femminili diciamo così “minori”. Ognuna di loro riveste grande importanza sul piano simbolico o dottrinale; nessuna è lì per caso. Sono persone citate in pochi versetti, e di cui non si dice quasi nulla. Molto spesso non è scritto nemmeno il nome, e vengono individuate solo attraverso uno stato sociale o l’origine geografica. “La schiava di Naaman”, “la Sulammita”, “la moglie di Giobbe”… Come per sottolineare: non conta chi esse siano, è importante quello che rappresentano nella storia d’Israele, nell’insegnamento del Signore, nel piano della Salvezza. C’è sempre un punto, che spiega quale sia la sua funzione, quale il messaggio che ci porta. Quest’elemento caratterizzante è stato usato come sottotitoli delle riflessioni.
Ho privilegiato nelle prime meditazioni il tema della preghiera e della fede, poi sarà protagonista la sapienza, quindi la giustizia di Dio e la legge, per concludere con quelle figure in cui è predominante l’Amore, cardine come sempre del rapporto dell’uomo con il suo Creatore.
Infine, e non a caso, il sottotitolo della prima meditazione è “La voce sottile della coscienza”: quella voce che sempre dovremo cercare di ascoltare per lasciarci guidare sulle vie della nostra personale santificazione.
Ringrazio chi vorrà seguirmi nella rilettura di questi pensieri (credo che mi fermai ad una ventina in tutto), e gradirò ogni eventuale commento, ma anticipo da subito che non mi sentirò impegnato a rispondere o aprire alcun dibattito.
Grazie di avermi letto, e buona Pasqua di Resurrezione a tutti
Lucio Musto Domenica 8 aprile 2012 - Pasqua del Signore
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