Olèvanth ha scritto:forza lazioooooooo
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SergioAD ha scritto:Naturalmente si gioca, io non so nulla dei problemi della mente
E invece c'entrava tutto.E adesso voglio chiederti scusa perché faccio prima così che a spiegare ancora come non c'entravi nulla.
Lisandro ha detto: L'homo sapiens sapiens è l'individuo che sa di sapere.
E come si definisce l'individuo che sa di sapere di non sapere?
zailor ha scritto:NinfaEco ha scritto:Nei vari scambi avuti in questi anni, riguardo al forum mi sono sempre sentita dire che era atipico, particolare, fatto da persone "brillanti" e fuori degli schemi. In alcuni casi lo hanno detto per esprimere il loro apprezzamento e in altri mi è stato poi detto "purtroppo troppo fuori dagli schemi per me".
Insomma nessuno ha detto che era un posto banale.... ma che era un posto strano molti.
Ma che cacchio ha di strano sto posto e chi ci scrive?
2 anni e mezzo fa quando mi iscrissi con un altro nick colsi subito la profondità delle persone che qua scrivevano.
I temi sono più ricercati, le persone danno risposte più ponderate e riflessive e si espongono in maniera diversa.
Io percepii subito una qualità superiore anche perché ho e bazzico ancora forum più leggeri dove al 90% si parlava del più e del meno sempre.
Chi rimane è un po' come il chinotto s.pellegrino: (beve) fuori dal coro.
Tutti vogliono la qualità a parole ma non tutti, nel momento in cui la toccano con mano, sanno apprezzarla e sopratutto sostenerla.
concordo a pieno...devo dire che quando...circa due giorni fa...mi sono iscritta era per la qualità degli argomenti affrontati e per le risposte sagaci e competenti degli avventori...inoltre qualcuno fa dell'ironia la sua bandiera e questo mi piace. devo però constatare a distanza di poche ore che qui ce veramente qualcuno che si prende veramente ma veramente troppo sul serio. insomma va bene sfoggiare qualità lessicali e competenza ma da qui a mettersi su di un piedistallo e sentenziare sui gusti altrui io lo trovo esagerato e inutile. che poi questa gente la vorrei vedere al bar la mattina con cappuccino e brioche come parlano. ma questo accade in quasi tutti i forum e anche nella vita reale.Lady Joan Marie ha scritto:Io penso che in questo forum comunichiamo ognuno in maniera diversa ma allo stesso tempo costruttiva, dobbiamo solo imparare a capirci l'un l'altro.
perdonami ma me lo spieghi come ad un bambino di due anni per favore? istintivamente l'ho trovato interessante ma non l'ho compreso.devo smetterla di collegarmi qui mentre lavoro poi non essendo io multitasking non faccio bene ne qusto ne quello.Aleister ha scritto:Tutto va bene, l'importante è non convincersi di essere gli autori di ciò che "si" dice attraverso "noi". Non è il linguaggio ad appartenere all'io ma viceversa. Non esistono soggetti che comunicano attraverso un linguaggio ma solo l'accadere del linguaggio che compone e scompone, come vetrini di un caleidoscopio, i vari soggetti "dicenti".
ora ti dà della pisanasamanta ha scritto:perdonami ma me lo spieghi come ad un bambino di due anni per favore? istintivamente l'ho trovato interessante ma non l'ho compreso.Aleister ha scritto:Tutto va bene, l'importante è non convincersi di essere gli autori di ciò che "si" dice attraverso "noi". Non è il linguaggio ad appartenere all'io ma viceversa. Non esistono soggetti che comunicano attraverso un linguaggio ma solo l'accadere del linguaggio che compone e scompone, come vetrini di un caleidoscopio, i vari soggetti "dicenti".
uff quanto sono limitata.
In pratica affermare "io" dico-scrivo questo è una convenzione linguistica. Si presuppone vi sia un "io" stabile che usa il linguaggio come uno strumento per comunicare ad "altri". Ma questo "io" è già una convenzione-convinzione linguistica, non tanto parlante o scrivente quanto "parlato" e "di-scritto" da un flusso di parole, contenuti che non ci appartengono, agglutinati secondo dinamismi che non padroneggiamo, e che costituiscono l'orizzonte insuperabile in cui già da sempre abitiamo senza poterlo afferrare, senza poterci afferrare.samanta ha scritto:perdonami ma me lo spieghi come ad un bambino di due anni per favore? istintivamente l'ho trovato interessante ma non l'ho compreso.devo smetterla di collegarmi qui mentre lavoro poi non essendo io multitasking non faccio bene ne qusto ne quello.Aleister ha scritto:Tutto va bene, l'importante è non convincersi di essere gli autori di ciò che "si" dice attraverso "noi". Non è il linguaggio ad appartenere all'io ma viceversa. Non esistono soggetti che comunicano attraverso un linguaggio ma solo l'accadere del linguaggio che compone e scompone, come vetrini di un caleidoscopio, i vari soggetti "dicenti".
uff quanto sono limitata.
Magonzo ha scritto:ora ti dà della pisanasamanta ha scritto:perdonami ma me lo spieghi come ad un bambino di due anni per favore? istintivamente l'ho trovato interessante ma non l'ho compreso.Aleister ha scritto:Tutto va bene, l'importante è non convincersi di essere gli autori di ciò che "si" dice attraverso "noi". Non è il linguaggio ad appartenere all'io ma viceversa. Non esistono soggetti che comunicano attraverso un linguaggio ma solo l'accadere del linguaggio che compone e scompone, come vetrini di un caleidoscopio, i vari soggetti "dicenti".
uff quanto sono limitata.
o' Alèste, o' posa 'r fiasco e parla ''olle triglie n'bocca, ché ir pane secco è finito e ti si capisce mèglio
Al posto di dire "io" dovremmo dire: "l'espressione di questa mente condizionata nel tempo dalle esperienze soggettive e continuamente mutevole, pur se tendente a manifestare combinazioni specifiche appartenenti all'entità unica e irripetibile che ti sta parlando". Te piace? E' forse più vicina al vero, ma un po' lunghetta...Aleister ha scritto:
In pratica affermare "io" dico-scrivo questo è una convenzione linguistica. Si presuppone vi sia un "io" stabile che usa il linguaggio come uno strumento per comunicare ad "altri". Ma questo "io" è già una convenzione-convinzione linguistica, non tanto parlante o scrivente quanto "parlato" e "di-scritto" da un flusso di parole, contenuti che non ci appartengono, agglutinati secondo dinamismi che non padroneggiamo, e che costituiscono l'orizzonte insuperabile in cui già da sempre abitiamo senza poterlo afferrare, senza poterci afferrare.
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