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l'aggressività

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cinzia
cinzia
Viandante Storico
Viandante Storico
sai perchè te lo chiedo?
Da noi stimo  manadndo avanti un  percorso per le donne della Difesa,
si chiama "progetto donna" comprende una prima visita da un senologo oncologo che valuta poi tutte le visite specialistiche che ritiene opportune per le pazienti ,naturalmente tenendo conto anche dell'età, vedo che a tutte o quasi..ma diciamo quasi tutte, chiede tre consulenze psicologiche..ora proprio giorni fa un medico si lamentava di questo e chiedeva...ma è possibile che tutte  ste donne abbiano pisogno di questo "percorso"?
loro hanno risposto che , si, tutte avremmo bisogno , almeno una volta nella vita, di fare un colloquio con loro,
ora mi chiedevo se sono loro ad averne bisogno dopo sta risposta o siamo veramente tutte fuori fase e non ce ne accorgiamo?

Altrimenti mi metto in lista sorriso 

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Bè, ci sono ambiti lavorativi che sono talmente delicati da richiedere il monitoraggio di uno psicologo.

Ora, però, non dimenticare che sono sempre io: non puoi servirmi assist del genere!

53
cinzia
cinzia
Viandante Storico
Viandante Storico
che vuol dire..."sono sempre io"?

stimo parlando educatamente e m' interessa l'argomento...
oddio neppure questo posso fare?

54
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Era una battuta, Cinzia.

55
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
doctor faust ha scritto:
Colpa del comportamentismo e del rifiuto psicoculturale dovuto a ideologie che si sono imbevute di paraconcetti genetici pro domo propria.
Questa me l'ero persa.
A questo punto quello che dicevo a Zadig qui...

Yale ha scritto:Almeno con il Faust si possono scambiare frasi di senso compiuto senza ricevere solo fastidiosi starnazzi in risposta.
bè, ecco...
...me lo rimangio.

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
cinzia ha scritto:ma, secondo te tutti avremmo bisogno di una chiacchieratina con uno psicologo?
Avremmo tutti bisogno di incontrare più psicologia e, per non farla troppo lunga, cito solo quella di base, quella scolastica, del lavoro e bla..bla…
Purtroppo le cose vanno diversamente, allontanandoci in questo senso da alcune realtà continentali.
Non è però solo una questione economica, ma anche culturale.

Bisogna dire poi, che nonostante i termini specifici vengano utilizzati copiosamente, vi è una gran confusione/mancanza di informazioni sulle caratteristiche di quella figura professionale, relative competenze ed operato, peraltro con marcato caos terminologico, come questo stesso thread dimostra.
Certo la questione non è semplice; vuoi per caratteristiche intrinseche, vuoi per  i punti di contatto e contrapposizione con altre discipline; vuoi per un quadro normativo abbastanza scandaloso; vuoi per le iniziative di coloro i quali pensano esista – tra le maglie di quelle competenze professionali- spazio per inserirvi altro.

Proprio per tentare di colmare quella carenza di cui sopra, credo proprio di sapere che, da parte degli organi preposti, si stia pianificando un’articolata campagna di informazione, con ovvio beneficio di tutti.

Oddio, forse ci siamo allontanati un pochino dal tema principale, però devo dire che mi/ci assolvo piuttosto in fretta poiché: l’abbrivio verso tale deriva, proviene proprio da chi il thread lo ha aperto.

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SergioAD
avatar
Viandante Storico
Viandante Storico
In effetti l'autore di un tema da dibattere avrebbe la responsabilità della conduzione dello stesso. Se gli fosse stato commissionato avrebbe avuto un piano, una scaletta e degli obiettivi.

Noi ci facciamo invitare per poi discutere di un ramo delle relazioni umane e psicoterapia - come affermare che sia irrilevante la disambiguità tra farmacologia ed erboristeria non stimoli aggressività.

Per quanto riguarda la patologia per la quale prescrivere farmaci, fare accertamenti, diagnosi differenziale per disturbi psichici, analisi dipendenti da altre malattie o farmaci - io direi solo psichiatri.

Dr, Faust ha scritto:Perché gli esseri umani, che per alcuni discendono da dio, fatti a sua immagine e somiglianza, sono capaci di aggressioni simili a quelle di una belva feroce?

Che riflessioni ne scaturiscono?
Se non si tratta di patologia allora il dominio di pertinenza appartiene a: Esperti di comunicazione, relazioni sociali, guru del benessere e sacerdoti, assistenti sociali, etc... psicologi e filosofi.

Sapete chi risolve discretamente questo tipo di problematica?

I mercanti (miei nemici) hanno commissionato ai tecnici un sistema per massimizzare i guadagni (evitare sprechi, mitigare i rischi, standardizzare i processi, distribuire sapere...) ed essere un problema per la competizione.

Restano fuori quelli che non implementano queste regole di "acquisizione e gestione della maturità" o la fascia sociale che per vari motivi non ha acceduto a questa conoscenza - penso che dovrebbe fare parte della formazione.

L'uomo come la formica non può esistere da solo, senza la società è proprio impossibile - senza citare le società primitive è immaginabile che l'aggressività ha avuto una evoluzione, trasformandosi o vestendosi in modo produttivo.

Quelli che non rispondono alle esigenze della società tendenzialmente non si accoppiano (il ratto delle Sabine non si sarebbe fatto oggi) - manifestare aggressività è una anomalia che deve tendere alla sua eliminazione (violenta Peace ).

Se qualcuno di noi è aggressivo o ha un aggressivo in famiglia, lo sa bene come avviene il gioco delle forze e come alla fine chi non ha saputo gestire la propria aggressività resta fuori un po' come la sentinella ai margini del territorio.

Questo per la società ma se qualcuno pensa alla famiglia e assimilabili e vorrebbe discutere della propria esperienza qui dentro, dietro a pseudonimi e avatar allora si chiedesse se pensa che ci sia il buon interlocutore e l'ambiente adatto.

La seguente figura era parte di una serie di viewgraphs che avevo preparato tempo fa, le avrei postate se ci fosse stata partecipazione, erano delle osservazioni di relazioni umane intenettare ma anche reali. Questa era quella introduttiva.

Non ve ne può frega de meno limortaccivostri (fermi! la parolaccia è per chi sa già di avere un livello confidenziale con me).  
l'aggressività - Pagina 3 Discu010

58
nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
SergioAD ha scritto:
Per quanto riguarda la patologia per la quale prescrivere farmaci, fare accertamenti, diagnosi differenziale per disturbi psichici, analisi dipendenti da altre malattie o farmaci - io direi solo psichiatri.
Qua siamo in presenza di un passaggio delicato, poiché chiama in causa una questione spinosa oggetto di profondi confronti anche in sedi «qualificate», che per ovvie ragioni non possiamo certo emulare.
Il punto è: come si giunge a diagnosi psicopatologica? Chi e come può giungere a ciò?
Posizioni delineate vi sono, ma bisogna anche dire che sono frutto di quella contrapposizione in essere fra professionisti della psiche.


SergioAD ha scritto:
Se non si tratta di patologia allora il dominio di pertinenza appartiene a: Esperti di comunicazione, relazioni sociali, guru del benessere e sacerdoti, assistenti sociali, etc... psicologi e filosofi.
Questo invece mi risulta inaccettabile, a partire proprio dall’accostamento di certe figure ad altre,
Ed inoltre, come dicevo precedentemente, testimonia proprio che vi è bisogno di informazione.
Se si vuole desumere quali siano gli ambiti di pertinenza aperti ad «altre professioni», beh conviene andare per esclusione, visto che così facendo si gettano le basi per non commettere un reato, quello dell’esercizio abusivo della professione di psicologo.
Ad esempio si può partire da qua:
«La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la
prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico
rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità.
Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito
»
Se ci si sofferma con attenzione su tali definizioni, ben si comprende come tali spazi aperti siano tutt’altro che ampi.

Vi sono, e lo testimonio per dovere di cronaca, anche altri passaggi che mi fanno storcere il naso, ma posso tranquillamente soprassedere.

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doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Yale ha scritto:Io non svincolo affatto, e te l'ho appena dimostrato analizzando i tuoi passaggi illogici.
Se il coraggio che chiami in causa è lo stesso che hai tu nell'affrontare argomenti a te sconosciuti, allora no, in effetti mi manca.
Stando alla tua definizione di psicoterapia allora anche un farmaco ansiolitico è psicoterapia, una carezza è psicoterapia, la cioccolata è psicoterapia.
E ovviamente non è così.
La visione interventista di una certa scuola psicoterapeutica....

cinzia ha scritto:@yale...perchè una carezza o una coccola non può far parte di una psicoterapia?
capisco l'ansiolitico , ma le coccole fanno così bene
cinzia ha scritto:ma l'ansiolitico toglie l'ansia, fa star bene ma da dipendenza , le coccole no anzi...
ma la psicoterapia DEVE sempre portare ad un cambiamento oppure a conoscere meglio noi stessi.?
e ad accettarci anche per quello che siamo?
Ma vale il principio medico che le disfunzioni non sempre guariscono, ma tutte si possono curare.
Quale è la cura adatta? Quella che da i migliori risultati.
Quali sono i migliori risultati? Quelli che soggettivamente permettono di vivere meglio secondo le proprie inclinazioni.
Mi pare.

Aleister ha scritto:.... implicitamente il concetto che la nostra vita è definita e come tale quella di tutti gli organismi viventi da quello che c’è nel dna. L’idea che sostanzialmente siamo determinati dai nostri geni . Non è vero.
Io penso di si. non nel senso che vuoi dare tu.
Guarda la tua foto dul come, di quando a vevi 5 anni.
Ti senti molti diverso dal bambino che affrontava la vita?
Non hai gli stessi atteggiamenti? Modi di fare? tendenze? Spinte emotive? Reazioni?

Si, forse hai cercato di migliorarti, di cambiare. Sopratutto nell'adolescenza, e subito dopo, ti sei sentito un rivoluzionario. Ma piano piano, senza accorgertene, sei ritornato nell'alveo del tuo fiume.
Alcuni di più, alcuni di meno, perchè noi siamo il prodotto di due linee genetiche, per cui possono esserci contraddizioni a iosa...

E chiro che puoi scegliere la marca di caffe che vuoi, o il film che preferisci, e la femmina che piu' ti garba, e sembrano sempre scelte occasionali, casuali, abitudinarie...

Ma se va e vedere sotto sotto, c'è sempre una relazione con la tua indole di base. Il tuo essere Ok o non essere Ok, comunque vadano le cose.


cinzia ha scritto:.. proprio giorni fa un medico si lamentava di questo e chiedeva...ma è possibile che tutte  ste donne abbiano pisogno di questo "percorso"?
loro hanno risposto che , si, tutte avremmo bisogno , almeno una volta nella vita, di fare un colloquio con loro,
 
Forse uno di loro ha una moglie o amante psicoterapeuta. Cosi mangiano tutti.SGHIGNAZZARE 

nextlife ha scritto:
Avremmo tutti bisogno di incontrare più psicologia e, per non farla troppo lunga, cito solo quella di base, quella scolastica, del lavoro e bla..bla…
Purtroppo le cose vanno diversamente, allontanandoci in questo senso da alcune realtà continentali.
Non è però solo una questione economica, ma anche culturale.

Oddio, forse ci siamo allontanati un pochino dal tema principale, però devo dire che mi/ci assolvo piuttosto in fretta poiché: l’abbrivio verso tale deriva, proviene proprio da chi il thread lo ha aperto.
A me non dispiace...cosi facendo si capiescono anche aspetti dell'aggressività latente che alberga in ogni intervento...sorriso 

SergioAD ha scritto:In effetti l'autore di un tema da dibattere avrebbe la responsabilità della conduzione dello stesso. Se gli fosse stato commissionato avrebbe avuto un piano, una scaletta e degli obiettivi.
L'intento puo anche essere quello di rivedere le proprie convizioni dopo averle confrontate con quelle altri.

Non e' una conferenza, e nemmeno un corso.sorriso 

Per quanto riguarda la patologia per la quale prescrivere farmaci, fare accertamenti, diagnosi differenziale per disturbi psichici, analisi dipendenti da altre malattie o farmaci - io direi solo psichiatri.
L'iter giusto è andare dal curante. Se lo ritiene opportuno, escluse altre disfunzioni fisiche, o problemi di altro genere, [economico, lavorativo, famigliare, ecc]può inviare dallo specialisto o al centro di igiene mentale

Il punto è: come si giunge a diagnosi psicopatologica? Chi e come può giungere a ciò?
Posizioni delineate vi sono, ma bisogna anche dire che sono frutto di quella contrapposizione in essere fra professionisti della psiche.
Il punto è: c'e' sempre bisogno di una diagnosi psicologica?
Se il problema è esistenziale, o famigliare, o ecomonico, o lavorativo, o culturale, o dovuto a immigrazione, integrazione, ecc. A che serve una diagnosi di tipo medico?

Ad esempio si può partire da qua:
«La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la
prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico
rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità.
Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito
»
Se ci si sofferma con attenzione su tali definizioni, ben si comprende come tali spazi aperti siano tutt’altro che ampi.
A me sembrano molto ampi....visto che coprono tutti gli enti e istituzioni sociali tradizionali e artificiali, tutte le età, tutti i tipi di cultura capiti di fronte e tutti i tipi di disagio, compreso il penale e il sanitari in senso stretto.
Ma se una ragazzo di 24-25 anni si sente in grado di affrontalo...facepalm 



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doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Dimenticavo: C'e' una branca della psicologia che amo tantissimo, e che si allinea bene ell'etologia comparata, alla genetica e alla psicologia sociale, che spiega molto e da poche indicazioni sugli interventi.

Il perche viene da solo.

Si tratta della psicologia evolutiva, che secondo me, toglierà di mezzo gran parte delle scuole psico oggi esistenti:--.--: 
E che è indispensabile ad una epistemologia ben fatta.



Ultima modifica di doctor faust il Gio 3 Ott 2013 - 12:44 - modificato 1 volta.

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Oddio mio, Faust, che razza di macello.
Ora non ho tempo, ma appena posso... risponderò su quello che rimarrà, poichè immagino che certe castronerie, non le si possa ignorare per più di un istante.

62
Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Grazie Faust per la risposta (non mi hai ancora messo in ignore? Procedi, pazzo!) che non condivido non essendo mai nato.
Ma siamo sempre lì: la psicoanalisi e le neuroscienze si occupano di due cose diverse; la psicoanalisi è un’esperienza della parola e della relazione umana (transfert), quindi due grandi vettori, parola e transfert. La psicoanalisi produce un’efficacia terapeutica a partire da questo binomio.
Le neuroscienze, invece, producono efficacia terapeutica indiscutibile, ma entro un campo di azione diverso: non usano la parola, ma il farmaco; non usano il transfert. Stiamo parlando di due campi di esperienza irriducibili.

La psicoanalisi, diceva Lacan, è una scienza del particolare, dell’uno per uno. I risultati di una cura non si possono ripetere in un’altra cura. Freud consigliava di ricevere ogni soggetto come se fosse il primo, dimenticando le cure precedenti. L’esperienza, quindi, mette in risalto un criterio di unicità. E ancora, Bion raccomandava all’analista di ascoltare il paziente “senza memoria e senza desiderio”, cioè dimenticando l’esperienza accumulata fino a quel momento, come se fosse un avvenimento inedito. Lacan parlava della passione dell’ignoranza, come passione fondamentale dello psicoanalista: ignorare ciò che sa, per raccogliere l’inedito, l’incomparabile.

Credo questo sia un passaggio fondamentale ed ignorato: l’analista non vuole guarire, non punta alla guarigione del paziente. La guarigione deve arrivare come effetto di un percorso di recupero della storia personale, ma non è l’obiettivo di una psicoanalisi. Quest’altro punto rende la psicoanalisi inattuale nell’epoca contemporanea, perché nella contemporaneità prevale l’esigenza dell’utilità immediata. A una terapia si chiede che sia immediatamente utile, immediatamente efficace nel ridurre la sofferenza sintomatica. Sicuramente il farmaco risponde meglio al criterio dell’utilità immediata, mentre la psicoanalisi ritiene che la guarigione sia raggiunta nella misura in cui si compia un percorso più ampio e venga meno il criterio dell’utilità immediata.

63
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
SergioAD ha scritto:
Per quanto riguarda la patologia per la quale prescrivere farmaci, fare accertamenti, diagnosi differenziale per disturbi psichici, analisi dipendenti da altre malattie o farmaci - io direi solo psichiatri.
SergioAD ha scritto:
Se non si tratta di patologia allora il dominio di pertinenza appartiene a: Esperti di comunicazione, relazioni sociali, guru del benessere e sacerdoti, assistenti sociali, etc... psicologi e filosofi.
doctor faust ha scritto:La visione interventista di una certa scuola psicoterapeutica....
doctor faust ha scritto: Ma vale il principio medico che le disfunzioni non sempre guariscono, ma tutte si possono curare.
Quale è la cura adatta? Quella che da i migliori risultati.
Quali sono i migliori risultati? Quelli che soggettivamente permettono di vivere meglio secondo le proprie inclinazioni.
Mi pare.
doctor faust ha scritto:
A me non dispiace...cosi facendo si capiescono anche aspetti dell'aggressività latente che alberga in ogni intervento...sorriso 
doctor faust ha scritto:
Il punto è: c'e' sempre bisogno di una diagnosi psicologica?
Se il problema è esistenziale, o famigliare, o ecomonico, o lavorativo, o culturale, o dovuto a immigrazione, integrazione, ecc. A che serve una diagnosi di tipo medico?
doctor faust ha scritto:Dimenticavo: C'e' una branca della psicologia che amo tantissimo, e che si allinea bene ell'etalogia comparata, alla genetica e alla psicologia sociale, che spiega molto e da poche indicazioni sugli interventi.
Il perche viene da solo.
Si tratta della psicologia evolutiva, che secondo me, toglierà di mezzo gran parte delle scuole psico oggi esistenti:--.--: 
E che è indispensabile ad una epistemologia ben fatta.
Io mi arrendo.

64
SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Yale,

Solo per quel che ho scritto e per cui in parte ti sei arresa.

1. il mio campo di specializzazione è da un'altra parte;

2. le opinioni mie sono insignificanti e vorrebbero essere corrette;

Poi se non si definisce l'aggressività ed il suo contesto la generalizzazione, per me, può andare.

Se devo far discutere un commerciale nell'ambito di sistemi di combattimento con un governo straniero l'aggressività è di pertinenza di un pool di tecnici di cui possono far parte anche e mai solo dei psicologi.

Per me l'uomo è una funzione coi suoi pannelli per la messa a punto ed è impressionante quanto sia prevedibile l'interfaccia... fuori dalla gaussiana, sempre per me, lo stesso pool si avvale di figure professionali della medicina.

Poi ognuno si appassiona da qualche parte ed io in questo caso non sono nemmeno un amatore... poi s'è detto che non è conferenza (tanto meno simposio) anche se a me piacciono quelle atmosfere. Allora per simpatia mi arrendo anche io.

65
Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Vedi Sergio, il punto è che quando qualcuno apre un discorso inerente la psicologia, più o meno tutti ci si fiondano per dire la propria, senza mai anteporre un "secondo me" pur riconoscendo (quando va bene) che non è il proprio ambito.
Cosa che non accadrebbe se si stesse discutendo di operazioni in laparoscopia o dell'eziologia dell'encefalite erpetica.
E questo, come ho più volte ripetuto, può essere un atteggiamento pericoloso.
Tu mi fai notare che l'aggressività è di pertinenza di tutti, ma è un'osservazione superflua visto che, come noterai, nessuna delle frasi che ho quotato riguardano quell'aspetto.
Il fatto che non sia una conferenza non è una buona ragione per parlare di patologie senza cognizione di causa.

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
doctor faust ha scritto:
nextlife ha scritto:
[…]
Oddio, forse ci siamo allontanati un pochino dal tema principale, però devo dire che mi/ci assolvo piuttosto in fretta poiché: l’abbrivio verso tale deriva, proviene proprio da chi il thread lo ha aperto.
A me non dispiace...cosi facendo si capiescono anche aspetti dell'aggressività latente che alberga in ogni intervento...sorriso 
Niente meno che… pure «latente», complimenti.
E in quale modo pervieni a tutto ciò? Con quali strumenti? Utilizzando quali definizioni? Quali inquadramenti teorici? Quali passaggi diagnostici?
Tra l’altro senza nessuna prudenza, senza nessuna cautela, non un periodo ipotetico, non un condizionale..
Ma dico: per tutta una serie di evidenti motivi, non è il caso di rimanere sui contenuti e lasciare cose del genere alla loro complessità?
Come se si potesse poi superare con facilità la diffusa difficoltà degli individui a rapportarsi con la realtà, non distorcerla e quindi mettere in campo un comportamento adeguato, per non parlare di ciò che viene piegato alle proprie esigenze.

Ad esempio: se tu – non in senso lato, proprio tu persona fisica – continui a proporre definizioni personalizzate (diciamo così) appartenenti a determinati aspetti di una specifica disciplina; se lo fai in assenza di quella cautela di cui sopra e, a fronte di ciò, ti perviene una contestazione progressiva che diviene anche profonda, dove risiede davvero l’aggressività?

doctor faust ha scritto:
L'iter giusto è andare dal curante. Se lo ritiene opportuno, escluse altre disfunzioni fisiche, o problemi di altro genere, [economico, lavorativo, famigliare, ecc]può inviare dallo specialisto o al centro di igiene mentale
Di questo ne abbiamo parlato in altro thread ,in un confronto con Victorinox e, in qualche modo, anche in questo vi ho accennato.
Intendo che da molto tempo, nel nostro paese (ma siamo tutt’altro che un’avanguardia), si sostiene la necessità dello psicologo di base, che possa intercettare una buona fetta di quella domanda sanitaria che sebbene riferibile a problematiche di carattere psicologico, ora trova – non raramente – altro tipo di risposte.
Esistono in letteratura anche delle cifre riferibili a  quanto sopra; come dicevo in altro contesto: personalmente preferisco non citarle, ma di certo la questione è rilevante e, come non potrebbe essere diversamente, mira al concetto di promozione della salute del paziente che inevitabilmente si traduce anche nell’evitare eccessi di medicalizzazione e/o psicologizzazione dei problemi, il che – come facilmente intuibile -  è un obiettivo più facilmente centrabile se a livello di Primary Care, esistono entrambe le professionalità.
Del resto, se è vero che sempre più corposamente (così rispondiamo anche a quel guazzabuglio della questione genetica) si sta affermando il modello biopsicosociale, proprio l’interazione precoce delle varie branche specialistiche che con esso si cimentano, non può che essere un enorme vantaggio; anche in termini di una corretta gestione delle risorse (economiche, strutturali, bla).
doctor faust ha scritto:
Il punto è: c'e' sempre bisogno di una diagnosi psicologica?
Se il problema è esistenziale, o famigliare, o ecomonico, o lavorativo, o culturale, o dovuto a immigrazione, integrazione, ecc. A che serve una diagnosi di tipo medico?
Beh, qua fai una grossa confusione, il che – francamente- non mi pare una novità.
Però, ad onor del vero, devo dire che non sono tanto sorpreso dal fatto che non riesci bene a cimentarti con questo aspetto, visto che – tanto per cambiare – è complesso; mi sorprende una volta di più, la mancanza di cautela, prudenza, accortezza.
La diagnosi psicologica o psicodiagnosi, non è un atto medico., ma è una prerogativa e pertinenza esclusiva dello psicologo.
Indubbiamente, il termine «diagnosi», presenta innumerevoli scogli interpretativi, ma anche superati i quali, permane su di esso  – da sempre – una parte cospicua di quella poderosa contrapposizione tra psicologia e medicina.
Io ora potrei prodigarmi nel formulare i passaggi essenziali del concetto in questione, però per quale motivo non riportarli, visto che sono già egregiamente esposti?
Quindi:

  • « […] Il concetto di diagnosi ha vari significati non univoci lungo un continuum
    che va da un’accezione ristretta di identificazione di una patologia
    ad un’accezione ampia di identificazione di un fenomeno sulla base dell’individuazione dei fattori che la caratterizzano (storia del soggetto, sintomi fisici e psichici, modalità comportamentali, attività mentale, informazioni ottenute con varie modalità di valutazione)



  • « […] In generale, la diagnosi psicologica è un processo di
    1) osservazione clinica (primo livello di base di astrazione)
    2) inquadramento delle osservazioni cliniche in una cornice formale riconosciuta dalla comunità scientifica (secondo livello di astrazione)
    3) elaborazione di ipotesi sui meccanismi di formazione e mantenimento degli esiti clinici (terzo livello di astrazione) nonché ai fini della scelta del trattamento



  • « […] la diagnosi psicologica è un atto conoscitivo-pragmatico
    relativo al livello del funzionamento psicosociale del fenomeno
    osservato e, a causa della sua specificità, non si pone in contraddizione o in
    contrapposizione, ma è pienamente compatibile con altri interventi di diagnosi
    specialistica relativi a livelli differenti di funzionamento dell’essere umano
    ».


  • « […] La psicologia è la scienza del comportamento e dei processi mentali sia
    normali che patologici, di cui la psicopatologia – e conseguentemente la
    diagnosi psicopatologica – è un aspetto interno.
    La diagnosi psicopatologica
    si riferisce quindi alla valutazione dei comportamenti e dei processi
    cognitivi ed affettivi disadattivi e/o fonte di sofferenza, attraverso la loro
    valutazione che prevede l’utilizzo di strumenti specifici e mirati, la loro classificazione
    in un sistema diagnostico riconosciuto e l’individuazione dei fattori
    psicologici che li hanno originati e che li mantengono
    ».


  • « […] La diagnosi psicopatologica
    non riguarda lo stato del substrato cerebrale dei processi
    mentali in quanto tali, proprio come la diagnosi circa lo stato del substrato
    cerebrale non riguarda il funzionamento mentale in quanto tale
    ».

e poi ci fermiamo, che tanto si è capito.
doctor faust ha scritto:
Ad esempio si può partire da qua:
«La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la
prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico
rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità.
Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito
»
Se ci si sofferma con attenzione su tali definizioni, ben si comprende come tali spazi aperti siano tutt’altro che ampi.
A me sembrano molto ampi....visto che coprono tutti gli enti e istituzioni sociali tradizionali e artificiali, tutte le età,  tutti i tipi di cultura capiti di fronte e tutti i tipi di disagio, compreso il penale e il sanitari in senso stretto.
Ma se una ragazzo di 24-25 anni si sente in grado di affrontalo...facepalm 
Qua, invece, sorpresa..sorpresa… hai fatto confusione; il che probabilmente è dovuto al fatto che hai omesso una parte essenziale del discorso.
Quegli «spazi liberi», non sono altro che i vuoti esistenti nelle competenze e prerogative dello psicologo, che secondo alcune intenzioni potrebbero essere colmati da altre professionalità.
Quanto ho riportato, invece, ed era questo che evidenziavo, mi sembra proprio non lasci sul campo molte possibilità.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Yale ha scritto:Vedi Sergio, il punto è che quando qualcuno apre un discorso inerente la psicologia, più o meno tutti ci si fiondano per dire la propria, senza mai anteporre un "secondo me" pur riconoscendo (quando va bene) che non è il proprio ambito.
Cosa che non accadrebbe se si stesse discutendo di operazioni in laparoscopia o dell'eziologia dell'encefalite erpetica.
E questo, come ho più volte ripetuto, può essere un atteggiamento pericoloso.
Tu mi fai notare che l'aggressività è di pertinenza di tutti, ma è un'osservazione superflua visto che, come noterai, nessuna delle frasi che ho quotato riguardano quell'aspetto.
Il fatto che non sia una conferenza non è una buona ragione per parlare di patologie senza cognizione di causa.
Spero davvero che si capisca il senso di questa replica, sono stato attento ed ho immaginato che fosse tutto rivolto a me dopo il mio nome - anche nei "qualcuno", insomma senza precisazioni l'oggetto destinatario della replica sono io o ne faccio parte - ma non replicherò ancora.

Avevo smesso di controllare per notifica questo argomento come avevo detto. Quando mancano i confronti a cosa serve? Ora casualmente trovo che per il tipo di relazione che ho con te (e non con altri) devo onorare la tua replica. Lo dico perché era sembrato che non ci sarebbe stata.

Non perché sia un privilegio (non lo è di certo parlare con me) ma con una parte dell'utenza abbiamo applicato una specie di distanza di sicurezza, leggendoci poco e superficialmente per non trascendere in inutili precisazioni che invadono la personalità e così restiamo sul generico.

Ora non so se mi hai letto, non che sia così importante, ma avrebbe un senso globale e probabilmente non umanamente corretto applicarci il cherry picking. Io considero la tua replica dura e non penso di meritala – non sono un masochista e gestisco così la comunicazione.

Quando qualcuno apre un discorso sulla aggressività, tu dici psicologia ma io leggo aggressività e se ti riferisci in senso globale che fai? Coinvolgi me nello stereotipo nella tua replica non prevista? A me che come regola preciso che si tratta di opinioni? Allora perché lo dici a me?

Dici quando non è il proprio ambito. L'aggressività è definita in ambito del codice civile, penale, delle scienze della comunicazione oltre che umanistiche, nei testi religiosi oltre che al ramo medico. Mi dispiace ma quanti argomenti miei sono restati disattesi? Non letti.

Confronti i termini? Laparoscopia, eziologia dell'encefalite erpetica con psicologia? Sei certa che va bene questo? Non vorrai analizzare l'etimologia dei termini e trovare la loro applicabilità tra specifico e generico come esclusiva della facoltà universitaria dedicata alla psicologia?

Dici che può essere un atteggiamento pericoloso ma lo dici a me nella replica come da stereotipo? La superficialità forse è proporzionale alla conoscenza per controllare l'aggressività nelle relazioni umane anche per applicare distanze di sicurezza. Con disappunto forse sarà così.

Il fatto che non sia una conferenza non è una buona ragione per essere aggressivi – non lo permetto in casa, in ufficio e nemmeno al bar, affermando che 85% della popolazione non cultura completa; parlo di poveri di spirito. Sono interessato ai soli rapporti umani se no passo.

Non voglio dare fastidio al resto degli utenti togliendo spazio, ribadisco le mie posizioni e alle eventuali repliche prendi le mie successive considerazioni talmente insignificanti da non meritare di essere postate – si può divergere avendo torto o ragione, non è molto importante in questo caso.

Se mi vedi arrabbiato o ti sembra bizzarra la mia gestione dei rapporti umani, io non sono arrabbiato e mi sento amichevole anche quando dissento, uh... questa volta sicuramente.

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Yale
Yale
Viandante Mitico
Viandante Mitico
SergioAD ha scritto:Spero davvero che si capisca il senso di questa replica, sono stato attento ed ho immaginato che fosse tutto rivolto a me dopo il mio nome - anche nei "qualcuno", insomma senza precisazioni l'oggetto destinatario della replica sono io o ne faccio parte - ma non replicherò ancora.

Ora non so se mi hai letto, non che sia così importante, ma avrebbe un senso globale e probabilmente non umanamente corretto applicarci il cherry picking. Io considero la tua replica dura e non penso di meritala – non sono un masochista e gestisco così la comunicazione.

Quando qualcuno apre un discorso sulla aggressività, tu dici psicologia ma io leggo aggressività e se ti riferisci in senso globale che fai? Coinvolgi me nello stereotipo nella tua replica non prevista? A me che come regola preciso che si tratta di opinioni? Allora perché lo dici a me?

Dici quando non è il proprio ambito. L'aggressività è definita in ambito del codice civile, penale, delle scienze della comunicazione oltre che umanistiche, nei testi religiosi oltre che al ramo medico. Mi dispiace ma quanti argomenti miei sono restati disattesi? Non letti.

Confronti i termini? Laparoscopia, eziologia dell'encefalite erpetica con psicologia? Sei certa che va bene questo? Non vorrai analizzare l'etimologia dei termini e trovare la loro applicabilità tra specifico e generico come esclusiva della facoltà universitaria dedicata alla psicologia?

Dici che può essere un atteggiamento pericoloso ma lo dici a me nella replica come da stereotipo? La superficialità forse è proporzionale alla conoscenza per controllare l'aggressività nelle relazioni umane anche per applicare distanze di sicurezza. Con disappunto forse sarà così.

Il fatto che non sia una conferenza non è una buona ragione per essere aggressivi – non lo permetto in casa, in ufficio e nemmeno al bar, affermando che 85% della popolazione non cultura completa; parlo di poveri di spirito. Sono interessato ai soli rapporti umani se no passo.

Non voglio dare fastidio al resto degli utenti togliendo spazio, ribadisco le mie posizioni e alle eventuali repliche prendi le mie successive considerazioni talmente insignificanti da non meritare di essere postate – si può divergere avendo torto o ragione, non è molto importante in questo caso.

Se mi vedi arrabbiato o ti sembra bizzarra la mia gestione dei rapporti umani, io non sono arrabbiato e mi sento amichevole anche quando dissento, uh... questa volta sicuramente.
Cominciamo col dire che io non credo di aver bisogno di nascondermi dietro alle parole per essere meno diretta: quando scrivo "qualcuno" è perché davvero non mi riferisco a te soltanto. Anzi...se solo conoscessi i pregressi sapresti che tra Faust e me c'è una diatriba sull'argomento lunga una vita.
Le tue frasi sono state quotate perché fanno parte della lista di luoghi comuni che circolano intorno a questo argomento.
Tu dici che manca il confronto: io dico che anche definire errate le affermazioni altrui è confronto.
Dici che lo faccio in modo duro: sì, è vero, ma sbagli nel leggerci aggressività, sono due cose ben distinte. Il motivo per cui sono così categorica è, come ho detto nella prima replica, che considero questo atteggiamento "pericoloso".
Torni a parlare di aggressività, ed io torno a dire che le frasi che ho quotato nulla c'azzeccano con l'aggressività: si parla di psicologia, o di quello che si pensa essere la psicologia.
A dire il vero sei stato tu a dire "non è il mio ambito", comunque sì, metto laparoscopia e encefalite erpetica a confronto con la psicologia: bisogna astrarre il senso di fondo. Avrei potuto usare come esempio la caramellizzazione dello zucchero, il concetto non sarebbe cambiato.
Perché io la vedo così: è un po' come se entrassi in una discussione sui motori affermando che fare un pieno di diesel o benzina in un'auto a benzina non fa differenza, e quando qualcuno tentasse di correggere questa immane cazzata replicassi dicendo "bè, non sono un meccanico ma vado dal benzinaio ogni settimana".
Infine...in un forum non esiste il "dare fastidio": sei liberissimo di esporre le tue idee, e non sono certo io a dovertelo dire.

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doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
nextlife ha scritto:Oddio mio, Faust, che razza di macello.
Ora non ho tempo, ma appena posso... risponderò su quello che rimarrà, poichè immagino che certe castronerie, non le si possa ignorare per più di un istante.
Be...qui al macello si castra parecchio...sorriso 

Aleister ha scritto:Grazie Faust per la risposta (non mi hai ancora messo in ignore? Procedi, pazzo!) che non condivido non essendo mai nato.
Ma siamo sempre lì: la psicoanalisi e le neuroscienze si occupano di due cose diverse; la psicoanalisi è un’esperienza della parola e della relazione umana (transfert), quindi due grandi vettori, parola e transfert. La psicoanalisi produce un’efficacia terapeutica a partire da questo binomio.
Le neuroscienze, invece, producono efficacia terapeutica indiscutibile, ma entro un campo di azione diverso: non usano la parola, ma il farmaco; non usano il transfert. Stiamo parlando di due campi di esperienza irriducibili.
Se si vuole chiamare "terapia" quella che usa il transfert, allora converrai che si parla di cose mediche.
Altrimenti si parla di filosofia.
Che poi siano due ambiti diversi, l'uno concreto e l'altro effimero, ne convengo.YES 

La psicoanalisi, diceva Lacan, è una scienza del particolare, dell’uno per uno. I risultati di una cura non si possono ripetere in un’altra cura. Freud consigliava di ricevere ogni soggetto come se fosse il primo, dimenticando le cure precedenti. L’esperienza, quindi, mette in risalto un criterio di unicità. E ancora, Bion raccomandava all’analista di ascoltare il paziente “senza memoria e senza desiderio”, cioè dimenticando l’esperienza accumulata fino a quel momento, come se fosse un avvenimento inedito. Lacan parlava della passione dell’ignoranza, come passione fondamentale dello psicoanalista: ignorare ciò che sa, per raccogliere l’inedito, l’incomparabile.
te ne accorgi o no che è filosofia?

Credo questo sia un passaggio fondamentale ed ignorato: l’analista non vuole guarire, non punta alla guarigione del paziente. La guarigione deve arrivare come effetto di un percorso di recupero della storia personale, ma non è l’obiettivo di una psicoanalisi. Quest’altro punto rende la psicoanalisi inattuale nell’epoca contemporanea, perché nella contemporaneità prevale l’esigenza dell’utilità immediata. A una terapia si chiede che sia immediatamente utile, immediatamente efficace nel ridurre la sofferenza sintomatica. Sicuramente il farmaco risponde meglio al criterio dell’utilità immediata, mentre la psicoanalisi ritiene che la guarigione sia raggiunta nella misura in cui si compia un percorso più ampio e venga meno il criterio dell’utilità immediata.
Il farmaco, o l'operazione chirurgica, o l'applicazione strumentale rispondono anche a criteri di utilità mediata e continuata.
Il percorso c'è lo stesso, perchè seguire un paziente schizofrenico prevede un investimento di mesi e anni, nelle sue poussè recrudescenti.
Certo Lacan e Bior non avevano di questi problemi, visto che se hanno messo piede in un manicomio, ce lo hanno messo da studenti, e poi basta.

E comunque ambedue sono pregni di derive filosofiche, se non misticheggianti.
Bion tenta anche qualche approccio di tipo fisico-matematico [lavori sulle onde alfa-beta] ma non si stacca da una visione dualistica del complesso mente-corpo.

E comunque penso che nessuno sia mai guarito per l'influenza diretta o indiretta dei due suddetti. Se sono stati meglio, è perchè il tempo e le vicessitudini li hanno riportati ad un certo equilibro.

Rimane il fatto che si parla ormai di archeologia psico-analitica.fischio 

Io mi arrendo.
Come? Ti cali le brache? Guarda che potrei approfittarne...ho fatto una cura di vitamine....

nextlife ha scritto:
Niente meno che… pure «latente», complimenti.
E in quale modo pervieni a tutto ciò? Con quali strumenti? Utilizzando quali definizioni? Quali inquadramenti teorici? Quali passaggi diagnostici?
Tra l’altro senza nessuna prudenza, senza nessuna cautela, non un periodo ipotetico, non un condizionale..
Seguo Husserl: Andate alle cose stesse! YES 
Comunque i miei riferimenti sono sopratutto sulla base dell'Analisi Transazionale post berniana, rimaneggiata da me medesimo per gli aspetti che riguardano L'approccio copionale, la teoria dei giochi, le svalutazioni, l'OKness, la struttura del tempo, i legami con la psicologia neo-evoluzionistica e la genetica.YES 

Che c'e' vo' fa...so' eclettico.SGHIGNAZZARE 

Ma dico: per tutta una serie di evidenti motivi, non è il caso di rimanere sui contenuti e lasciare cose del genere alla loro complessità?
Come se si potesse poi superare con facilità la diffusa difficoltà degli individui a rapportarsi con la realtà, non distorcerla e quindi mettere in campo un comportamento adeguato, per non parlare di ciò che viene piegato alle proprie esigenze.
Uno presenta una tesi e aspetta antitesi...come stai facendo tu. Non è una cosa così strana, amio parere.fischio 

Ad esempio: se tu – non in senso lato, proprio tu persona fisica – continui a proporre definizioni personalizzate (diciamo così) appartenenti a determinati aspetti di una specifica disciplina; se lo fai in assenza di quella cautela di cui sopra e, a fronte di ciò, ti perviene una contestazione progressiva che diviene anche profonda, dove risiede davvero l’aggressività?
Nel mio desiderio narcisistico di trovare conferme a una serie di risposte che mi sono dato nell'arco di 40anni.
La tua è quella di trovarti di fronte a un tipo come me, che disturba i tuoi schemi di comprensione, ordinati e capziosi.

Dietro ci stanno i nostri background esperenziale e i nostri caratteri ereditari.
Per i secondi non c' è molto da fare, per i primi...sembra che io risponda alla spinta:- Sii forte!-, mentre tu alla spinta:- Sii perfetto!-.

L'importante, mi pare, è non cominciare giochi psicologici, che interromperebbero il dialogo [perchè proprio non li tollero più].

Intendo che da molto tempo, nel nostro paese , si sostiene la necessità dello psicologo di base, che possa intercettare una buona fetta di quella domanda sanitaria che sebbene riferibile a problematiche di carattere psicologico, ora trova – non raramente – altro tipo di risposte.
In un paese fatto di corporazioni come il nostro, quella degli psicologi sarebbe solo un'altra corporazione. Finora gli unici a non avere una corporazione [almeno non accademica] sono i filosofi, che sono rimasti gli ultimi professionisti [se cosi si possono definire]ad essere personaggi autonomi, liberi pensatori [senza un protocollo] e cani sciolti [senza un Ordine, anche se diversi lo vorrebbero].

Come hai detto tu, in Italia, diventerebbe un ostacolo burocratico in più, invece che un passaggio facilitatore per il disgraziato che non sa che pesci pigliare in una realtà in movimento [e che magari si trova davanti uno psico... più incasinato di lui].

Esistono in letteratura anche delle cifre riferibili a  quanto sopra;... mira al concetto di promozione della salute del paziente che inevitabilmente si traduce anche nell’evitare eccessi di medicalizzazione e/o psicologizzazione dei problemi, il che – come facilmente intuibile -  è un obiettivo più facilmente centrabile se a livello di Primary Care, esistono entrambe le professionalità.
Non credo. Penso sia molto meglio un infermiere preparato, che abbia nozioni di medicina, psichiatria e relazione di aiuto. Tutto in uno. Invece che mettere in lista un'altra figura che pretende il suo orticello. Questo scenario l'ho visto al SERT, dove medici e psicologi manco si degnano, ma l'ho visto anche al sevizio di terapia del dolore [io ero il coordinatore] dove la psicologa in servizio non aveva nessuno scambio coi medici e infermieri, come se il paziente avesse due identità, e non ultimo alla comunita di tossici delinquenti che frequentavo sporadicamente, dove a prendere per il culo tutti, medici, psicologi ed educatori, sono i pazienti stessi, che li usano e li mettono gli uni contro gli altri preo domo propria.

Queste sono esperienze sul campo. Poche, maledette, ma concrete e appurate.l'aggressività - Pagina 3 73990920 

... mi sorprende una volta di più, la mancanza di cautela, prudenza, accortezza.
La diagnosi psicologica o psicodiagnosi, non è un atto medico., ma è una prerogativa e pertinenza esclusiva dello psicologo.
Che io sappia, il DSM  vale sia per gli psichiatri che per gli psicoterapeuti.

Indubbiamente, il termine «diagnosi», presenta innumerevoli scogli interpretativi, ma anche superati i quali, permane su di esso  – da sempre – una parte cospicua di quella poderosa contrapposizione tra psicologia e medicina.
Scusa, ma a me pare che tu sia imbevuto di nozioni di psicologia, e fuori di li sei come un pesciolino fuor d'acqua.
La diagnosi la fa anche il meccanico, quando capisce dal rumore che difetto ha la tua macchina.

Ho sempre litigato con i sanitari perchè spendono il 70% delle risorse in operazioni diagnostiche, il 20% in operazioni terapeutiche, il 10% in operazioni riabilitative.
Per lo psicologo la vedo ancora peggio, con lo svantaggio che non puoi nemmeno misurare i risultati.

Poi, è chiaro che se sei uno studente di psicologia, o uno psicologo, quello che dico sono pugnatale al cuore. Ma siccome le dico da decenni, e progressivamente i fatti mi danno ragione, non vedo perchè dovrei mettere in discussione un metodo sperimentato.

Ma se nemmeno fra psicologi riescono a mettersi d'accordo! Quelli di vecchia scuola comportamentista non ne vogliono sentir parlare di genetica e psicologia evoluzionista. Eppure gli scaffali dei supermercati sono piedi di libretti che vanno a ruba, e che contengono più affermazioni verificabili che tanti tomi di analisi.

Continuare a disquisire su:- Questo tocca a me e quello tocca a te-, non serve al paziente, come le discussioni ideologihe dei partiti non servono al cittadino.
La concretezza è quello che ci vuole, e i risultati.

Ci sono chirurghi che in 40 anni di lavoro non sono mai andati più in la di una appendicotomia, e altri che dopo 5 anni di sala operatoria, fanno trapianti di organo con successo.

Ecco quello che serve: sano pragmatismo. Il resto sono balle di toro sterile.l'aggressività - Pagina 3 73990920 

Yale ha scritto:
...se solo conoscessi i pregressi sapresti che tra Faust e me c'è una diatriba sull'argomento lunga una vita.
azz...mi sono perso qualcosa....KleanaStupore 

... lo faccio in modo duro: sì, è vero, ma sbagli nel leggerci aggressività, sono due cose ben distinte. Il motivo per cui sono così categorica è, come ho detto nella prima replica, che considero questo atteggiamento "pericoloso".
Per chi? cool 

..un forum non esiste il "dare fastidio": sei liberissimo di esporre le tue idee, e non sono certo io a dovertelo dire.
festA felice1 ok Esultare KleanaInfoiata KleanaBacioNonCompro

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Yale
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Viandante Mitico
Viandante Mitico
doctor faust ha scritto:
Yale ha scritto:
...se solo conoscessi i pregressi sapresti che tra Faust e me c'è una diatriba sull'argomento lunga una vita.
azz...mi sono perso qualcosa....KleanaStupore 

... lo faccio in modo duro: sì, è vero, ma sbagli nel leggerci aggressività, sono due cose ben distinte. Il motivo per cui sono così categorica è, come ho detto nella prima replica, che considero questo atteggiamento "pericoloso".
Per chi? cool 

..un forum non esiste il "dare fastidio": sei liberissimo di esporre le tue idee, e non sono certo io a dovertelo dire.
festA felice1 ok Esultare KleanaInfoiata KleanaBacioNonCompro
Se ti sei perso qualcosa è perché non sei presente a te stesso, ma questo era evidente.

Pericoloso per chi non conosce la materia e si ritrova qui, casualmente, a ricevere informazioni scorrette da persone che si definiscono "eclettiche". Persone che magari cercano una risposta nel posto sbagliato, persone che magari soffrono e qui imparano che rivolgersi ad una cartomante è cosa buona e giusta, tanto è uguale.
Il fatto, poi, che tu debba chiedermi in cosa il vostro atteggiamento possa risultare "pericoloso", è indicativo di quanta leggerezza e superficialità ci sia in te.

E' inutile che esulti: la libertà di esporre le tue idee è pari alla mia di smontartele in quanto ridicole.

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nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
@ Mr. Faust

Vedi Doc, quando senti dire che lo sport nazionale è il calcio, sappi che sei in presenza di una menzogna, poiché il cianciare lo è; lo è eccome.
Si parte dal legittimo diritto di esprimere la propria opinione e spesso si prosegue ad oltranza, fregandosene ampiamente del concetto di limite; di lacune formative, esperienziali; si passa tranquillamente sopra a tutto, perché quello che alla fine importa è difendere il prodotto del proprio parto intellettuale (diciamo così) o, in altri termini: l’investimento che si è compiuto su sé stessi.

A me, da quello che scrivi, sembra proprio che la questione ti sia piuttosto estranea, fin dai concetti basilari, dalle definizioni, dalla confusione, dagli accostamenti temerari (per non usare altro termine).

Ora, siccome il paragone del meccanico è di una bellezza estrema – cavolo solo a pensarci mi commuovo alle lacrime – perché non apri un bel thread su automobili e motori?
Tu avrai senz’altro occasione di dire cose meno sbagliate ed inoltre: prometto di parteciparvi.
Chissà, potremmo fare formazione indiretta: mi vedrai esporre la mia opinione su alcuni aspetti, e mi vedrai anche dire: «boh,bah, non so», «ah..è così?» «Cavolo ho fatto confusione, questa non la sapevo», «in effetti non sono un meccanico».

Tornando ai contenuti, io potrei prendere ogni singola espressione errata (non che ritengo errata, errata proprio) che hai proposto, e confutarla.
Dovrei scrivere molto, ma renderei indubbiamente un servizio alla verità, e questo indipendentemente dal favorire, in te, qualche mutamento.
Credo però, sia giunto anche il mio momento di dire: mi arrendo.

Ah.. carino il discorso sulle corporazioni/ordini.
Vuoi vedere che concettualmente miri non a bonificare gli aspetti negativi che vi sono, bensì ad eliminarle/li in modo che ad esempio: si possa decidere di frequentare una disciplina, esprimere una professione, al netto di un’opportuna preparazione, solo in base al desiderio, all’autoconvinzione, all’autoreferenzialità?
Non sarebbe mica una novità eh? È il ragionamento tipico di chi pensa esistano scorciatoie, quelle sì ad estremo favore della collettività, no?

72
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Yale ha scritto:
Se ti sei perso qualcosa è perché non sei presente a te stesso, ma questo era evidente.
...Ma dai...lo so benissimo chi sei e da dove provieni...diversamente non ti coccolerei in modo cosi' evidente...fiore amorebandiera 

Pericoloso per chi non conosce la materia e si ritrova qui, casualmente, a ricevere informazioni scorrette da persone che si definiscono "eclettiche". Persone che magari cercano una risposta nel posto sbagliato, persone che magari soffrono e qui imparano che rivolgersi ad una cartomante è cosa buona e giusta, tanto è uguale.
Il fatto, poi, che tu debba chiedermi in cosa il vostro atteggiamento possa risultare "pericoloso", è indicativo di quanta leggerezza e superficialità ci sia in te.
...secondo il tuo insindacabile giudizio. Comunque non mi pare che il forum sia:- Pronto soccorso per folli da sanare. Reparto tranquilli a destra, reparto agitati a sinistra-.Paura 

Forse le notizie o i commenti pericolosi li vedi solo tu. Non è una possibilità? E no...direi di no...in questi anni hai dimostrato che non modifichi nemmeno un parola del tuo pensiero. Infatti anche le accuse sono stampate come un timbro.
Alcuni la chiamano coerenza....SGHIGNAZZARE 

E' inutile che esulti: la libertà di esporre le tue idee è pari alla mia di smontartele in quanto ridicole.
...veramente la mia esultanza derivava dal fatto che se fosse per te avresti tagliato la testa e diversi forumisti, me compreso, ovviamente, come hai provato a fare altre volte.

Il che cozza poi con l'affermazione:
..un forum non esiste il "dare fastidio": sei liberissimo di esporre le tue idee, e non sono certo io a dovertelo dire.
Allora...sono pericoloso o no?:baby 

Da parte mia ti sollecito a smontare tutte le opinioni che vuoi. Anzi ti ho piu' volte richiesto di farlo. Ma lo dici sempre e non lo fai mai. Possibile che non te ne accorgi?scratch 

nextlife ha scritto:@ Mr. Faust

Vedi Doc, quando senti dire che lo sport nazionale è il calcio, sappi che sei in presenza di una menzogna, poiché il cianciare lo è; lo è eccome.
Si parte dal legittimo diritto di esprimere la propria opinione e spesso si prosegue ad oltranza, fregandosene ampiamente del concetto di limite; di lacune formative, esperienziali; si passa tranquillamente sopra a tutto, perché quello che alla fine importa è difendere il prodotto del proprio parto intellettuale (diciamo così) o, in altri termini: l’investimento che si è compiuto su sé stessi.
Consapevolmente o no è quello che facciamo tutti. Tu compreso. O no?sorriso 

A me, da quello che scrivi, sembra proprio che la questione ti sia piuttosto estranea, fin dai concetti basilari, dalle definizioni, dalla confusione, dagli accostamenti temerari (per non usare altro termine).
Pazienza...ci sono autori comprensibili e altri no. Per esempio io non ho mai sofferto Hegel, ma anche  Kierkegaard o Heidegger...e tanto meno Bion...
Magari sono le tue letture preferite...inizio a sorridere 

Si tratta di disposizione mentale. La famosa lavagna di Locke. Ognuno ha la sua e rimane scritto solo ciò che è compatibile con la lavagna. Ecco dove sta la genetica.YES 

Ora, siccome il paragone del meccanico è di una bellezza estrema – cavolo solo a pensarci mi commuovo alle lacrime – perché non apri un bel thread su automobili e motori?
Lo Zen e larte di aggiustare la motocicletta è gia stato scritto. Ma se ne può parlare. Magari è meglio che coltivare bonsai. Più affine al pensiero occidentale.

Ieri sera ho assistito ad una lettura su Baricco che illustrava uno scritto di Tucidide, che descriveva la guerra fra Ateniesi e Meli. Un bel dialogo teatrale fra i due contendenti, con diverse sfumature e implicazioni filosofiche, come la differenza fra giustizia e giustezza, o opportunità. Tema caro ai pragmatici come me, che usano il linguaggio, non ne sono usati.

Tu avrai senz’altro occasione di dire cose meno sbagliate ed inoltre: prometto di parteciparvi.
Chissà, potremmo fare formazione indiretta: mi vedrai esporre la mia opinione su alcuni aspetti, e mi vedrai anche dire: «boh,bah, non so», «ah..è così?» «Cavolo ho fatto confusione, questa non la sapevo», «in effetti non sono un meccanico».
L'accusa quindi e di non profondermi in continue genoflessioni e automortificazioni perchè non so questo o quello?
Se non lo so e mi interessa, mi informo, se non lo so, e non mi interessa, non rispondo, se penso di avere qualcosa da dire la dico, indipendentemente da come la possono prendere gli altri [mi basta il regolamento del forum] e se non ho nulla da dire vado su un altro forum.

Tutto sommati qui ci sono pochino, proprio perchè non trovo molti argomenti che mi interessano, o sono trattati in modo troppo prolisso, per i miei gusti.

Questioni di tendenze. Genetiche sopratutto, poi culturali. inizio a sorridere 

Io non ho fatto il liceo. Ho alle spalle due istituti professionali e un istituto tecnico. Oltre che la laurea in una univesità statale, e tanto studio autodidattico.YES 

Per cui il mio modo di procedere è quello che ho usato nella vita, e ne sono orgoglioso, perchè mi ha permesso di vivere discretamente, avere un ruolo di buon livello, essere apprezzato e osteggiato[il che qualcosa vuol dire], essere d'aiuto a qualcuno, visto i riscontri.
Le mie soddisfazioni le ho avute e continuo ad averle. Non so tu...sadness 

Tornando ai contenuti, io potrei prendere ogni singola espressione errata (non che ritengo errata, errata proprio) che hai proposto, e confutarla.
Dovrei scrivere molto, ma renderei indubbiamente un servizio alla verità, e questo indipendentemente dal favorire, in te, qualche mutamento.
Credo però, sia giunto anche il mio momento di dire: mi arrendo.
Ma no...non arrenderti...combatti:°-8G9G8:  Magri invece che segnarmi tutto in rosso, raccogli qualche strafalcione indicativo e si commenta quelli. Non mi piace vincere per abbandono dell'avversario:àòèàJHMMMMMMà: 
Piuttosto perdo.

Ah.. carino il discorso sulle corporazioni/ordini.
Vuoi vedere che concettualmente miri non a bonificare gli aspetti negativi che vi sono, bensì ad eliminarle/li in modo che ad esempio: si possa decidere di frequentare una disciplina, esprimere una professione, al netto di un’opportuna preparazione, solo in base al desiderio, all’autoconvinzione, all’autoreferenzialità?
A quale autoreferenzialità alludi?
Io sono parimenti ben disposto e critico su tutte le professioni. Non parteggio per l'una o l'altra. infatti non mi pole vedè nessuno, se entriamo in argomento, perchè sono per natura contro, ordini, collegi e specializzazioni inutili.

Ti ho gia spiegato come funziona la chirurgia....le altre professioni hanno lo stesso problema: troppi schemi, e poco spazio alle capacità verificabili sul campo.
Se nel sud italia i medici e gli infermieri fossero assunti con concorsi seri e periodi di prova, la gente non verrebbe al nord a farsi curare.
O no?

Non sarebbe mica una novità eh? È il ragionamento tipico di chi pensa esistano scorciatoie, quelle sì ad estremo favore della collettività, no?
Ecco...questa è una battuta che mi fa incazzare...l'aggressività - Pagina 3 689565 
Ma soprassiedo, perchè, come ho già anticipato, non sono disposto ad accettare giochetti psicologici, del tipo:- Io ce l'ho più lungo, perchè tu ce l'ahi corto-.Linguino

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nextlife
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
doctor faust ha scritto: 
Ma soprassiedo, perchè, come ho già anticipato, non sono disposto ad accettare giochetti psicologici, del tipo:- Io ce l'ho più lungo, perchè tu ce l'ahi corto-.Linguino
Ma come sarebbe a dire: «ahi»?
Ci stai raccontando di un’esperienza onirica nella quale mi testavi sessualmente?
Stavi facendo la locomotiva Doc? Eh?

Ad ogni modo, boiate a parte, io non ho ragionato (e non ragiono) in termini di vincere o perdere.
Tra l’altro, anche nel caso opposto, penso non vi sarebbe stato nessun motivo per fare ciò e questo a prescindere da mie eventuali qualità/abilità/competenze.

Se poi, a fronte del mio abbandono, vuoi sentirti vincitore, credo tu ne abbia facoltà, ma addirittura con me presente e non solo vincitore, ma anche altro, perbacco… ci mancherebbe!

74
doctor faust
doctor faust
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
...vedi....vuoi discutere di psicologia umana, e non affronti quelle che sono le pulsioni elementari.

Non solo, ne fai una questione di etichetta...

Ti ho citato il dialogo di Tucidide per nulla.

75
nextlife
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Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
doctor faust ha scritto:...vedi....vuoi discutere di psicologia umana, e non affronti quelle che sono le pulsioni elementari.

Non solo, ne fai una questione di etichetta...

Ti ho citato il dialogo di Tucidide per nulla.
Sì… parlare di psicologia… you’re dreaming again.
Come quando ti riferisci a ciò che viene «rimaneggiato da te medesimo».
E resisto alla tentazione di chiederti cosa nei fai poi, di ciò che hai rimaneggiato.

Però, io sono un ottimista… e coglierò il meglio da questo scambio di parole; credo proprio pubblicherò qualcosa da qualche parte; inserendomi in quello spinoso dibattito in corso da alcuni lustri relativamente allo psicologo di base… veicolando la (in)Faust(a) proposta di inserirvi invece un infermiere; preparato eh?
Con tanto di «nozioni di medicina, psichiatria e relazione d’aiuto», eh? Mica uno qualunque, tsk…

Attesto sin d’ora che dividerò con te gli allori e l’imperitura gratitudine di tutta la comunità scientifica, ma in attesa - dear winner - delle glorie future, goditi queste.
Over.

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