Risolte le empatie mi sono liberato delle zavorre, torno e vedo di continuare anche con la provocazione, un mio (e di tanti altri ma così diventa "opinione" per la pace dei lettori) punto di vista riguardo alla aggressività.
La forma di aggressività litigiosa, la disputa animata, baccagliare in maniera irrazionale o quasi; e quella monosillabica, distaccata, oggettiva (che attacca l'oggetto) oppure che utilizza rumori della comunicazioni in modo scientifico. Se è possibile vogliate tenerle separate altrimenti, come si fa a non essere aggressivi quando si intende manifestare le proprie ragioni in contrasto a quelle di altri interlocutori?
Chi è nel campo scientifico, non con gli studi ma con qualcosa di più comprenderà meglio (meglio non gli unici).
Una delle differenze tra i fisici teorici e gli ingegneri, a parte i soldi che dispongono i primi ed i secondi che vengono visti come riparatori di tosaerba, è che i secondi implementano; mettono in pratica la teoria e sviluppano nuove idee che ne derivano e si mescolano con più soluzioni, tutta la roba che fa girare fisicamente il nostro mondo.
Da qui i detti popolari, dalla pratica si risale alla teoria; verifica. I cicli di vita dell'ingegneria partono dalla teoria e si completano con la verifica dell'implementazione in modo che ci sia aderenza tra pratica e teoria - qui invece si parte dai detti popolari e si nota che in effetti c'è aderenza con la teoria.
Nelle riviste, anche quelle scientifiche, il divulgatore (giornalista) mira a impacchettare la notizia in un formato più vendibile - rendendo leggibile, mettendo messaggi subliminali, pupazzi e colori.
Allora quanto sono veri i detti popolari riguardo all'aggressività? Io userei come metodo di paragone quello che dice Wilhelm Reich in merito alla sessualità, l'astinenza, le nevrosi e l'aggressività - lo cito solo così limito il metodo all'essenziale dando importanza al merito.
In fondo si lotta per gli istinti di conservazione e sono i richiami della vita di tutti i giorni che - l'ultima fetta di torta diventa un problema vuoi come ricatto morale, attenzioni mancate, risvolti estetici, chissà ognuno verrà stimolato con qualcosa.
Allora la zitella o quelli che non hanno una vita sessualmente appagante possono riversare le loro (si chiamano nevrosi?) insoddisfazioni sulla gente che incontrano? Travisando le intenzioni oppure come da apertura di questo messaggio avere dei comportamenti irrazionali?
Poi ultimamente ho letto questi due articoli, li cito.
http://www.greenreport.it/news/scienze-e-ricerca/anche-le-mosche-nel-loro-piccolo-si-fanno-la-guerra/#prettyPhotohttp://www.radiortm.it/2013/09/22/e-colpa-delluomo-se-la-donna-non-raggiunge-il-piacere-la-rubrica-medica-del-dottore-federico-mavilla/Quanto sia vero che chi ama la discussione è un represso non è mia capacità dirlo però l'esasperazione in tutte le cose toglie spazio a tante altre, specie nella nostra vita quando corriamo dietro al tempo e ci sembra di non rispettare bene i piani - ma la stima stessa dei piani è una forma di esasperazione.
I bonobo, lo abbiamo detto da qualche parte! Wilhelm Reich lo spiega bene.