Gli operai si ritrovarono così ad organizzarsi clandestinamente e spontaneamente, il luddismo subì una repressione sanguinosa, ma le lotte d'azione diretta e di sabotaggio promosse dai seguaci di Ned Ludd non furono vane: dal 1824, a causa del timore che erano riusciti ad incutere al capitalismo inglese, il governo abrogò la Combination Acts
fu il timore che portò alle aperture verso gli operai....magonzo, e non "la società inclusiva che deriva dalla riforma".
Sciolta d'autorità l'organizzazione oweniana, nel 1838 si sviluppò un nuovo movimento a base politico-rivendicativa che assunse il nome di Cartismo e diede vita a varie forme di protesta di massa. Il movimento operaio inglese cominciò quindi a porsi anche obiettivi politici (per esempio il suffragio universale) e non solo economici. Gli scioperi di massa del 1842 indussero il Parlamento inglese a varare prima una serie di leggi sulle miniere e poi, cinque anni dopo, a fissare la giornata lavorativa a dieci ore. Con lo scoppio della rivoluzione europea del 1848, il movimento operaio inglese divenne un punto di riferimento per tutti gli operai europei, sia per le rivendicazioni economiche che per quelle politiche, quantunque gli inglesi non si ponevano obiettivi - economici, sociali e politici - rivoluzionari, che invece presero piede in altri paesi d'Europa, in particolare in Francia. Il movimento operaio e socialista inglese si distinguerà anche in futuro dagli altri per il suo carattere riformista e sostanzialmente pacifista.
Come al solito, caro magonzo, e come avvenne (e avviene anche ora) in tutto il mondo, furono le lotte degli operai - che fu sempre arginata all'inizio con la repressione violenta - a costringere i governi a fare concessioni. Non, come dici tu, la società inclusiva nata dalla riforma.