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Natale all’undici dicembre
Il 13 dicembre, lunedì, sarà come sempre Santa Lucia, il giorno del mio onomastico; ma quest’anno lo festeggeremo sabato 11 “S. Damaso Papa”.
Prevedo che sarà una bella festa, ed un momento di intensa unità, perché ci saremo tutti, in famiglia, intorno al momento rituale dell’onomastico, con un sacco di voglia di stare insieme, di sentirci vicini, di volerci bene… vi cambia qualcosa?... spero proprio di no, mi dispiacerebbe!
Così è per Natale. Non c’è uno straccio di riferimento, nelle Scritture, di quando sia stata la nascita di Gesù. Né il giorno, né il mese, e neppure l’anno.
Infatti anche la Chiesa Cristiana primitiva (Cristiana, non ancora Cattolica) lo sapeva, e scelse un giorno “quasi” a caso, per festeggiare l’evento. Il 6 gennaio, pare.
Ma nemmeno con tanto impegno. In fondo, per ricordare la nascita di qualcuno che ha fatto qualcosa di importante quando aveva trent’anni, non è così fondamentale stabilire una data certa; che fosse stato il 24 dicembre o il 6 gennaio o per esempio l’11… non cambia nulla.
Come nulla succede di particolare il giorno di Halloween, l’ultimo dell’anno, il giorno della scoperta delle foci del Nilo o dell’entrata in vigore dell’euro.
Sono simboli convenzionali che vengono assunti come riferimento per tutti, e giorno di festa. La Nascita fu assimilata al 25 dicembre perché quella era una festa che già esisteva (come rinascita del Sole dopo il solstizio invernale), e già si usava fare le torte e le fiaccolate…
Inutile dire che anche quella data di rinascita del Sole era una convenzione; già duemila anni fa in ritardo di alcuni giorni rispetto al preciso momento astronomico…
Sono cose note da sempre, queste, e sarebbe quasi ora che le spogliassimo dei significati esoterici e magici che cerchiamo di attribuire a momenti fisici particolari arbitrariamente attribuiti…
“Per fare un nocino perfetto, le noci immature devono essere rigorosamente raccolte nella notte di San Giovanni, dopo che il Sole sia completamente scomparso sotto l’orizzonte e prima che sorga la Luna, rigorosamente in numero di 24 per ogni litro di nocino che intendi fare…”
Sissignore d’accordo!... ma se le noci le raccogli la mattina dopo, o quella successiva, magari col sole, così puoi scegliere le più grosse e senza magagna, e magari qualcuna in più per eliminare dalla ricetta quelle bacate… il nocino viene anche migliore, alla faccia del rito scaramantico!
Ed ecco che allora andiamo ad inquadrare il significato del Natale, e la sua valenza per noi. Non il compleanno di un Gesù Bambino bizzoso che aspetta il momento topico per aprire i suoi regalini… a proposito, ma mi pare che Gesù bambino sia quello che li porta i pacchetti, non che li riceve… o sbaglio?... No. Non banalizziamo così la cosa, ché altrimenti diveniamo banali noi!
Non è certo Dio che ha bisogno del nostro Natale, della nostra festa in suo onore!... come creatore dell’Universo, sai quanti “Nintendo” originali, nuovi e spettacolari potrebbe inventare per il suo bambino?... Ma siamo noi che si imponiamo, e molto saggiamente, un preciso momento dell’anno per dedicarci ad una riflessione che forse non riusciremmo a farla altrimenti, così come siamo travolti dalla banalità del quotidiano, fatto di mille piccolissime quasi inutili cose, ma talmente tante e talmente impetuose che come gocce di acqua fangosa di un torrente in piena tutte insieme divengono capaci di travolgerci nell’ondata di nulla giornaliero.
Ed allora una tradizione, una convenzione, una provvidenziale quanto arbitraria regoletta sociale ci impone: STOP!.
«Al 24 dicembre, giusto a mezzanotte, tutti quanti insieme fermi, a guardarvi l’un l’altro, a prendere coscienza che siete delle persone, degli uomini, delle donne, delle intelligenze, dei sentimenti, dei cuori capaci di palpitare l’uno per l’altro, di accorgervi che l’altro esiste, di riuscire a vederlo, ad amarlo, a considerarlo vicino, fratello… mentre lui stesso starà facendo lo stesso con voi, senza essere distolto dalla bolletta della luce o dalla fattura da emettere…
Quello è il momento per guardarvi negli occhi e dirvi: io ti vedo, so che ci sei… buon Natale a te!».
Così, sarà contento anche Gesù Bambino, così avrete fatto Natale.
Anche se magari sarà solo l’undici dicembre, San Damaso papa!
Lucio Musto Dicembre 2010
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