Per prima cosa, le precisazioni importanti...
@Unachi: forse sono io che sto intendendo male il tuo post -nel qual caso questa precisazione non ha ragione di esistere- ma devo chiarire per correttezza che io vengo da una famiglia del tutto borghese (padre professore ordinario di pedagogia all'università di Chieti, madre libraia) che è stata addirittura in grado di attutirmi il più possibile il "colpo" della separazione/divorzio, quindi personalmente non ho mai vissuto alcun tipo di disagio o degrado sociale. Il compagno di scuola di cui parlavo nel post n°77, invece, proveniva precisamente da Rancitelli (per chi non conosce Pescara: si tratta di una zona di case popolari fortemente degradata, abitata da una minoranza rom e da una maggioranza di italiani poverissimi che, nonostante i recenti tentativi di urbanizzazione, continua a sembrare il far west). E di LUI posso dire che ha la mia massima ammirazione per non aver massacrato di botte chiunque gli capitasse a tiro in quella che era, a tutti gli effetti, una scuola profondamente classista. Vero è che il preside che avevamo all'epoca -persona molto colta, molto comunistà e di spiccata umanità- si prodigava in tutti i modi per attutire questo classismo, ma è vero pure che (la maggior parte di) studenti ed insegnanti ti "pesavano" al primo sguardo e bastava non essere vestiti nel modo giusto o non avere il giusto "portamento" per finire velocissimamente bollati.
Quello che potrebbe averti tratto in inganno -se inganno c'è stato- è la mia affermazione per cui mi vestivo in modo decisamente poco consono agli stereotipi in voga e reagivo -anche di cattiveria dove lo avvertivo necessario- se qualcuno provava a mettermi i piedi sopra. Questo però dipende soprattutto dal fatto che i miei non mi hanno mai fatto sentire la necessità di conformarmi ad un modello e mi hanno sempre lasciato libero di fare le mie scelte, le mie "esplorazioni" e, perché no, anche i miei errori.
Comunque, ti ringrazio per la sincerità e per il modo di porti (e parlo anche di altri thread). Magari si riuscissero a fare più conversazioni con questo clima e in queste modalità. Il che purtroppo ci porta, per un attimo, a...
@xmanx: viste le ardimentose minacce di cui mi fai oggetto in un altro thread, dovrei semplicemente ignorarti limitandomi a ricordarti che quanto detto lì vale anche qui, ossia che se continui a cercare di usare argomenti già ampiamente sviscerati e risolti con il solo scopo di mandare in vacca la discussione, finisce che ti segnalo, perché non è possibile nè civile dover discutere con il continuo intervento di chi di discutere non ha nessuna voglia ma, in compenso, non sa fare altro che attaccare chiunque nel solo tentativo di affermare il proprio ego. E prima che ti fai venire un'altra crisi isterica: non ti sto minacciando, ti sto invitando a rispettare utenti e regole (di civiltà PRIMA che di forum), avvertendoti ("uomo avvisato ecc.") di cosa succede se continui.
Tuttavia ci sono due cose su cui voglio risponderti. Ad una, la tua ossessione maniacale per il "titolo" di BIG, ti rispondo con un quote dal messaggio n°64 -ovvero SEDICI messaggi fa, a dimostrazione di quanto scarse siano le tue capacità dialettiche e di quanto tu ti stia incocciando su un argomento esaurito ormai da tempo.
BIGbossSTIGAZZI al messaggio n°64 ha scritto:io faccio l'educatore come mestiere da 21 anni, come volontariato da tutta una vita, sono educatore professionale in quanto (pur non avendo la laurea, cosa che non ho mai nascosto) all'entrata in vigore delle leggi nazionale e regionale al paragrafo sul riconoscimento delle figure professionali, avevo maturato ben più dell'esperienza richiesta per il riconoscimento del titolo.
Ergo, tale titolo gli è stato riconosciuto a norma di legge.
Quanto alla ragazza che vuole entrare nella GdF -ma questo lo dico soprattutto a BIG usando xmanx solo come "trampolino"- trovo che il comportamento avuto dal nostro bossSTIGAZZI sia stato ottimo. Il tempo e le occasioni per approfondire il discorso, con quella ragazza o con tutto il gruppo o con una parte di esso, non mancheranno di certo e, piuttosto che risponderle a bruciapelo qualcosa che avrebbe rischiato di compromettere le future opportunità di dialogo.
Naturalmente, l'aspirazione della ragazza è legittima e altrettanto naturalmente il fatto che manifesti grande entusiasmo all'idea di usare le armi è inquientante. E la possibilità che il fatto di usare le armi possa essere una delle spinte motivazionali che portano questa ragazza a pensare alla GdF configura uno scenario inquietante. Ma se BIG saprà, come ha già fatto in passato, "mettersi alla sua altezza", farsi percepire da "pari" e buttare là uno spunto di riflessione, ad esempio, sui rischi che accompagnano la responsabilità di avere -ed essere autorizzati ad usare- un'arma, è molto probabile che avrà un ulteriore successo come educatore.
Un successo -e poi basta con le menate di ICS- sicuramente maggiore di quello che otterebbe quella specie di robot che è stato descritto che separa tutto il suo vissuto dalla sua professione ed incoraggia acriticamente purché non ci sia infrazione di legge. Non capisco perché, a questo punto, spendiamo i soldi per educatori, docenti e professori e non li sostituiamo tutti con dei computer.
Tornando completamente I.T. vedo che, almeno per quanto riguarda Unachi, Candido e il sottoscritto, muoviamo dal terreno comune che ci sia un vuoto, una mancanza in seno alla famiglia (a prescindere dalla condizione sociale) che rende facilissimo prendere per buona qualsiasi stronzata (ad esempio la tanto decantata "legge della giungla" o le idee negazioniste che certi pagliacci spacciano in giro).
Questo mi fa domandare se, secondo voi, rientri tra i compiti dell'educatore il tentare ANCHE un approccio alla famiglia, nel caso dei ragazzi con le inclinazioni più pericolose, o se non ci sia un (o meglio: dove sia il) limite oltre il quale riconoscere la fine del proprio ruolo e "l'impossibilità" di intervenire.