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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 22/11/2012

Stagioni.

L’autunno è ai miei piedi e non me ne faccio capace. Mentre corro lungo il mio fiume, nella solita strada che si apre in un percorso circolare e solito, mi accorgo che, senza dar tempo agli occhi di abituarsi ai colori del giallo, marrone, arancione e rosso, l’autunno è arrivato.

Ho rubato questo brano da uno scritto poetico di mia nipote Claudia. L’autunno è la stagione di preparazione alla sosta, al fermo dell’inverno. L’autunno ci fa assaggiare i primi freddi e per consolarci ci regala i colori caldi che partono dal marrone attraversano il bordeaux, il rosso e l’arancio, per giungere all’oro smagliante. Mi piace questa stagione intimista, la malinconia delle caldarroste del sussidiario che col calore riscaldano il cuore. Potrò consentirmi ogni tanto di mostrarmi retorico, melenso e, magari un po’ triste. Se questa mia immagine dell’autunno è stereotipata voglio accettarla, sono anche così. Vado a cercarmi la parte di me più stringata leggendo gli altri, come mia nipote Claudia su: http://preciseparole.wordpress.com/ioson/ . Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 23/11/2012


Perché

Introduce una domanda alla quale si richiede una motivazione; per quale motivo, per quale scopo.

Wikipedia così definisce perché come avverbio interrogativo. Il problema è che le domande che mi pongo richiedono risposte che spesso non voglio darmi. Lasciare un perché in sospeso mi crea disagio, un senso di incompiuto che mi rimane addosso. Cerco di distrarmi e se ci riesco mi resta una sensazione di fastidio che non so spiegarmi. Una situazione che potrebbe descriversi con l’espressione napoletana: nun saccio comme me sento. Ecco stamattina mi sento sulle spalle un perché che mi pesa. Che faccio, lascio che sia? Rimando, andando incontro alla frustrazione per la procrastinazione? No, stamattina voglio fare un po’ d’ordine, scartando le cose inutili, formulando la domanda in modo chiaro e rispondendo al mio perché, poi andremo con calma a vedere cosa ne vien fuori. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 24/11/2012


Incontro

Ti ho incontrato non ricordo dove né quando
Ti ho incontrato perché eri sul mio cammino
Ti ho incontrato ho saputo riconoscerti ora sono ricco
Ti ho incontrato anche perché dovevi incontrarmi


L’incontro è sempre come il regalo per un bambino. C’è l’attesa, la voglia di sentire e dire. Oggi incontro Mario, cosa vorrà dirmi, dove mi porterà e per farmi vedere che cosa? Io devo dirgli tante cose, che faccio mi preparo una scaletta? Oggi è un giorno, mi sono svegliato, uscirò, farò tutto normalmente e chiedo la grazia di esser presente momento per momento lì dove sarò, in carne ed ossa tutto me stesso. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 25/11/2012


Still life

Ancora vita nell’oggetto, ancora fremito di energia nell’immagine che ritrae quel che l’occhio innamorato vede. Se non c’è questo, allora sì, c’è natura morta.

Siamo abituati ad attribuire la definizione still life all’immagine fotografica, ma la lingua inglese parla anche di still life painting, attribuisce quindi lo stesso modo di dire anche alla pittura. Quella che noi chiamiamo natura morta, con termine inappropriato, gli inglesi giustamente la descrivono come natura che vive ancora. Quante volte infatti ci siamo emozionati nel cogliere la naturalezza degli oggetti rappresentati nell’immagine, “ sembrano veri “ , abbiamo detto, presi dalla bellezza del frutto ancora fresco e colpiti dal movimento della composizione. Manteniamo tutto ancora vivo in noi, facciamo che la bellezza non muoia mai, l’armonia se coltivata mantiene giovani le emozioni. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 26/11/2012

Egoismo

Un giorno una persona camminando in un bosco, cadde in un fosso dal quale non riusciva a venir fuori. A furia di urlare richiamò l’attenzione di un passante, questi, cercando di aiutarlo, si sporse sul fosso e vi cadde dentro. A questo punto furono in due a chiedere aiuto. Un terzo passante li udì e vistili in difficoltà si allontanò. I due sfortunati imprecarono contro l’egoismo di colui che pensando ai fatti propri li avea abbandonati. Dopo un po’ il terzo viandante tornò con altre persone e con scale e corde e salvò i malcapitati.

L’egoismo è una delle più brutte malattie sociali. Impariamo però ad agire in modo consapevole ed equilibrato, senza preoccuparci di poter essere scambiati per egoisti. Facciamo peraltro attenzione a non spacciare per azioni meritorie quelle che servono solo a soddisfare il nostro solipsismo ( solus ipse: solo se stesso). Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 27/11/2012

L’orto

Se vuoi esser felice fatti un orto.

Anch’io ho avuto un orto ed ho provato, come dice il proverbio, ad esser felice. In alcuni momenti sono anche stato felice, magari me ne sono reso conto dopo, ma certamente ho imparato tanto. La cura dell’orto è un esercizio di disciplina. C’è un tempo per ogni operazione che va rispettato se si vuole avere raccolto. Trascorrere ogni giorno qualche minuto, anche solo per guardare le piante che crescono, fa bene allo spirito. Ho imparato che il rispetto del luogo destinato alla coltura si concretizza lasciando un po’ di spazio per le erbe locali, sarà uno spazio in cui non saranno trattate come erbacce e troverà asilo qualche animaletto. Lasciamo pure dentro di noi un po’ di orto selvatico, avendo cura di farlo vivere nel nostro spazio, non occupando quello degli altri per destinare il nostro solo alla produzione. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 28/11/2012


Realtà

La concezione kantiana della realtà sposta l’attenzione dall’oggetto al soggetto. Non è reale l’oggetto in quanto tale ma la costruzione che ne fa il soggetto (uomo).

La visuale di Kant che apre al “mondo moderno”, ci fa riflettere su ciò che viviamo momento per momento. Se la mia soglia del dolore è più bassa della tua, non puoi dirmi che sono esagerato e che tu in condizioni analoghe non ti comporteresti come me. Riconoscendo quindi la soggettività della realtà, è giusto dare spazio alle convenzioni che danno vita ai principi scientifici nonché alle norme giuridiche ed a tutti i modi di concepire i vari campi della conoscenza umana. Metterci al centro di quel che avviene e non dipendere da ciò che succede fuori di noi è certo più faticoso e responsabilizzante ma anche tanto più maturo e consapevole. Accettiamo con animo sereno i nostri insuccessi, ci faranno da maestri, e gioiamo delle nostre scelte generose. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 29/11/2012

Linguaggio

“ L’ha chippato il nastro? “

Parecchi anni fa, appena assunto in un centro elettronico, scesi in sala macchine per un lavoro. Mentre stava per terminare l’elaborazione del mio programma, un operatore mi chiese: “ l’ha chippato il nastro? “. Io rimasi senza parole. “ Hai sortizzato il file? “. “ Bisogna mergere i due files rivenienti dalla lavorazione precedente. “ . Un modo di esprimersi a dir poco criptico, eppure questo era il linguaggio in uso in quell’ufficio. To keep in inglese significa: mantenere, to sort: ordinare, to merge: fondere. Questi ed altri termini inglesi, utilizzati nel campo dell’elaborazione dati, venivano italianizzati ed addirittura coniugati. Le varianti linguistiche, che prima si limitavano al lessico familiare, oggi si sono esponenzialmente moltiplicate e le miriadi realtà sociali utilizzano un proprio slang, scusate, gergo. Ma che vogliamo fare? Torniamo all’epoca in cui touring club si chiamava circolo turistico? Cerchiamo punti d’incontro proponendoci elastici e disponibili e quando usiamo un nostro linguaggio non ne facciamo un’arma per escludere gli altri e farli sentire inadeguati. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 30/11/2012

Pazienza

Ha da passà 'a nuttata.

Che grande virtù la pazienza. Immaginiamo un mondo con persone pazienti, dico pazienti, non fredde, pazienti ed amorevoli. Io ritengo di essere una persona paziente con le cose, gli animali ed anche con i bambini. Se devo fare un lavoro di solito non mi agito, prendo il mio tempo e porto a compimento la prova con pazienza. La mia pazienza invece viene ostacolata dall’aspettativa. Nel rapporto con le persone ed in particolare con le più prossime, perdo la pazienza quando le risposte sono diverse da quelle che mi aspettavo. È sbagliato? Certo, lo so che è sbagliato, ma per quanto me lo ripeto, ci ricado sempre. Il confessore mi direbbe: mettici un po’ d’impegno. Forse avrebbe anche ragione ma ci vuole anche un po’ di attenzione nel momento in cui stiamo per perdere la pazienza, non bisogna lasciarci distrarre dalle emozioni che si affollano intorno. Giustamente la pazienza viene definita santa perché è valida quando è praticata con delicatezza, senza scaricarne il peso sugli altri. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 1/12/2012


Artista

Poesia, pittura, musica, scultura, scrittura ed ancora canto, racconto, cinema, recitazione ma pure culinaria, architettura, insegnamento. In breve ogni manifestazione di cui l’uome è capace.

Ieri ero seduto in macchina aspettando Pina, di fronte a me un muro di canne sbattute dal vento, il tempo era grigio e bagnato da improvvisi e brevi scrosci di pioggia, sentivo il bisogno di esprimere la mia emozione per poterla raccontare. L’artista che vive dentro ciascuno di noi in quel momento non volle farsi avanti, né io lo sollecitai più di tanto, non mi venne nessuna espressione che mi sembrasse valida ad esprimere le mie sensazioni. Da bambini rimaniamo affascinati dalle favole, ci rimane dentro la voglia di emozionarci anche da adulti ed andiamo a cercare chi ha voglia di raccontare. Se ieri ne fossi stato capace avrei raccontato il muro di canne ed avrei potuto esprimere il mio struggimento, perché so che dietro le canne c’è un lago e poi una striscia di sabbia ed in fine il mare bianco di schiuma. L’artista deve aver voglia di aprirsi, di dire la sua realtà, di essere innamorato per fare innamorare. Non teniamo dentro di noi le nostre ricchezze, impariamo a donarle. Un diamante racchiuso nelle viscere della terra diventa lucente solo quando vi si posa sopra uno sguardo stupito. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 2/12/2012


Tempo

I'idea del potere non ci sarebbe se non ci fosse l'idea del domani;
non solo, ma senza il domani, la coscienza non avrebbe giustificazioni.
Caro Dio, facci vivere come gli uccelli del cielo e i gigli dei campi.

Pasolini chiude una sua poesia con questa considerazione semplice e chiara. Sembra però che incomba sull’uomo la maledizione del tempo che passa. Ci distraiamo dal presente non vivendolo. Andiamo a vedere le previsioni del tempo e ci disperiamo se domani pioverà, peccato, così ci perdiamo la bella giornata di sole di oggi. Farnetichiamo sul domani, procrastiniamo a domani, speriamo che domani, e se domani non ci fosse? Don Genaro, lo stregone che guida Castaneda nel suo cammino esoterico, dice che il guerriero ha come miglior consigliere la propria morte. Il Vangelo di oggi ci invita a vivere il presente con la consapevolezza che non sappiamo cosa accadrà domani. L’evangelista Luca ci dice: “ Vegliate e pregate in ogni momento “. Non vuole intimorirci, vuole tener desta la nostra attenzione. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 3/12/2012


Vuoto

Sono esiliata dalla mia anima e questo fa in modo che abbia, per sempre e dovunque, mancanza e vuoto profondo nel petto. Ma il vuoto si fa necessario se hai sempre bisogno di riempire qualcosa

Mia nipote Claudia pubblica su di un sito brevi racconti o poesie. Io li leggo avidamente e spesso ne sono colpito ed emozionato. Mi piace riportare la frase finale del suo scritto di oggi perché richiama il tema del vuoto, argomento che mi coinvolge molto. Ho già parlato del vuoto, inteso in senso positivo, necessario per far spazio all’accoglienza. Ma devo dire che quando mi sono avvicinato al mio vuoto mi sono spaventato. Mi è sembrato di provare una perdita di equilibrio, forse d’identità. È che ci riconosciamo attraverso le cose ed i fatti che accumuliamo. Forse l’ho già detto, ma se è così voglio ripeterlo soprattutto a me stesso, noi siamo anche vuoto, anche fisicamente siamo più vuoto che pieno, non ci spaventiamo nel vederlo, è vitale, è sano, ci lascia campare. Nell’atomo gli elettroni non potrebbero girare intorno al nucleo se tra di loro non vi fosse il vuoto. Facciamo ancora una volta pulizia, spazziamo via senza rimpianti le cose inutili che soffocano il vuoto. Un abbarccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 4/12/2012


Distrazione

SE QUESTO E' UN UOMO

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no

Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno:

Meditate che questo è stato.
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.

È tremenda questa poesia di Primo Levi. Non storciamo il naso, non fuggiamo dai versi finali perché ci spaventano. Rimaniamo all’erta, non distraiamoci, le cose che Levi dice dei campi di concentramento nazisti ci circondano ancora oggi. Anche se ci sembra di non poter far niente, non fuggiamo, non distraiamoci. La consapevolezza di ciò che accade è un buon inizio. Confidiamo nella nostra parte migliore. Un abbraccio. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 5/12/2012





Stringatezza

Due parole, ho detto tutto.

Basta il pensiero. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 6/12/2012


Scelta

“Vede quei vecchi lì in piazza? Stanno seduti a prendere il sole senza far niente. Quella è una brutta malattia.” Poi rivolto a se stesso: “Anch’io ho una brutta malattia a settantadue anni continuo a lavorare.”

Così mi diceva zio Peppino nella sua bottega di fabbro in un piccolo paesino della Gallura. Tutti noi scegliamo una strada piuttosto che un’altra, è importante percorrerla con la cognizione che in questa vita, in questo momento è la nostra strada e che potrà insegnarci qualcosa. Questa era la saggezza di zio Peppino, vedere la scelta degli altri ma essere consapevole anche della sua. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 7/12/2012


Dogma

Etimologicamente dal greco opinione.

Col passar del tempo abbiamo dato al dogma la valenza di un’opinione indiscutibile. Se però andiamo a veder bene, il dogma è frutto di studi e discussioni, vedi in filosofia, in religione, in matematica e chi più ne ha più ne metta. A questo punto noi possiamo accettarlo o meno, possibilmente in maniera consapevole e responsabile. Non diamo con faciloneria addosso al dogma e poi senza mettere in discussione accettiamo per oro colato le affermazioni di alcuni politici o le notizie che ci propinano giornali e televisione. Attenzione! Anche l’acquisto di un dentifricio puo’ essere frutto di una decisione non nostra. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 8/12/2012

Weather

The weather is very interesting subject of conversation.

Gli inglesi hanno una vera passione per il tempo meteorologico. Penso che sia una giusta attenzione, visto che il tempo ha grande influenza sul nostro umore. L’altro giorno era una bella giornata di sole, Ischia di fronte a me era illuminata, il mare era blu scuro ed il cielo azzurro, le piccole preoccupazioni che il giorno prima mi avevano infastidito, erano relegate in fondo a tutto. Oggi il cielo è grigio, il giardino è inzuppato di pioggia, mi sento tranquillo ed accetto volentieri questo tempo che m’invita a stare un po’ con me stesso. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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anna85
anna85
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
quando ritorni? aspetto

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 9/12/2012


La medaglia

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.

Neruda, nella poesia “Saprai che non t'amo e che t'amo”, inizia con questi versi meravigliosi. La parola nasce dal silenzio ma non c’è silenzio se prima non c’è stata parola. Siamo fatti in due maniere, l’una serve da appoggio all’altra. La medaglia ha valore per la sua completezza, anche se preferiamo una della due facce. Accettiamoci nella nostra integrità, non gettiamo alle ortiche la parte di noi che meno preferiamo, vivremmo una vita a metà. Prendiamo piacere dal procedere come dal ristare. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 10/12/2012


Tutto

Noi siamo un tutt'uno con tutte le cose in ogni tempo.

Oggi ho trovato questa frase in un sito di Rosacrociani. Mi ha colpito per l’aggancio con l’argomento di ieri. Essere tutto ed il contrario di tutto ci rende simili agli altri. Se è vero che il nostro comportamento influisce sul mondo che ci circonda, è certamente altrettanto vero il contrario. La nostra vita viene di momento in momento modificata dagli accadimenti intorno a noi. È talmente correlato il nostro agire a tutto il resto che siamo tenuti a comportamenti responsabili. Il nostro essere tutto, ci assimila a tutto. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 11/12/2012


Thule

Ho conosciuto la terra dei ghiacci e del fuoco, il fato mi ha portato ad essa, è stata la mia terra.

Dopo quattro anni di lavoro in altri uffici, fui assegnato all’ uff. X/1. Quando entrai vidi, sulla scrivania del preposto, una scritta: “ ultima Thule “. Aveva l’abitudine di cambiare ogni giorno scritta, quella del 19/7/1977 mi sembrò dedicata a me. Fu beneaugurante, da quella spiaggia sono partito per il viaggio tra i più belli della mia vita. Ho avuto compagni che hanno saputo accogliermi e guidarmi, mentre mi arrabattavo a crescere, sono diventato uno di loro, abbiamo unito le nostre famiglie ed ancora oggi essi costituiscono una ricchezza nel mio cuore. L’ultima Thule, volendo, può essere l’isola magica dalla quale spiccare il volo. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 12/12/2012

Amico

Cari amici, qui dico amici
Nel senso vasto della parola:
Moglie, sorella, sodali, parenti,
Compagne e compagni di scuola,
Persone viste una volta sola
O praticate per tutta la vita:
Purché fra noi, per almeno un momento,
Sia stato teso un segmento,
Una corda ben definita.
Dico per voi, compagni d’un cammino
Folto, non privo di fatica,
E per voi pure, che avete perduto
L’anima, l’animo, la voglia di vita:
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
Che mi leggi: ricorda il tempo,
Prima che s’indurisse la cera,
Quando ognuno era come un sigillo.
Di noi ciascuno reca l’impronta
Dell’amico incontrato per via;
In ognuno la traccia di ognuno.
Per il bene od il male
In saggezza o in follia
Ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso,
Che le imprese sono finite,
A voi tutti l’augurio sommesso
Che l’autunno sia lungo e mite.

Fra le carte conservate ho recuperato il cartoncino che un mio caro amico ci fece trovare sul tavolo per il festeggiamento dei suoi sessant’anni. Ho riletto “ Agli amici “, la poesia di Primo Levi che vi è stampata. Mi ha di nuovo emozionato ed ho pensato di regalarvela. È bello e generoso mettere sullo stesso piano persone viste una sola volta o praticate per tutta la vita. Anch’io penso che l’amico è maestro: ciascuno reca l’impronta dell’amico incontrato per via. E poi: in ognuno la traccia di ognuno ed ancora ognuno stampato da ognuno. Gli amici ci fanno ricchi. Accogliamo i nostri amici dentro di noi e quando possiamo raccogliamoli intorno a noi. Un abbraccio. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 13/12/2012

Santa Lucia

Lucia, nimica di ciascun crudele,
si mosse, e venne al loco dov’i’ era

Auguri alle Lucie ed ai Luci. Dante nel secondo canto dell’inferno viene soccorso da Beatrice per intercessione di Santa Lucia, chiamata a sua volta da Maria. Santa Lucia, patrona della vista, ha il chiaro compito di illuminare la strada, di far luce nel difficile cammino della fede. Anche nel Vangelo la parabola del cieco racconta della vista per parlare della luce interiore, del dono di fare chiarezza dentro di noi. Adoperiamoci per una vita di consapevolezza. L’augurio di essere sempre nella luce vale per tutti quelli che vogliono una vita retta e amorevole, attenta a tutto ciò che ci circonda. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 14/12/2012


Compito


Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita!

I compiti, in quanto tali, mi hanno sempre angustiato. Il retaggio dei compiti scolastici con le scadenze delle interrogazioni, con gli obblighi di imparare a memoria, ha profondamente inciso sul mio rapporto con l’impegno. Giovanni XXIII, prima di chiudere il suo decalogo, scrive la considerazione che ho riportato. Quando dobbiamo fare un lavoro, incontrare una persona per un impegno gravoso, mantenere una promessa che ci pesa, ci sembra che questo da fare ci prenda tutto il tempo e l’energia. Pensiamo magari di rimandarlo per un poco e poi per un altro poco, è questo il modo migliore per farlo durare per tanto tempo e per farcelo pesare piu del reale. Quante volte, portato a termine un compito, ci siamo resi conto della pochezza dell’impegno che abbiamo dovuto profondere. Accogliamo con piacere il consiglio di Papa Giovanni e facciamo con leggerezza ciò che alla fine ci impegna per un lasso di tempo limitato. Prendiamo coscienza che fare pesa molto meno che non fare e che sospendere non è sinonimo di risolvere. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 15/12/2012


Passaggio

Imparare per insegnare, prendere per dare.

Se c’è chi insegna, pone il segno in qualcuno, c’è bisogno di chi impara, prende possesso di qualcosa. Se c’è chi dà, dona a qualcuno, c’è bisogno di chi prende, afferra con mano, abbraccia. Senza questo desiderio reciproco non si verifica l’alchimia del passaggio, entrare, penetrare. Il donare è il fascino dell’insegnamento ma non promettiamo doni se non abbiamo nulla da dare. Impariamo bene se vogliamo insegnare. Per esperienza so che ho compreso bene le cose studiate con lo scopo di insegnarle. È inutile prendere cose che non ci servono, ammuffiranno dimenticate in un angolo togliendo spazio; prendiamo se siamo intenzionati a dare. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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