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Il mio desiderio di oggi

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 16/12/2012


Incertezza

Le incertezze del maestro sono le certezze del discepolo

L’incertezza è caratteristica dell’uomo adulto, l’insicurezza del fanciullo.Se partiamo da questa considerazione dobbiamo prendere atto che l’incertezza è compagna della nostra vita. L’incertezza fa nascere il dubbio che, se non accantonato ma preso in considerazione ed analizzato, può costituire un ottimo punto di partenza per agire in modo giusto e consapevole. Il filosofo colombiano Nicolás Gómez Dávila, di cui ho riportato la frase, dà all’incertezza un valore positivo, addirittura di insegnamento. Non usiamo l’incertezza come alibi al non fare, prendiamola a spunto per un’azione consapevole. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 17/12/2012

Affanno

Basta a ciascun giorno il suo affanno.

A causa di una deviazione del setto nasale so cosa significa l’affanno, la dispnea, difficoltà respiratoria che dà la spiacevole sensazione di insufficiente ossigenazione. Tutti, in alcuni momenti, proviamo affanno anche se è solo conseguenza di uno sforzo fisico. Sceglie bene questo termine Giovanni XXIII, nella conclusione del decalogo, per farci intendere che la nostra vita è disseminata di difficoltà psicologiche, spirituali ma spesso fisiche. Noi certo non ci spaventiamo, anche camminare può stancare ma serve per giungere dove vogliamo andare, basta quest’idea per non farci sentire la fatica. Noi certo non ci spaventiamo se l’affanno ci spezza il fiato, sappiamo che prendendoci il nostro tempo riportiamo il respiro nel giusto ritmo e se domani ci ricapita sappiamo che fare. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 18/12/2012


Dolore

Se uno vive senza mai chiedersi perchè vive spreca una grande occasione e solo il dolore spinge a porsi la domanda.

Penso che tutti possiamo confermare il senso di questa frase di Tiziano Terzani. Nei momenti di buio apriamo gli occhi il più possibile per vedere meglio e quando abbiamo luce a sufficienza non guardiamo il bello che è intorno a noi. Impariamo ad accettare il dolore, non dico con piacere ma come una grande opportunità di crescita. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 19/12/2012


Il tifoso

Siamo una squadra fortissimi
fatta di gente fantastici….

Così cantava Checco Zalone parodiando il neomelodico tifoso. Quando si parla di tifo si pensa innanzitutto al calcio. Anch’io sono tifoso e con gli amici ci vantiamo di esserlo, anzi sottolineiamo questo stato, specificando che non siamo sportivi ma supporter della nostra squadra. Non è un caso che nel sostenere la propria squadra si parli di fede. Bene, siamo contenti quando si vince, ci intossichiamo quando si perde ma, come già ho detto altre volte, est modus in rebus. Divertiamoci, scherziamo, sentiamoci appartenenti “a” ma siamo sempre consapevoli delle nostre scelte. Posso esser tifoso di una squadra, posso tifare per un partito, anche per un’associazione o addirittura per una confessione religiosa; certo il tifo non si addice ad un principio di equità o di giustizia o di valori etici o di credo spirituale. Se un appartenente alla mia fazione fa una schifezza o peggio si macchia d’infamia certo non lo giustificherò ed altrettanto non mi sentirò di dileggiare il comportamento corretto di chi non appartiene al mio partito. Mi sforzo di attuare quanto ho detto e confido che questo sia un modo di pensare comune. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 20/12/2012

Previsioni

San Nicola tene ‘o cappiello.

Sul monte Epomeo, ad Ischia, c’è un eremo ed una piccola chiesa scavati nella roccia. La chiesetta è dedicata a San Nicola ed è per questo che gli ischitani chiamano il monte Santu Nicola. Quando sul suo cocuzzolo stazionano delle nubi è segno che è in arrivo cattivo tempo. Da un po’ ho preso l’abitudine, la mattina appena alzato, di dare uno sguardo all’Epomeo per controllare se abbia o meno il cappello, mi nasce automatica la voglia di conoscere come sarà la giornata. L’uomo da sempre ha scrutato, indagato, letto il presente per scoprire il futuro, è una spinta forte, forse così ci sentiamo più potenti e più vicini al divino. “ Lascia dormire il futuro come merita. Se lo svegli prima del tempo, ottieni un presente assonnato.” Così dice Kafca. Se proprio vogliamo cercare di controllare il nostro futuro, incominciamo a costruirlo nel presente. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 21/12/2012


Lugar

A ZACINTO

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

Prima di tutto si è impadronito di me il suono di questa parola spagnola ed ho subito incominciato a pensarci su. Io non conosco lo spagnolo e dalle poche notizie che ho raccolto mi è sembrato di capire che il significato italiano di lugar sia luogo ma nel senso di locus, topos, quindi luogo concettuale, addirittura motivo. Non parlo in questo caso di sito o collocazione o posto ma quasi di luogo dell’anima. Qualcuno ha detto che non siamo piante quindi non possiamo aver radici ma, dico, un qualche legame emotivo con un sito lo avremo certamente ed è in questo caso che il posto diventa luogo, come l’isola Zante per Ugo Foscolo. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 22/12/2012


Dolore (ancora)

Il dolore è doloroso. Quando è forte ti anestetizza al punto tale che non ti rendi conto di cosa sia successo.

Pochissimi giorni fa ho parlato di dolore. Ora ho dolore e devo capire questo dolore cosa vuole insegnarmi e dove mi vuole portare. Voglio innanzitutto pensare a me, non voglio agire per reazione, in questo momento non voglio spiegare, insegnare, ho bisogno di chiarezza per mettere ordine, non voglio farmi distrarre, voglio ritrovare il mio centro. Solo comportandomi così posso fare chiarezza e scrivere mi fa bene. La condivisione del mio stato d’animo, cosa che faccio sempre, mi fa bene e spero possa costituire uno spunto di riflessione per chi mi segue con pazienza ed affetto. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 23/12/2012

Decisione
A te che stai leggendo questa pagina:
regalo una rosa...
perchè tu possa sentirne il profumo dolce ed estivo,
per ammirarne il colore unico e perfetto,
per capire che le spine ci sono
ma basta saperle maneggiare per farle essere innocue,
per scoprirne il cuore prezioso,
perchè i petali possano accarezzarti e spingere via la tristezza ed il gelo,
qualunque cosa ti stia capitando...
per farti compagnia, come fece il Piccolo Principe,
Ti regalo una rosa perchè
io stesso avrei bisogno di qualcuno che mi lasci scoprire tutto questo.
Perchè a volte mi capita di essere giù,
e pensare che ho ancora la possibilità di ricevere la mia rosa mi dà forza,
mi fa andare avanti,
mi permette di non arrendermi
perchè io *non voglio* arrendermi mai;
La rosa, cos'è per me?
Un piccolo pensiero, nulla più,
ma a volte penso che è di questo che abbiamo bisogno...
di un pensiero d'amore...

Un cuore semplice e sincero...

Il mondo va per il suo verso. sento ridere le cose,
i desideri fanno tutti centro,
vedo rose dovunque la strada è un giardino,
la giornata è un sogno, il buon giorno del vicino,
il cielo si solleva...
piccoli piaceri uno dopo l'altro...

Perchè questa è la nostra vita, una vita semplice.


Cercando notizie su Jean Debruynne, ho trovato questa poesia ed ho voluto dedicarmela. Oggi ho deciso: “ vedo rose dovunque la strada è un giardino”. Le mie decisioni devono fare bene innanzitutto a me e devo esser sicuro che faranno bene a me ed agli altri solo se saranno giuste amorevoli e rispettose della natura umana. Impariamo a vivere insieme. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 24/12/2012


Attesa

Maranatha: vieni Signore o il Signore è venuto o ancora il Signore è il segno.

Per i cristiani oggi si conclude il periodo dell’avvento, stasera nasce il Salvatore. Nell’attesa di un evento è bene predisporsi al meglio. Oggi ho voluto rivolgere lo sguardo al passato, per capire il senso della parola maranatha che da un po’ sento usare in chiesa. È bello riempire l’attesa con momenti di rilassamento attivo, per svuotarci e per essere pronti ad accogliere. Se prestiamo attenzione nel corso della nostra vita ci sono continue fasi di attesa e quindi di preparazione. I cristiani si preparano nel periodo dell’avvento ma tutti dobbiamo prepararci per uscire di casa, per un esame, per un incontro, per le vacanze, per la nascita di un figlio, per la fine di questa avventura terrena……. Buona preparazione a tutti allora, con l’augurio di procedere nella tranquillità senza farsi distrarre dall’aspettativa. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 25/12/2012


Auguri


Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nessuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
dove ognuno abbia il diritto
di diventare tuo fratello
e farsi tuo prossimo.

Antonio mi ha inviato per Natale questi meravigliosi auguri scritti da un missionario e poeta francese: Jean Debruynne. Mi è sembrato bello valorizzare questo regalo girandolo a tutti voi. Il mio augurio personale è che possiate trascorrere con serenità queste feste, nel modo che più vi piace e potendo assaporare la delicata bellezza della pace. Con amore un abbraccio a tutti. Giovanni
p.s.
Regalino natalizio riu riu chiu Non vi ho mai inviato foto o allegati o link, questa volta voglio inviarvi un semplice canto di Natale della tradizione spagnola, segnalatomi qualche tempo fa da Iva, mi ha colpito per la sua semplicità. Se vi fa piacere, cliccate sul link ed ascoltatelo. Giovanni
https://www.youtube.com/watch?v=uupTF9IQ89M

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 26/12/2012


Immagino

Immagino che sia proprio così la vita. Una lunga catena di attimi. E immagino che tutto ciò che si può fare è cercare di viverli uno per uno, senza star troppo a pensare a quelli appena trascorsi o che stanno per arrivare.

Anch’io, come Nicholas Evans, penso che riuscire a vivere l’attimo significa vivere senza distrazioni. Dire però immagino, già significa pensare al dopo o al prima. Non illudiamoci di riuscire a staccarci dall’abitudine di ricordare o di prevedere, è un modo di fare strettamente connaturato all’uomo. La cosa importante è evitare di ricamarci troppo sopra aspettando che si avveri qualcosa o rimpiangendo qualcos’altro. Io voglio immaginare che queste mie parole partano da me per volare verso di voi. Non voglio immaginare che qualcuno le legga e qualcun altro no, non voglio pensare che saranno ritenute sagge o stupide, originali o ripetitive, che:”Vediamo cosa ha scritto oggi” o:”Ancora? Ma non si stanca di scrivere tutti i giorni?”. Voglio che volino e ciascuno prenda quel che gli piace e lasci nel vento il resto. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 27/12/2012


Verso

Mi sono svegliato stamattina con una poesia nella testa, o almeno un pezzo di poesia.
Sulla vita, con una forma strana, quelle che usano adesso, per me poco familiari.
Una poesia incompleta, senza un chiaro disegno, senza un vero perché.
Ho trovato "il mio desiderio", appena seduto qui, e sono entrato in sintonia con le tue parole.
Poi, ho pensato ad oggi, santo Stefano.

E di Stefano, solo ieri ne celebravamo la nascita miracolosa, in braccio alla zingara ansiosa di vedere il Natale, oggi già ne ricordiamo la morte, lapidato per il suo credo, per la sua fedeltà
Ricordiamo che Stefano non era sacerdote ma solo diacono, cioè un laico come tutti noi, e non temette le pietre che i suoi concittadini gli scagliavano contro fino ad ucciderlo.
Primo Testimone, primo Martire, un uomo qualunque, uno di noi. Riflettiamoci.
Diamo un senso alla nostra vita, un valore alla nostra morte.

Ho ricevuto da Lucio, in chiosa al desiderio di ieri, le parole che ho riportato. Mi sono ricordato del tanatologo Cesare Boni che ci raccontava della domanda postagli dalla madre alla fine dei suoi giorni : “ A cosa è servito vivere la mia vita?”. Viviamo sapendo che ogni giorno diamo un verso alle nostre azioni e che se prestiamo attenzione scopriamo di avere un compito da assolvere. Diamo un senso alla nostra vita, un valore alla nostra morte. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 28/12/2012

Cercare e trovare

Invano Cristo ha cercato la fede dove avrebbe dovuto trovarla; nei preti, nei devoti, negli uomini più religiosi, più ferventi dell'epoca: farisei, scribi, teologi, sinedrio. E l’ha trovata viva, traboccante, dove mai avrebbe sospettato: in alcuni pescatori (anche peccatori), in alcuni pubblicani, tra delle prostitute, in mezzo a stranieri e a pagani.

Così scrive Louis Evely, sacerdote e scrittore belga, che, in “Fede ed ateismo”, dice: “Ogni cristiano deve attraversare un certo ateismo.” Per cercare bisogna fare pulizia dentro di se’, aprirsi alla ricerca con spirito puro. Mi è spesso capitato di incontrare atei con un senso della spiritualità ben più alto di persone che si dichiaravano religiose. Dice ancora Evely: “Il mio primo obiettivo è arrivare a questo certo punto, far sentire la forza di spirito che è un ateismo intelligente, purificandoci dalle idee religiose infantili di cui tutti siamo stati imbevuti.”. Se vogliamo trovare qualcosa, poniamoci in cerca abbandonando i preconcetti, superiamo il timore di perdere l’equilibrio acquisito, con coraggio non contentiamoci di rimanere a “ruminare nella stalla dove ci hanno partorito”. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 29/12/2012


L’ultima volta

Quando è stata quell’ultima volta
che ti han preso quei sandali nuovi
al mercato coi calzoni corti
e speranza d’estate alla porta
ed un sogno che più non ritrovi
e quei sandali duravan tre mesi
poi distrutti in rincorse e cammino
quando è stata quell’ultima volta
che han calzato il tuo piede bambino
lungo i valichi dell’appenino.
Quando è stata quell’ultima volta
che ti ho vista e poi forse baciata
dimmi adesso ragazza d’allora
quando e dove te ne sei andata
perchè e quando ti ho dimenticata
ti sembrava durasse per sempre
quell’ amore assoluto e violento
quando è stato che è finito il niente
perchè è stato che tutto si è spento
non ha visto nemmeno settembre.
Quando è stata quell’ultima volta
che hai sentito tua madre cantare
quando in casa leggendo il giornale
hai veduto tuo padre fumare
mentre tu ritornavi a studiare..
in quei giorni ormai troppo lontani
era tutto presente e il futuro
un qualcosa lasciato al domani
un attesa di sogno e di oscuro
un qualcosa di incerto e insicuro.
Sarà quando quell’ultima volta
che la vedi e la senti parlare
quando il giorno dell’ultima volta
che vedrai il sole nell’albeggiare
e la pioggia ed il vento soffiare
ed il ritmo del tuo respirare
che piano piano si ferma e scompare.


Ieri sera mi sono segnato l’idea per oggi: l’ultima volta. Mi sono accorto poi, che Guccini ha svolto in modo poetico ed affine al mio sentire l’argomento in una delle sue ultime canzoni. È difficile ricordare le ultime volte, non mi riesce quasi mai di tirare fuori dai miei ricordi l’ultima volta in cui ho visto una persona. Non parlo di persone incontrate e passate o di eventi secondari, parlo di fatti salienti, persone che hanno lasciato in me segni indelebili. Mi rammarico di questa mia incapacità, forse non presto sufficiente attenzione al momento, a quando ci incontriamo, a quando ci scambiamo emozioni e parole, forse penso che:” tanto ci incontreremo ancora, ci diremo le cose non dette”, forse penso che il nostro futuro sarà eterno. Perché questa ricerca nella memoria? Perché voglio ricordare per catalogare? Credo che non occorre star sempre lì a metter ogni cosa al suo posto, è bene concludere ma possiamo anche lasciare, senza troppi rammarichi, qualche piccolo sospeso, tanto sono sicuro che “ci incontreremo ancora” . Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 30/12/2012


Felicità

« Che cosa vuoi, Mary? Puoi dirmelo! Vuoi la luna? Se la vuoi, io la prenderò al laccio per te. »

Ieri sera ho rivisto il film “La vita è meravigliosa”, del grande Frank Capra. È vero che Capra ci indora la pillola con il lieto fine ma nello svolgimento del film mostra con semplicità la vita quotidiana costellata di problemi sogni ed amarezze. Chi di noi non ha sognato almeno una volta l’impresa impossibile: prendere la luna al laccio? Qualche critico però ritiene i suoi film addirittura pessimisti, perché venendo meno il finale, poco credibile, rimane solo l’aspetto negativo della vita. Fatto sta che ieri sera ho sentito il bisogno di fermarmi un momento e credere che ci sia anche la possibilità dell’improbabile lieto fine. L’angelo custode, nel film rappresentato da un vecchio bonario, ci cammina accanto, spesso non vogliamo riconoscerlo, ci pone dinnanzi alle nostre contraddizioni o ci mostra il positivo che c’è in noi ma disconosciamo la sua presenza anche quando ci aiuta ad ammortizzare i colpi della quotidianità. Riconosciamoci questa forza, ringraziamoci per le mille risorse che siamo capaci di attingere dal nostro profondo e ricordiamoci soprattutto che siamo noi a decidere lo svolgimento del film ma anche il finale. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
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Licola 31/12/2012


L’ultimo dell’anno

L'anno nuovo per magia
Deponeva regali
La tristezza, l'allegria
Ed i giorni normali
L'anno vecchio stava lì
Mento in mezzo alle mani
Come chi ha finito ormai
I domani e non sa perché

Così incomincia una canzone di Fausto Leali. Il trentuno dicembre è uno strano giorno, si unisce vecchio e nuovo, malinconia ed allegria. È un giorno che rappresenta bene l’andamento della vita, è un miscuglio di tutto un po’. Per questo forse alcuni vogliono rimanere soli e chiudersi in un riserbo difensivo, mentre altri, forse i più, cercano scampo nelle distrazioni festaiole. Guardiamo in faccia a questo giorno e d’accordo con la nostra indole andiamo incontro ai bilanci ed alle attese, è tutta farina del nostro sacco. Voglio immaginarvi tutti in pace con voi stessi mentre affrontate con clemenza il resoconto dell’anno appena trascorso e vi disponete con animo sereno alle novità. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 1/1/2013


Il futuro

Il futuro, credetemi,
è un gran simpaticone,
regala sogni facili
a tutte le persone.
« Sarai certo promosso »
giura allo scolaretto.
« Avrai voti lodevoli,
vedrai, te lo prometto ».
Che gli costa promettere?
« Oh, caro ragioniere,
di cuore mi congratulo;
lei sarà cavaliere!».
« Lei che viaggia in filobus,
e suda e si dispera:
guiderà un'automobile
entro domani sera».
«Lei sogna di ..far tredici? »a lo farà sicuro!
Compili il suo pronostico
ci penserà il futuro!
Sogni, promesse volano...
Ma poi cosa accadrà?
Che ognuno avrà il futuro
che si conquisterà.

Auguri, auguri, auguri. Non prendiamocela con la mala sorte perché come dice Gianni Rodari il futuro sarà quello che ci siamo conquistato. Quelli che voglio farvi sono auguri di tempi di pace e di amore. Che l’anno nuovo ci apra le porte di un futuro costruito con i desideri di un bambino e l’attenzione scrupolosa di un vecchio artigiano. Prendiamo tra le braccia questo anno piccolino, curiamolo e corriamo ai ripari al primo cenno di raffreddore come faremmo con un nipotino . Vogliamoci sempre bene, ne abbiamo bisogno. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 2/1/2013

Contatti

La nostra conoscenza si arricchisce ogni qual volta entra in contatto con altre conoscenze.


Durante queste feste ho ricevuto auguri in varie forme, e-mail, messaggi telefonici, telefonate, tra questi alcuni inviatimi da persone inserite nella mia mailing-list de il mio desiderio di oggi. Stamattina sono andato a rileggere tutti i miei contatti a cui invio il mio pensiero quotidiano, mi sono reso conto che con tutti mi sembra di avere un rapporto diretto, spesso quando scrivo penso di scrivere ad una singola persona, altre volte invece scrivo senza pensare al destinatario. Molti di voi li conosco bene, pochi un po’ meno, molti non li conosco affatto, perché fanno parte di alcuni forum su cui viene pubblicato il mio desiderio. Tutti comunque ci sono ed io vi sento presenti, spero capiti anche a voi di sentire non solo me ma di sentirvi parte di un intreccio di rapporti. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 3/1/2013


Melanconia


Nella cultura cristiana medievale la malattia depressiva venne intesa come morbus animae, indifferenza, inerzia spirituale, accidia, e la rinuncia al linguaggio, alla volontà, all'istinto vitale e, soprattutto, alla salvezza, fu considerata un peccato mortale, sì che Dante collocò gli accidiosi in un girone dell'Inferno.

Quando la malinconia diventa mal di vivere assume le caratteristiche di malattia. In questi casi oggi viene anche definita depressione, come riportato in un interessante scritto sull’argomento di Eugenio Borgna, Bruno Callieri e Anita Sama. Senza giungere a limiti di patologia, tutti abbiamo avuto qualche esperienza di malinconia, i brasiliani con la loro saudade ne hanno fatto un’icona. Proprio questo stato d’animo, una specie di malinconia nostalgica, è entrato nella nostra vita e molti a volte se ne compiacciono. La malinconia dolce può costituire un momento di rilassamento, però non sguazziamoci dentro sminuendole il suo valore positivo e correndo il rischio di sclerotizzarci in un atteggiamento di vuota finzione. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 4/1/2013


Memoria

Azzurrità più terse e più profonde
non vidi mai del cielo in primavera.

Stamattina, per quelle imperscrutabili assonanze della memoria, l’azzurro del cielo mi ha ricordato l’inizio di una poesia scritta dalla mia insegnante di lettere delle medie. L’azzurro del cielo di oggi se si potesse confrontare sulla base di una scala cromatica, risulterebbe simile a quello primaverile eppure io non l’avverto uguale. La tinta carica lassù in alto sfuma verso il basso in una tonalità pallida che si confonde con la foschia che copre il mare e parte della terra; anche in primavera accade qualcosa del genere ma ora siamo in inverno e la mia percezione mi dice che le sfumature sono diverse. Oggi sono coperto di lana, so che fuori nonostante la bella giornata, fa freddo, in primavera invece avverto la brezza leggera del risveglio, la leggerezza dell’aria. Questo mi fa vedere un azzurro diverso. È il colore culturale, quello avvertito attraverso il filtro della nostra storia ed esperienza. Se guardiamo due fotografie di una stanza con le pareti bianche, una scattata di giorno, l’altra di sera con la luce artificiale, per noi le pareti saranno sempre bianche anche se a ben osservare il bianco della luce artificiale sarà giallino. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 5/1/2013


Continuo ad imparare

L’apprendimento permanente è: “L’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo.”

Anni fa, quando praticavo quotidianamente la fotografia, trascorrevo parecchio tempo in camera oscura. Insieme a due amici stampavamo a colori da diapositive. Relazionandomi con loro e svolgendo questo lavoro, ho scoperto il mio lato paziente e meticoloso che fino ad allora avevo voluto ignorare. Come dice la raccomandazione del Parlamento europeo, definendo la capacità di imparare ad apprendere, è giusto mantenere sveglia la perseveranza nell’apprendimento. Mi capita ancora di continuare ad imparare cose nuove di me specchiandomi in ciò che mi circonda. Tanto più conosco la macchina che guido, tanto la conduco meglio. Continuiamo ad imparare, continuiamo a conoscerci per vivere meglio. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 6/1/2013


Buoni propositi

Cara matre
da oggi in poi, voglio diventare un bravo giovine,
ho deciso, mi voglio cambiare...

I buoni propositi, nella stragrande maggioranza dei casi, servono a non esser mantenuti, come capitava a Tummasino di “Natale in casa Cupiello”. I propositi non realizzati portano via energia, aiutano a rafforzare il senso di incapacità e fallimento. La nostra naturale predisposizione al bene valorizziamola per costruire i buoni propositi di giorno in giorno, senza fare proclami che serviranno solo a ritorcersi contro di noi. Il vero cambiamento è nell’azione. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 7/1/2013


Vittima e carnefice

Victimæ paschali laudes immolent Christiani

In questo periodo delle festività Natalizie, tra letture sacre e tradizioni religiose, mi è venuto da pensare al rapporto tra Gesù e Giuda, che di recente è stato rianalizzato sotto il profilo del rapporto tra vittima e carnefice. Il ruolo di Giuda è stato da alcuni rivalutato, adducendo la motivazione che Gesù Cristo non avrebbe potuto realizzare il suo disegno salvifico senza la figura di Giuda nelle vesti di carnefice. C’è chi vuole, in tal modo, cancellare da Giuda la colpa. Bisogna però ricordare che ciascuno sceglie volontariamente il suo cammino e che si relaziona di volta in volta con ciò che lo circonda. Cristo incarnato e quindi uomo a tutti gli effetti, rapportandosi con il contesto in cui viveva, ha attuato il suo progetto utilizzando Giuda che evidentemente nella sua vita ha scelto questo ruolo necessario al suo viaggio umano. Fin quando ci sarà bisogno di carnefici occorreranno vittime ed occorreranno carnefici fin quando ci sarà bisogno di vittime. Rispettiamo ciascun ruolo assumendocene le responsabilità, in attesa che si raggiunga l’equilibrio che renda inutili le contrapposizioni di ruoli. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 8/1/2013


Telepatia

Luca: Sai che cos'è la telepatia?
Concetta: No.
Luca: Quando io non busso e tu apri la porta!

Continuo a citare Eduardo perché molto l’ho praticato e lo pratico ancora. Dopo il mio pensiero di ieri Lucio mi ha scritto ed io voglio parteciparvi le sue parole sempre affettuose: ” Su un Forum letterario che mi onora della sua ospitalità, ho citato giusto ieri la dicotomia Giuda-Gesù come simbolo della necessità della contrapposizione dei ruoli. Con solo un giorno di ritardo ecco che tu spieghi la cosa molto meglio di me. Non priverò certo i miei lettori di questa tua preziosa postilla, e vado a citarti. Grazie Giovanni, come sempre. Lucio”
Non è la prima volta che mi capita di prevenire o seguire l’idea di Lucio. Episodi di telepatia capitano a tutti noi e quasi sempre ce ne meravigliamo ma a ben pensarci dovremmo stupirci del contrario. Ci sentiamo molto diversi l’uno dall’altro eppure sono molte di più le cose che ci rendono simili di quelle che ci separano. Non sorprendiamoci di fronte alle somiglianze tra di noi anche perché quando le scopriamo, ci sentiamo confortati e rafforzati nella comunanza del sentire. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 9/1/2013




Stamattina sono di cattivo umore. Non voglio analizzare perché, voglio rimanerci dentro. Avrò certamente dei motivi più o meno validi ma anche se vengono a galla li rispedisco giù in fondo. Per me questo è il momento del cattivo umore, l’unica cosa che chiedo a me stesso è la pazienza, pazienza di aspettare, poi passerà. Non voglio fare lo struzzo che nasconde il capo sotto la sabbia, voglio però rivendicare i miei tempi. Ho letto da qualche parte che, secondo uno studio, svegliarsi di cattivo umore porta delle positività. Gli studi , si sa, dimostrano tutto ed il contrario di tutto ma in questo momento so solamente che il cattivo umore non mi piace ma so anche che ora voglio tenermelo. Possiamo fare ogni tanto un piccolo sfogo. Come sempre però un abbraccio a tutti. Giovanni

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