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Il mio desiderio di oggi

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Licola 15/9/2012



Oggi


Sposi, oggi s'avvera il sogno e siamo sposi.


Oggi è un giorno importante. Oggi la mia prima figlia si sposa. Forse anche per lei ed il prossimo marito “si avvera il sogno”. Così diceva la canzone di Rabagliati, un po’ melensa, retorica, buonista, piena di luoghi comuni, ma comuni per allora, non certo per oggi, canzone che a noi di una certa età ci dà sempre un po’ di emozione, come quando vediamo una commedia americana anni cinquanta. Delia e Gregory dopo un po’ di vita insieme e dopo averci regalato due meravigliosi bambini, hanno deciso di regalarci anche questo matrimonio. Sarà una festa familiare, religiosa e profana, con perenti ed amici, saranno con noi anche quelli che mancano. Delia e Gregory, fatto il primo tratto di strada, potranno dire come Rabagliati “ sposi siamo alfin mio dolce amor “. Noi tutti, visto che hanno già due maschietti, diremo : “ Auguri e figlie femmine.”

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Signor Lucio, scusi se mi permetto l'intrusione, ma è da un po' che volevo porle una domanda. Perché il signor Giovanni, anziché mandare i messaggi a lei, che poi li riversa gentilmente sul forum, non li posta direttamente nella valle? In tal modo avremmo iscritto un utente, e che utente!, in più, che potrebbe anche intervenire in altri ambiti con la sua saggezza. Anzi, approfitto dell'occasione per invitarlo qui da noi!

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Giovanni non verrà, perchè ha deciso di non venire, e lui è uno spirito libero. Naturalmente è stato invitato, come sempre l'ho invitato in tutti i forum che mi hanno onorato della loro ospitalità, ma non si è mai iscritto in nessuno di essi.

Non per soperchieria, è un atteggiamento spirituale che non conosce, quello. Ma perché ha troppe altre cose da fare, troppi diversi interessi, perché il suo universo è un altro, il suo ambito sociale non comprende strutture come questa.

Oh, verrebbe certo, se glielo chiedessi!... per amore e per obbedienza (l'avevo già detto che fu un mio collaboratore?... e mica accettavo insubordinazioni, io!... Sorriso Scemo ), ma sarebbe una forzatura.

E la mia esperienza di vita mi insegna che un ordine evitabile non va mai dato, ed in quanto all'amore... l'amore non deve imporre mai niente, chiedere il meno possibile, e dare tutto. Altrimenti non funziona.

PS - Naturalmente Giovanni sa che io trascrivo questa sua e-mail giornaliera su questo e su un altro forum, ed è contento che io lo faccia; e con la sua benedizione. Ma è un fatto mio, e lui non verrà a sbirciare, anche se naturalmente saprebbe trovarci! Il mio desiderio di oggi - Pagina 7 689565

Comunque gli riferirò questo suo intervento, e domani porterò la replica, che probabilmente farà.

Grazie a lei per il complimento al mio amico.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Licola 16/9/2012



Riserva mentale


Riserva aurea, riserva di caccia, riserva militare, riserva naturale ……..



Aver qualcosa di riserva ci tranquillizza, siamo certi che all’occorrenza potremo far fronte ad eventi imprevisti, ci organizziamo quindi per far in modo che non possa accaderci niente di dannoso. È un’attività tipicamente umana quella di illudersi di riuscire a non farsi piovere addosso. Siamo così bravi che a volte teniamo anche una volontà di riserva. In modo più o meno volontario, esprimiamo un intendimento conservandone un altro dentro di noi. Ma perché mi sposo o prometto o accetto un accordo o un credo, sapendo dentro di me che cambierò le regole quando e come vorrò? Sarà anche comodo, ma non è da persona matura e responsabile. Quanti nostri politici, in modo puerile ed immaturo, applicano il principio della riserva mentale come regola, adducendo le motivazioni più varie di strategia e di raffinati disegni politici. Procuriamoci un po’ d’amore in più, un po’ di buona volontà in più, un po’ di disponibilità in più e teniamoli di riserva per i momenti bui. Partire col piede giusto senza riserve mentali, non ci farà indenni da errori, ma sarà certo un buon inizio.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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Licola 17/9/2012



Serietà


Nella radice etimologica di serietà c’è anche severità. Esser seri in tal senso è un impegno gravoso.


Cerchiamo di sgombrare il campo dal superfluo. Riprendiamoci la voglia di esser seri e perché no talvolta anche severi. Si può esser seri anche ridendo e raccontando, all’occorrenza una barzelletta. Non mi piace la seriosità perché è solo forma senza contenuto. Siamo seri e con la dovuta benevolenza anche un po’ severi con noi stessi.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Caro Lucio, prima di tutto la buona creanza. Grazie, non solo per le belle cose che mi dici, ma anche per avermi messo in contatto con tante altre persone. Sono lusingato e certamente mi fanno piacere le belle parole che mi scrive la signora “Pazza di Acerra”.
Se ritenete opportuno io non ho niente in contrario ad inviare i miei “desideri” direttamente al forum, tu mi dirai cosa devo fare da un punto di vista tecnico.
Voglio però, per il momento, non sentirmi obbligato, anche se solo moralmente, a partecipare alle discussioni o dibattiti. Come sai il primo aprile scorso, quando ho incominciato a scrivere i miei “desideri” ho specificato che non volevo impegnare i destinatari in risposte o commenti.
Se vuoi usami la cortesia di far sapere questo mio pensiero alla signora “Pazza di Acerra” o magari girale la lettera.

Ti voglio bene. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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Licola 18/9/2012



Stato di grazia


Lo stato di grazia breve o lungo che sia non va sprecato.

Stamattina e sarà così per un bel po’ di giorni, ho svolto il compito di nonno a tempo pieno, ovviamente con Pina. Lo stato di nonno o nonnaggine, che dir si voglia, è costellato di veri momenti di grazia. Sono pagliuzze o piccole pepite d’oro che affiorano dal fiume della vita. Un abbraccio di mio nipote di undici mesi mi mette in stato di grazia, una frase ben costruita e con proprietà di linguaggio detta da mio nipote di tre anni e quattro mesi mi mette in stato di grazia. Stamattina, dopo aver fatto un po’ di resistenza perché ho sempre qualcosa da fare, mi sono lasciato andare e, messo mio nipote piccolo nel passeggino, mi sono goduto una bella passeggiata nel parco. Ho fatto il nonno dei racconti ed alla fine ho capito che è un lusso che ora posso e devo permettermi. Affidiamoci al momento di grazia che la vita ci propone. Se siamo ben disposti ringrazieremo lo stato di grazia.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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Licola 19/9/2012





Scalata



La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti.


È bella e un po’ amara la frase di Anthony De Mello.
A ciascuno la sua salita. Non pensiamo ad una scalata di quelle difficili, quelle che hanno passaggi che si definiscono in gradi di difficoltà. Ciascuno di noi in base alle sue facoltà fa la sua arrampicata. L’importante è salire. Se stabiliamo delle mete una volta che le abbiamo raggiunte avranno perso valore e l’unico risultato ottenuto sarà quello di essersi distratti durante il cammino . Godiamo dei panorami che cambiano, osserviamo le piante e gli animali che si regalano al nostro sguardo, creiamo rapporti con i pellegrini che incrociano la nostra via.
Solo vivendo la vita consapevolmente avremo raggiunto la meta.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Licola 20/9/2012


Obbedienza

L’obbedienza è una scelta, è quindi un atto in cui la volontà gioca un ruolo di primo piano.


Se prendo l’impegno, prima di tutto con me stesso, di obbedire ad un ordine, lo avrò fatto consapevolmente e ponendo massima fiducia in colui che emette l’ordine. È basilare perciò il rapporto tra chi comanda e chi obbedisce. Chi comanda avrà l’attenzione di essere equilibrato, disinteressato, con idee ben precise sul fine e le conseguenze dell’ordine ed avrà riscontro di tutto ciò dall’esecuzione del comando corretta ed eseguita di buon grado. Colui che esegue, d'altronde, avrà accettato volontariamente di obbedire e potrà rilevare la validità dell’ordine dal beneficio che gliene deriva e dall’assenza di conseguenze negative. È un gioco di equilibrio ed aggiustamento continuo tra le due parti, chi comanda per essere accettato nel suo ruolo e chi esegue per concretizzare l’ordine con amore. Non dimentichiamoci che ci capiterà di ricoprire entrambi i ruoli, ciò ci aiuterà ad essere equanimi.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
su questo concetto di obbedienza come scelta e non come imposizione, strutturata su un rapporto di rispetto e stima anziché prevaricazione ed elusione si potrebbe aprire una interessante discussione.

Chi lancia la palla?

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Licola 21/9/2012





Globalizzazione





Nessuno è libero finché anche un solo uomo al mondo sarà in catene


Giorni fa ho incontrato Giorgio, aveva una maglietta con una scritta dalla quale ho estrapolato la frase riportata in alto. È drastico Che Guevara, nessuno è libero se un solo uomo è ancora in catene. Sì, avete capito bene, se i miliardi di uomini esistenti sulla terra fossero tutti liberi tranne uno, nessuno può dirsi libero. Ma com’è possibile, io mi sento così bene, faccio quello che voglio, mi riposo, mangio e qualche volta mi diverto anche. Se tutto questo però lo devo anche in minima parte alla sofferenza di altri, non potrò mai avere il cuore leggero. Siamo abituati a pensare a Guevara solo come ad un guerrigliero, in effetti era un uomo di grande sensibilità e notevole cultura, fu la sua integrità a portarlo all’azione anche violenta. Giorgio giustamente mi ha detto, commentando la frase scritta sulla sua t-shirt, : “ sembra scritta da un cristiano”.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Licola 22/9/2012





Scoprire





La gente naviga in acque calme, la gente si agita in vita amara, la gente riposa, un minuto o due, in lidi d'affetto inaspettato. La gente, mi stupisco, gioisce delle tue gioie in maniera altruista e immotivata in apparenza.





Continuo a scoprire ed ormai non mi stupisco più. La frase che ho rubato da uno scritto di Claudia, mi fa accedere ad un’altra stanza del suo essere. Lo scetticismo della giovinezza nasconde talvolta la sua raggiunta maturità, poi una frase come questa mi rincuora per la sua fiducia verso gli altri. È bello e mi riempie di gioia vedere che un giovane, nonostante si stupisca, rileva nelle persone l’altruismo. Spargiamo intorno a noi l’ottimismo, insegniamo che credere nel bene non è da stupidi, ma è il primo passo verso una vita vissuta senza finzioni.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Lo fate apposta, turbare il (mio) eterno riposo, ancora una volta. Con questo teatrino agghiacciante di leccaculaggio tra iperprostatici, con l'esibizione porno-grafica (giammai o-scena), con la prostituzione di una parola ridotta a gargarismo, a glossolalia, a "la posta del pitale" nel quotidiano mortificarsi di qualcuno che "vuole" ( e si vuole) dire ciò che pensa. Ma perchè? Per chi? Non è atto etico, onestà intellettuale il sottrarsi ad ogni dire, ad ogni "proprio", la ricerca della non-comunicazione e non viceversa, il vero Dono? Perchè tanto male?

Perdonatemi.....

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
.....Lo ripeto, a guidarmi non è l'orgoglio letterario dello scrittore che vuole piazzare e veder pubblicato il suo prodotto. Sono i fatti che racconto che voglio che nessuno ignori, i gridi di dolore che lancio e che voglio siano sentiti.


No, io, Antonin Artaud, no e poi ancora no, io, Antonin Artaud, non voglio scrivere se non quando non ho più niente da pensare. Come chi divori il proprio ventre, l'aria del suo ventre, da dentro.


Sotto la grammatica si nasconde il pensiero che è un obbrobrio più difficile da battere, una vergine molto più renitente, molto più difficile da superare quando lo si prende per un fatto innato. Perché il pensiero è una matrona che non è sempre esistita. E che le parole gonfie della mia vita si gonfino nel vivere dei blabla dello scritto.


Io scrivo per gli analfabeti.


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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Licola 23/9/2012





Pace



Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.




Incoronati dall’Altissimo come re. Come ci si può aspettare un tale riconoscimento? Vivendo una vita integerrima o facendo del bene o pregando tutti i giorni? Francesco ci dice sostenendo la pace. È possibile che la pace sia tanto importante e meriti un tale riconoscimento? Non ci demoralizziamo, non pensiamo che perseguire la pace è compito solo degli statisti o dei delegati ONU. Noi tutti siamo chiamati a sostenere la pace, prima di tutto nelle nostre famiglie e poi stendendo a macchia d’olio tutt’intorno il balsamo della concordia. Anche nel nostro piccolo non è un compito facile, se mettiamo un po’ di volontà ed attenzione, subito ci rallegreremo dei risultati del nostro comportamento.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 24/9/2012


Repetita

Repetita iuvant

Già l’ho detto e mi ripeto. Ho anche detto che le mie ripetizioni a volte dipendono dalla distrazione. Non credo molto alla distrazione, piuttosto credo alla fissazione. Sì, quando un argomento tocca i miei punti deboli, mi viene spontaneo di riportarlo a galla e dando la colpa alla distrazione me lo racconto di nuovo. È un esercizio inconscio di consapevolezza delle proprie mancanze. Ho già parlato in varie salse della pace, ho voluto riprenderla perché ho il timore di non essere sufficientemente un uomo di pace. Ho imparato che dire una cosa agli altri serve per spiegarla meglio a me stesso. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Domanda: si può affermare con certezza che sostenere la pace implica necessariamente ripudiare sempre e comunque la guerra? pietra

Gandhi si oppose agli inglesi in modo pacifico. Ma gli inglesi erano e sono un popolo civile. Quando compirono la famosa strage in India contro i non violenti sostenitori di Gandhi, gli ufficiali autori di quella strage furono messi sotto processo dalle autorità inglesi. Gandhi riuscì a mandare via gli inglesi senza combattere perchè gli inglesi erano un popolo civile.

Anche gli ebrei si opposero in modo pacifico a Hitler. Ne morirono 6 milioni. E la strage si arrestò solo perchè Hitler perse la guerra......altrimenti non oso nemmeno immaginare come sarebbe stata la nostra umanità oggi.

Fate voi.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
purtroppo ho i PC praticamente fuori uso e non posso sostenere un dibattito, ma lancerò una pietruzza.

Gandhi a mio avviso non era un pacifista ma un guerrigliero. Che combatteva con le armi che aveva a disposizione, proprio come tutti gli altri.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
"Pace". Altro spu(n)to di riflessione grondante melassa e b-analità (analità di serie b, luogo da cui tali riflessioni procedono). Nulla di così violento come la pace, "sono pacifista ed odio chi fa la guerra", compresa la sottile ed infida violenza di un Gandhi, il ricatto e la morte come strumento di pace (se non fate come voglio IO, qui si crepa tutti e poi vediamo....). Nel Tao Te Ching si ricorda che "quando tutti gli uomini riconobbero il bene in quanto bene, nacque il male". Ma il nostro Bacio Perugina con catetere non s'avvede che l'opposizione tra pace e guerra è già implicito conflitto, è quel "pensare il male che è pensare male", quel pensare oppositivo, duale, dia-bolico alienante ed alienato dalla morte dell'anima nell'Uno, che solo, è. Cose che capitano quando si abita il non pensiero, la non-verità, il giochino delle opinioni fesse.
L’esigenza di verità conduce subito all‘umiltà, ossia al riconoscimento della sottomissione di tutto alla necessità, in forza della quale non esistono valori di cui ci possa appropriare : il bene esce dall’ambito delle cose create, e tutto quel che costituisce l’io in quanto determinato – il piccolo uomo chiamato Giovanni oppure Lucio – diventa inconsistente. Anzi, è l’io stesso a scomparire in quanto centro di volontà, centro di forza e di appropriazione, quando ci si accorge della sua impermanenza: la parola “io”, in quanto esprime una realtà sostanziale, solo Dio può pronunciarla. "Ma l’uomo umile, fattosi nulla in se stesso, “assolutamente distaccato da se stesso”, non trova più separazione tra se stesso e tutte le cose, tra Dio e tutte le cose, e così, “nella misura in cui non è separato dalle cose, è Dio e tutte le cose”. Cancellando l’io psicologico (quella che la mistica chiama “morte dell’anima”) si cancella infatti l’alterità dell’essere, si entra nell’Uno e nella Pace" (Meister Eckhart). Non in pasticceria....

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
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E pensi di non essere b - anale con queste ri - flessioni?
Con questi giochetti pindarici senza ali? Polli enormi con coscie mostruose e quindi da mettere in mostra? Annullando l'io tu e Mister Eckeccaz non fate che confermare un giocho duale fra l'umano e la sua umanità o meglio il divino ed il suo divenire divenuto...tu preferisci (seconda persona e quindi più umile dell'io) il bombolone alla crema (tu relamente preferisci quello farcito di merda) luogo della pasticceria dove ti congiungi al di- vino...meglio un gerundio ...congiungendo......giungendo insieme nel mondo dei minipony di melassa e zucchero sfilato mano nella mano e lingua nell'.......

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Aleister
Aleister
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BigBossStigazzi ha scritto:E pensi di non essere b - anale con queste ri - flessioni?
Con questi giochetti pindarici senza ali? Polli enormi con coscie mostruose e quindi da mettere in mostra? Annullando l'io tu e Mister Eckeccaz non fate che confermare un giocho duale fra l'umano e la sua umanità o meglio il divino ed il suo divenire divenuto...tu preferisci (seconda persona e quindi più umile dell'io) il bombolone alla crema (tu relamente preferisci quello farcito di merda) luogo della pasticceria dove ti congiungi al di- vino...meglio un gerundio ...congiungendo......giungendo insieme nel mondo dei minipony di melassa e zucchero sfilato mano nella mano e lingua nell'.......

Poche idee ma confuse, ci ha provato però, ha pensato di scrivere qualcosa a qualcuno....

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
non era mia intenzione IO esistendo ho pensato di non scrivere niente a nessuno scrivendo a te, sei solo un disturbo sul mio schermo...........

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
BigBossStigazzi ha scritto:non era mia intenzione IO esistendo ho pensato di non scrivere niente a nessuno scrivendo a te, sei solo un disturbo sul mio schermo...........

Un po' contradditorio ma apprezziamo lo "sforzo". La TUA persuasione di esistere è invece perenne stimolo al (mio) scherno...

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 25/9/2012


Rumore di fondo

La vita che scorre fa rumore, tal volta come un torrente sui ciottoli, talaltra come l’acqua limpida e ferma in un’ansa di un ruscello.

Il mio maestro Barrie Simmons, caposcuola della Gestalt, durante alcuni lavori ci invitava a rilassarci, per poter meglio essere attenti a noi stessi. Durante questa fase non semplice ci spronava a non scoraggiarci e spiegava che la capacità di concentrazione deve prescindere dalle situazioni ambientali. Nella nostra vita non possiamo lasciarci turbare dai rumori che ci circondano. Se sento un martello che batte devo continuare a fare ciò che sto facendo, non devo infastidirmi, aggiustano un marciapiede anche per me. Se il vicino ha la radio ad alto volume, posso continuare a leggere e poi in altre occasioni proprio il mio vicino è stato così disponibile. Se quel tale continua a sbraitare, non devo lasciarmi coinvolgere, devo capire che il suo comportamento potrebbe derivare da una sofferenza. Cerchiamo di continuare la strada intrapresa, senza per questo astrarci dalla realtà che abbiamo scelto di vivere. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 26/9/2012


Padrone

Padrone mio, te vojo arrecchire,
come nu cane i vò fatijà

Così cantava il grande Matteo Salvatore, che, benché povero ed analfabeta, non volle mai padroni. Stamattina prendendo in braccio il mio nipote più piccolo gli ho detto: “ sei il mio padrone.” Ho quindi riflettuto che ho ed ho avuto tanti padroni. Più padroni abbiamo più demandiamo le decisioni e maggiormente abbiamo qualcuno con cui prendercela, l’alibi è bell’e pronto. È un gioco un po’ iniquo che ci leva la forza di vivere ed il piacere di essere Uomini. Ormai è già da un po’ che questi alibi me li sono scrollati di dosso, ho voluto riappropriarmi della mia volontà e se di volta in volta avrò avuto un padrone per amore o per convenienza o per necessità o per debolezza o per quel che si vuole, so che il potere ed il titolo di padrone lo voglio e lo posso dare solo io. Un abbraccio a tutti ( i miei padroni?). Giovanni

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