purplebunny ha scritto:...
Non l'ho scritto, errore mio, ma la domanda era rispetto a quanto diceva Zadig: mi chiedevo cioè se non fosse che il senso di "caos" che ha percepito, piuttosto che per "errori" degli esecutori, non potesse essere per le differenze, che ci sono, nel modo di intendere la musica, negli strumenti, nella struttura della canzone "antica" rispetto a quelle "moderne".
Sul discorso che poi le emozioni che dà la musica dipendano anche da altri fattori, non c'è dubbio, ma non credo però in un senso così generale. Andrea emozionerà sicuramente i suoi parenti, ma non credo per la musica, quanto per il contesto. La sua prova, di per sé, e senza voler togliere nulla al suo impegno, non è granché significativa - non è la musica a comunicare, in questo caso, ma il percorso e il fatto di conoscerlo (la vicinanza del bambino, il vederlo e sentirlo esercitare, infine vederlo esibirsi, la prova affrontata, etc.).
concordo pienamente su tutto!... la musica percepita è fatta anche dagli "errori" di esecuzione, dove l'"errore" fa parte dell'uomo, della sua comunicazione, di quanto intenda e riesca ad esprimere.
E c'è un discorso di educazione al sentire, anche.
Quanta musica non viene accettata da orecchie anche esperte, da cultori della musica?
Quante opere considerate oggi grandiose sono state fischiate al loro apparire?... quanti successi strepitosi
hanno avuto miserrimo oblio?...
Ma di più!... quante volte lo stesso brano musicale, nella stessa esecuzione, oggi ti esalta e domani ti stufa?...
Il giudizio è sempre una cosa rischiosa ed impegnativa.
Assai più lo è quando riguarda qualcosa di così etereo e mutevole come l'animo umano, e le sue passioni, e le sue emozioni!