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Il mio desiderio di oggi

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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Licola 18/8/2012





Maschera



La maschera che indossiamo ingabbia la nostra personalità.



Tanti anni fa, seguii un seminario sulla maschera neutra. Il corso tendeva alla formazione dell’attore, ma certamente era un lavoro introspettivo. La maschera neutra, una volta indossata, toglie espressione al volto, elimina quindi la solita nostra maschera. L’allievo in questo modo, deve esprimere i sentimenti solo attraverso la mimica corporea, non ha l’appoggio del suo volto, dei suoi occhi, della sua parola, si sentirà forse un po’ nudo, ma anche libero dai suoi schemi soliti. Andiamo ad attingere dentro di noi nuovi modi di esprimerci e di rapportarci. Camminiamo ancora sulla via della ricerca.

Un abbraccio a tutti. Giovanni.

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Lucio Musto
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Licola 19/8/2012



Aspettativa 2



Ipotecare il futuro si paga con la moneta della delusione.



Non posso esimermi dal riparlare dell’aspettativa, è un argomento che mi sta a cuore. E’ umano che momento per momento ci troviamo ad essere in uno stato di attesa di qualcosa, quindi in aspettativa, ma è proprio l’immaginare quel qualcosa che ci porta su di un terreno minato. Se il dolore è presente quando lo stato in cui ci troviamo è diverso da quello che avremmo desiderato, a questo punto è semplice fare un gioco al massacro con noi stessi, aspettando che si verifichi un evento voluto. Prendiamo le distanze dal nostro futuro, anche se prossimo, rimanendo vigili e partecipi del nostro presente. Quando impieghiamo le nostre energie ad immaginare il futuro, rendiamoci conto che facciamo trascorrere il presente senza viverlo.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
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Licola 20/8/2012



Chiarezza



Io sono convinta che la scrittura non serva per farsi vedere ma per vedere. Scrivere è uno dei sistemi più semplici e più profondi per fare chiarezza dentro di sé e per tramandare la memoria delle nostre esistenze.



Spesso il desiderio di fare chiarezza rimane inespresso. Mi capita di partire con un’idea precisa, poi mi perdo per strada nei meandri delle sinapsi cerebrali. Scrivere, come dice Susanna Tamaro, mi aiuta a vedere ed a fare chiarezza dentro di me, a volte rileggendo i miei scritti in un secondo momento. Proviamo a scrivere qualcosa che ci passa per la mente, in tal modo possiamo guardarla con la ragione oltre che col sentimento.


Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 21/8/2012





Haiku



Nel vecchio stagno
una rana si tuffa.
Rumore d'acqua.






Sono affascinato da questo genere di componimenti poetici. La loro stringatezza, l’emozione che si manifesta improvvisa, la sensazione che ricorda il click di una vecchia macchina fotografica, tutto concorre a dare un senso di raffinata delicatezza e di pace. Lo haiku è un genere di poesia giapponese composto da tre versi per un totale di diciassette sillabe. Se è vero che gli opposti si attraggono, io sono attratto dallo haiku perché tendo alla prolissità. Provare ad esercitare il lato insolito di noi stessi è come guardarci dal di fuori.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 22/8/2012





Cari ricordi 4





Eravamo in villeggiatura a Meta. Ricordo il rumore del secchio di zinco quando toccava la superficie dell’acqua in fondo al pozzo e le gocce d’acqua cristallina che cadevamo durante la sua risalita. Ricordo la lama di luce accecante che penetrava attraverso le imposte socchiuse e nell’altra stanza mio zio che si lavava la faccia, prendendo l’acqua dal bacile con le mani accostate a conca e bagnandosi il viso vi soffiava dentro producendo un suono particolarissimo che non ho più sentito. Gli uomini allora così si lavavano la faccia, quel suono era un suono mascolino che oggi non si usa più.



I ricordi sono la base su cui poggiano i piedi dell’uomo di oggi. Non possiamo agire sul passato tantomeno sul futuro. Costruiamo nel nostro presente l’uomo che vorremmo essere.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 23/8/2012

Elasticità


Ubi panis, desiderium cessat.

Era ormai più di un mese che non facevamo il pane. Ieri Pina ha impastato e fatto i filoni, stamattina ho preparato il forno e ho infornato. Mi sono alzato un po’ più presto del solito e preso dal da fare, ho rimandato il mio appuntamento. Rino giorni fa mi ha chiesto per quanto tempo continuerò a scrivere i miei desideri, gli ho risposto che non lo so, per me quest’impegno è come una meditazione, come una preghiera, un esercizio fisico che mi mantiene in forma, è giusto quindi farlo sempre, ma non vorrei nemmeno che diventasse per me un assillo. Devo imparare ad essere più elastico con me stesso.

Un abbraccio a tutti. Giovanni



tu nun 'o da aurienzo a chillu penzionato 'e tuo cognato... e continua a faticà!
Mo sei tornato dalla "costa esmeralda?"... e jamm 'a vuttà 'e mmane, che il quindici è vicino!

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Lucio Musto
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Licola 24/8/2012

Desiderio 2



De-siderare è l’etimologia latina di desiderio. Un po’ rimaneggiata significherebbe: rimanere sotto le stelle ad aspettare che si verifichi un evento.





E’ insito nel significato del termine desiderio che l’evento si avveri o meno. Fare ginnastica, conoscere gli esercizi ed eseguirli tutti i giorni non significa che diventerò un grande atleta né dovrò dolermi per questo, mi basterà sapere che cerco di mantenere reattivo il mio fisico. Non scrivo i miei desideri perché sono un grande pensatore, non ve li invio perché sono un maestro, mi basta sapere che cerco di tenermi vivo e mantenere il rapporto con le persone che mi circondano. Questa considerazione la faccio in seguito alle mail che ho ricevuto da alcuni di voi preoccupati, dopo la lettera di ieri, che volessi interrompere questo appuntamento. Li ringrazio e per il momento continuiamo così. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 25/8/2012


Cari ricordi 4

Zia Ester viveva al vomero e quando andavamo a farle visita mi piaceva andare fuori al suo balconcino laterale, perchè lì c'era una vcchia pianta di gelsomini che spandeva un profumo inebriante.


I ricordi, quasi sempre, tornano nel presente riportati da uno stimolo fisico, a volte basta un rumore o un'immagine, un panorama, una fotografia, ma più di tutti è il profumo che riporta dentro di me la memoria degli eventi passati. Fu forse per questo che misi dei gelsomini a casa, ora ne è rimasto uno che ha resistito ai vari trapianti. Anche Maria Teresa, per lo stesso motivo, vuol mettere un gelsomino nel suo giardino.
Ci piace ricordare, riattraversare la nostra storia, è una voglia un po' infantile di rivedere lo stesso film, ci dà certezza dell'oggi. Facciamolo con dolcezza e gratitudine verso ciò che la vita ci ha regalato, ma non alieniamoci nel ricordo, non facciamoci irretire da esso. Usiamo questa possibilità per guardare con occhi amorevoli dentro di noi.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 26/8/2012


Chiarezza


Nel nome della consapevolezza è giusto esser franchi con gli altri per esser chiari con se stessi.



Oggi inizia il campionato di calcio di serie A. Ebbene sì, sono tifoso del Napoli, appassionato di calcio, ma soprattutto tifoso. E’ giusto sgomberare il campo dagli equivoci, credo nelle cose che scrivo e umanamente cerco, magari con poco successo, di attuarle, ma vivo la vita quotidiana con tutte le sue contraddizioni. Chi mi conosce lo sa che sono stato un ammiratore di Diego e voglio ribadirlo sia per questi ultimi sia per chi, conoscendomi meno, si fosse fatto un’idea di me anche un po’ new age.
Mi dispiace se ho deluso qualcuno ma, come tante volte ho detto non voglio apparire serioso o prendere atteggiamenti che non sono miei.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 27/8/2012





Eredità





Mia zia Sara mi ha lasciato in eredità il suo insegnamento sui valori della vita.





“Una donna di prim’ordine”, così voglio definirla usando un suo modo di dire. Una donna con i piedi radicati nella fine dell’ottocento, ma con la testa nel futuro. E’ morta, diciassette anni fa a ottantasette anni, già da alcuni anni viveva con mia madre, dopo aver venduto la sua casa ed aver diviso tutti i suoi averi ai suoi cari. Nella vita di nipoti e pronipoti è stata una presenza basilare, ci ha insegnato l’importanza della nostra storia, il valore della libertà, l’amore incondizionato per gli affetti familiari. Com’è importante saper dare, com’è carico di ricchezza l’atto del donarsi senza remore. Ci sono tanti che lo fanno in modo silenzioso, impariamo a scoprirli, facciamo come il cercatore d’oro, cerchiamo la pagliuzza nella sabbia, avremo in eredità la forza per vivere la vita.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Viandante Ad Honorem
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Licola 28/8/2012



Fame



Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.



E’ difficile sentir parlare di fame e di sete senza pensare alle tragedie che si svolgono nel mondo. Eppure basterebbe essere affamati ed assetati di giustizia per vedere concretamente dei cambiamenti. Seguiamo la quarta beatitudine, se riusciremo ad esser giusti col mondo che ci circonda, immediatamente avremo una risposta positiva, ci sentiremo sazi. Attenzione però, aver fame e sete di giustizia senza riserve mentali, non è cosa semplice.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


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Lucio Musto
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Licola 29/8/2013





Favola



C’era una volta …….



Attraversiamo la vita in lungo ed in largo. Aggrappiamoci ad essa con le mani ed i piedi come quando si scala una montagna, camminiamo in punta di piedi come se avessimo un bambino che dorme e che non vogliamo svegliare. Guardiamo con occhi indagatori e stupiamoci fino all’emozione per quel che vediamo. Quando ci scoraggiamo ricordiamoci dell’ultima volta che ci è capitato e di come sia passato anche quel momento. Cibiamoci del cibo che nutre e fa sentir vivo il corpo, ma non dimentichiamo la favola, aiutiamo il nostro spirito con essa. La mamma di Pina, nonna Elvira, diceva: “ la vita è un desiderio”.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


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Lucio Musto
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Faenza30/8/2012


Pesce di cannuccia


Il pescatore aveva ben innescato l’amo ed appena sentì, attraverso la canna, un leggero tremito diede uno strappo e tirò fuori dall’acqua un pesciolino che depose nel suo cestino.


Certo se fossi un pesce non mi piacerebbe abboccare all’amo, la mia sorte sarebbe segnata. Se fossi un pesce, da un pezzo sarei finito in padella, pensando a tutte le volte che ho abboccato all’amo della provocazione. Eppure è più forte di me, non bastano i propositi di non caderci più, basta una parola detta dalla persona giusta che subito si innesca l’amo ed io sto lì in attesa, quasi voglioso, per afferrare a volo il boccone succulento col relativo amo che mi porterà alla rovina. Prestiamo attenzione a questo processo a catena, quando si verifica cerchiamo di guardare come spettatori il comportamento di chi ci sta di fronte ed il nostro. A furia di vedere questo spettacolo, potrebbe capitare che non ci piaccia più ed in quel momento sarà facile cambiare.

Un abbraccio a tutti. Giovanni


mo' si turnato da costa esmeralda... e te ne vai n'ata vota?... ma nun te fide proprio e t'acquetà chist'anno!
Dange nu vaso 'a nennella... e pure a 'o guaglione, và!

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Lucio Musto
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Faenza 31/8/2012



Intelligenza

“A mme ’e femmene me piaciono sempe” ed ancora “pure si nun me ricordo pecchè.” Così dice il mio amico.

Non poniamoci sempre con diffidenza nei confronti delle cose che non comprendiamo con la chiave della ragione. Il nostro corpo è dotato di una sua intelligenza, poi è comunque il nostro corpo, potremmo anche ascoltarlo senza fare troppe storie. Se abbiamo mangiato sufficientemente, il corpo ci dà segnali ben precisi, fermiamo per un istante la mente che ci ricorda che quel cibo ci piace e dovremmo mangiarne ancora, ascoltiamo l’intelligenza del corpo e fermiamoci. Tra i vari equilibrismi che dobbiamo fare, c’è anche questo,sapere quando ascoltare il corpo e quando la mente. Non è un gioco facile, ma praticarlo bene ci evita il naufragio e ci porta alla meta quanto più integri è possibile.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza1/9/2012

Piegarsela a libretto

“Se l’è chiata a libretto” è un modo di dire napoletano che sta ad intendere l’accettazione di una situazione in alcune circostanze. Una sorta di rassegnazione.

Non sempre i nostri desideri sono adattabili alla realtà che ci circonda, quando capita, ci troviamo in una situazione di sofferenza, dobbiamo quindi o cambiare obbiettivo, abbassando le nostre pretese, o “piegarcela a libretto”. Certo quest’ultima scelta farà storcere il naso agli idealisti, che sono contrari alla rassegnazione, e a coloro che “vado avanti ad ogni costo”, ma se per attuare il desiderio devo ammazzare o rubare o fare violenza o plagiare o carpire la buona fede o imbrogliare o sfruttare o affermare il falso …., allora come la mettiamo col “vado avanti ad ogni costo”? In questi casi, quindi, “pieghiamocela a libretto”, se non vogliamo rendere la nostra vita un inferno e soprattutto guardiamoci dai falsi desideri.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 2/9/2012


Corpo

Il nostro corpo è un tempio, manteniamolo splendente e luminoso, dovremo rispondere anche di esso.

È spesso giusto invertire la priorità e dare il primato al corpo rispetto alla mente, quando occorre mettiamo la mente al servizio del corpo. Ci piace presentarci agli altri vestiti in modo decente e puliti, qualcuno impegna in questa attività tempo e soldi, ricordiamoci di aggiungere a ciò anche la cura per la nostra salute. Superiamo la pigrizia, la paura, la vergogna, impegniamo la nostra energia per curarci, seguiamo le cure mediche che sentiamo più vicine al nostro modo di essere, ma facciamolo. Sarebbe eticamente scorretto non farlo. È bene ,come avviene per le vaccinazioni, fare un richiamo alle cose che sappiamo, già qualche nostro antenato diceva “mens sana in corpore sano”.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 3/9/2012





LAVORO



Ma perché mai i francesi il lavoro lo chiamano travaglio? Forse sono più credenti di noi confermando alla lettera ”mangerai il pane col sudore del tuo volto”, come è detto nella genesi.



Alcuni anni fa, insieme a due amici, feci un’escursione sull’isola di Iona, durante un viaggio in Scozia. Al ritorno, prima di prendere il traghetto, ci fermammo in un pub sul porto. Benché fosse agosto il tempo era autunnale, pioveva e faceva freddo, entrammo e ci sedemmo al banco per bere una birra. Nel pub oltre a noi non c’erano altri avventori, dietro al banco si affaccendavano quattro ragazze, una prendeva lo zucchero e lo portava sul piano del banco, un’altra lo spostava più in là, l’altra puliva dei bicchieri che sembravano puliti, l’altra ancora andava e veniva apparentemente senza far niente, noi stupiti dell’atmosfera surreale ci sentivamo in una situazione felliniana, onirica. Un po’ tutti conosciamo il lavoro, forse ancor più quelli che non ce l’hanno, quelle ragazze si davano tanto da fare per superare la frustrazione della mancanza del lavoro. Svolgiamo il lavoro che dà frutto, non inventiamoci lavoro finto, è avvilente ed a lungo andare ci disabitua alla concretezza: schiavi del lavoro senza scopo.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Faenza 5/9/2012


Genetliaco

Con questo termine un po’ arcaico, mio padre usava definire il giorno del compleanno e la mattina del genetliaco mi veniva a svegliare cantandomi, lui che era stonato, una canzoncina come se fosse una romanza che diceva: e di Giovanni il genetliaco noi vogliamo festeggiar, si si vogliam si si vogliam si si vogliamo festeggiar.

Oggi compio sessantasei anni e tutto va bene. Il sole non è che lo abbia proprio visto sorgere o forse non me ne ricordo, ma mi ha accompagnato con la sua ascesa a volte lenta a volte meno. Ora ha già da un po’ superato lo zenit e lo vedo avviarsi lungo la parabola discendente. Camminerà lentamente nel cielo o velocemente cercherà riposo nel mare? Tutto dipenderà dalla latitudine in cui mi troverò. Ci sono posti in cui il sole non vuole addormentarsi e rimane sveglio tutta la notte e posti, invece, in cui non vede l’ora di coricarsi. Dove mi porterà la mia testa ed il mio cuore? Ve lo racconterò con il tempo.
Un abbraccio a tutti. Giovanni


Lucio Musto


a giovanni


Ti sei fatto vecchio, Giovanni, a quanto vedo che dice il calendario.
Ma sei vecchio esattamente come lo eri quaranta e più anni fa quando il mio Dio ti mise sulla mia strada
e ci conoscemmo.

Fai una cosa, Giuà!... continua a rimanere vecchio così per parecchi anni ancora, anche dopo che sarò morto io...
e non ti preoccupare d'o "Baffo 'e fierro" che comincia ad incanutire. Il baffo grigio acciaio è ancora più affidabile!

Un bacio a Pina

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Lucio Musto
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Buona creanza

Peppe Servillo, cantante degli Avion Travel, quando apre un concerto dice:” Prima di tutto la buona creanza. Buona sera a tutti”.

Prima di tutto la buona creanza. Grazie a tutti per gli auguri di ieri. Ho ricevuto auguri in vari modi ed in varie forme. Osvaldo mi ha inviato un messaggio sul cellulare, una e-mail ed alla fine per essere ben certo, mi ha telefonato; grazie. Nei giorni scorsi mi è capitato tra le mani un libro, regalo per gli abbonati della domenica del corriere per l’anno millenovecentosessantacinque, con una raccolta di articoli di vari giornalisti. Firme prestigiose: Montale, Montanelli, Stille, Pigna, Zucconi e tanti altri, che ho letto con gran piacere. Sono rimasto colpito dall’articolo di Montanelli sul caso Trabucchi. Lo scrittore commentava la richiesta, alla camera, di rinvio a giudizio del deputato, ipotizzando e sperando che Trabucchi invece di comportarsi in modo tracotante, avrebbe fatto un appello accorato ai colleghi, chiedendo di essere affidato alla giustizia per poter dimostrare la sua buona fede ed il suo comportamento assolutamente al servizio del bene pubblico. Come possiamo vedere, le cose non erano tanto diverse da oggi. Recuperiamo la buona creanza, quella vera, quella fatta di sostanza, non di vuota forma, quella del cuore e del cervello.

Un abbraccio a tutti. Giovanni
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Lucio Musto
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Licola 7/9/2012







Sempre



Hieme et aestate, prope et procul, usque dum vivam et ultra.



Mia madre continua a stupirmi. All’età di novantasei anni, con la memoria in avaria, ogni tanto se ne esce con qualcosa di nuovo. Ieri sera mi ha detto il motto latino che ho citato. Io dall’alto della mia ignoranza non lo conoscevo, ma ne sono subito rimasto affascinato. “ D’inverno e d’estate, lontano e vicino, fin quando vivrò ed oltre.” In due parole “per sempre”. Io voglio poggiarmi sul passato, voglio proiettarmi nel futuro, ma è il presente che conosco. Ma anche se questa è la realtà, altrettanto vero è che l’uomo ha sempre dovuto fare i conti con questo suo anelito d’infinito temporale. Sarà la scintilla divina che portiamo in noi che ci spinge verso realtà più grandi di noi. Non spaventiamoci, non chiudiamoci nello scetticismo, non facciamoci prendere dalla paura cosmica. Se pur siamo finiti, accettiamo l’infinito che è in noi.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Licola 8/9/2012







Realizzazione



Un giorno accompagnai un mio amico ad acquistare un paio di scarpe. Entrammo in non so quanti negozi e vedemmo non so quante scarpe, ogni volta il mio amico le provava e non gli piacevano o era indeciso. Tornammo senza aver acquistato niente.



Se ci guardiamo intorno tutto quello che vediamo ci sembra diverso da noi, ma se vogliamo realizzare qualcosa ci accorgiamo che il processo di rendere reale, concreto ciò che vogliamo deve nascere da noi. Ogni costruzione prevede una fase progettuale più o meno lunga, più o meno complessa, progettiamo dentro di noi ciò che vogliamo. Quando vado a comprare delle scarpe devo sapere a cosa mi servono di che colore le voglio, per quale stagione, qual è il budget economico che voglio impegnare; solo se avrò risposto a queste domande l’oggetto si concretizzerà e potrò tornare a casa con le scarpe.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Viandante Ad Honorem
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Licola 9/9/2012





Chiedere



Chiedere non è comandare né tantomeno elemosinare.



Se ho bisogno di qualcosa mi rivolgo a qualcuno per chiedergliela. Mi rivolgo certamente ad una persona intima non ad un estraneo, ma se chiederò ad un estraneo subito entrerò in confidenza con lui. L’atto del chiedere è il primo passo della preghiera. La richiesta che rivolgiamo al Signore ci crea familiarità con Lui. Impariamo a chiedere non ce ne vergogniamo, non sentiamoci a disagio pensando che ci poniamo in una posizione di subordinazione, chiediamo senza pensare subito a come faremo a sdebitarci. La richiesta pura senza la riserva mentale di come contraccambiare è un atto di grande umanità. Smettiamo il nostro orgoglio e mettiamoci al livello degli altri.


Un abbraccio. Giovanni

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Lucio Musto
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Viandante Ad Honorem
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Licola 10/9/2012



Porto



L’accoglienza è un grande valore, va esercitato costantemente con la pratica.



Quando si parla di figli e di genitori, si pensa innanzitutto al compito che questi ultimi hanno di educare. Ricordiamoci però che i figli sono altro da noi, che come dice Gibran “ voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce.” Man mano che quindi passano gli anni, dobbiamo consapevolmente rispettare questo allontanamento, ponendoci come il porto sicuro per i marinai : in attesa per accogliere e riparare la barca squassata dal mare. Il tempo per l’educazione ci sarà sempre e sempre più l’educazione sarà fatta di esempi e di scelte. Pratichiamo costantemente l’accoglienza, particolarmente con il nostro prossimo. Sappiamo, per esperienza che è più facile esser disponibili con gli estranei, con i quali ci sono meno coinvolgimenti emotivi, esercitiamo l’accoglienza verso i nostri figli accettandoli così come sono.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Viandante Ad Honorem
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Licola 11/9/2012


Tempo

It’s nine o’clock

Chi sa perché gli inglesi quando dicono l’orario specificano: all’orologio. Hanno forse capito meglio di noi che il tempo è una convenzione? Forse intendono sottolineare che senza uno strumento tecnico, che ci metta tutti d’accordo, non ci sarebbe tempo? Certamente , come già detto altrove, conosciamo l’attimo presente, ma la memoria del passato non è anch’essa conoscenza? E la ragione che trae dall’esperienza l’idea di un futuro, non è conoscenza? I romani dicevano :” tempus fugit”. Oggi, a dire il vero, il tempo più che fuggirmi, mi sfugge.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Lucio Musto
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Viandante Ad Honorem
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Licola 12/9/2012


Talento

Il talento è solo la voglia di fare qualcosa. Tutto il resto è sudore, traspirazione, disciplina.

Com’è importante l’aspetto volontà nell’impegnare i talenti ricevuti. Ce lo spiega la parabola nel vangelo di Matteo. Con la frase che ho riportato, anche Jacque Brel sembra essere d’accordo, dando al termine talento il vecchio significato di voglia, desiderio. Se abbiamo una ricchezza non nascondiamola, facciamola fruttare, ne trarremo beneficio un po’ tutti.

Un abbraccio a tutti. Giovanni

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