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Il mio desiderio di oggi

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301
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 10/1/2013


Luci ed ombre

Caravaggio creava una luce incredibile attraverso zone d'ombre intense, accentuava l'ombra per far esplodere la luce..

Così mi scrive Anna consolandomi per il mio malumore dell’altro giorno, dicendomi che in tal modo posso assaporare meglio il buon umore. Abbiamo bisogno del contrasto per cogliere il senso delle cose. Non siamo ancora sufficientemente completi per poter comprendere senza paragoni. Alle persone semplici bisogna fare sempre l’esempio per far capire e le persone semplici per spiegare fanno sempre ricorso all’esempio. Un abbraccio a tutti. Giovanni

302
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 11/1/2013


Ti piace?


Allodola, ebbrezza. Nulla io so.
Il mio nome: oasi.
Il tremulo pioppo, la sorgente,
l'approdo, la gondola,
la tua voce, la dolce lampada.
Vicino a te prodigio,
T'ho visto dormire, così vicini.
Amore ritorno.
Fuori del sogno silenzio.


Da ragazzo ricordo che mio padre criticava le poesie scritte dalla mia insegnante di lettere delle medie, ritenendole a dir poco ermetiche. Un mio cugino allora disse: “senti un po’ zio Antonio se ti piace questa” e gli lesse l’indice. Un caro amico, maestro, benefattore, anni fa , dopo la pensione scoprì il piacere della pittura. Iniziò a dipingete tavolette su tavolette, usava di tutto, spezzoni di compensato, cartoncini ed a volte, tavolette già usate sul cui lato posteriore c’erano abbozzi o cancellature di precedenti disegni. Un giorno decise di far vedere ad un conoscente, competente di pittura, le sue opere. Il competente guardava e scartava, mise da parte due, tre opere dicendo che erano buone. Erano gli scarabocchi o i disegni mal riusciti e cancellati. Il mio amico ringraziò, prese le tavolette ed andò via. Confrontiamoci con l’immagine di noi che gli altri ci rimandano e impariamo a dare il giusto valore al nostro essere. Un abbraccio a tutti. Giovanni

303
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 12/1/2013


Semplicità

A casa di un mio caro amico contadino quando la madre faceva il pane per Natale, c’era l’abitudine di preparare un piccolo panino che veniva conservato tutto l’anno, era: il pane del Bambino.

Un giorno si recarono a casa del mio amico dei braccianti per un lavoro che si sarebbe dovuto fare il giorno dopo. Al momento della colazione si resero conto di avere solo il companatico mancava loro il pane e siccome la loro presenza non era stata prevista, la padrona di casa non aveva provveduto per il pane. Uno dei contadini vide il piccolo pane del Bambino presso il quadro della Madonna e disse agli altri: “ non vi preoccupate, c’è il pane del Bambino”. Tutti si misero a ridere ed a furia di ridere passò loro la fame. I miracoli sono appannaggio dei semplici di spirito. Un abbraccio a tutti. Giovanni

304
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Come nasce questo tipo di corrispondenza Giovanni?

305
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 13/1/2013


Racconto

In Scozia, tra l'inverno del 1944 e la primavera del 1945, un gruppo di prigionieri di guerra italiani è adibito a lavori agricoli. Tra uno di loro e una contadina sposata nasce un tenero rapporto.

Nel film “Another time another place”, la delicatezza descrittiva delle atmosfere prevale sulla trama. Quando mi chiedono una barzelletta curo la descrizione ed il racconto, la battuta finale è, per me, una scusa. In effetti raccontare deriva il suo significato da portare a conoscenza e penso che la voglia di conoscenza sia la molla che spinge le persone all’ascolto dei racconti. La capacità di affabulazione posseduta dai cantastorie ma anche dagli imbonitori ci espone al rischio di abboccare all’amo della seduzione. Saremo al riparo da questo pericolo se ascolteremo il racconto con mente limpida e pura. Non creiamoci aspettative, seguiamo il racconto per il racconto, il cantastorie non deve convincerci altrimenti diventa un ciarlatano. Un abbraccio a tutti. Giovanni

306
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 14/1/2013

Nodo

Annodare, allacciare, legare, cingere con corde o spago per imparare a sciogliere i legami.

Pina mi scrisse questa dedica in un libro sui nodi che mi regalò per il Natale del 2010. I nodi mi hanno sempre affascinato, mi riportano ad atmosfere marinare, racconti di pesca e di nottate in barca, nodi da fare per assicurare un buon ormeggio, nodi d’arresto, nodi a occhio, nodi di giunzione. I nodi hanno nomi che evocano mondi lontani a volte nomi misteriosi: gassa d’amante, parlato semplice, savoia, del cappuccino, dello stivatore, pugno di scimmia …… Nell’etimologia di nodo c’è il significato di afferrare, tenere. Mi piace afferrare, mi piace tenere, proprio per questo devo accettare la frase di Pina e visto che so annodare, imparare anche a slegare. È bene dire che i migliori nodi sono quelli che hanno buona tenuta ma che quando occorre si sciolgono facilmente? Dipende dalle situazioni, perché in alcuni casi occorrono nodi che abbiano una buona tenuta ma si sciolgano difficilmente quando si allenta la tensione. Non cerchiamo regole fisse per tutte le occasioni, impariamo a scegliere il nodo in funzione del risultato che vogliamo ottenere. Un abbraccio a tutti. Giovanni

307
luci62
luci62
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Giovanni Keller ha scritto:Licola 10/1/2013


Luci ed ombre

Caravaggio creava una luce incredibile attraverso zone d'ombre intense, accentuava l'ombra per far esplodere la luce..

Così mi scrive Anna consolandomi per il mio malumore dell’altro giorno, dicendomi che in tal modo posso assaporare meglio il buon umore. Abbiamo bisogno del contrasto per cogliere il senso delle cose. Non siamo ancora sufficientemente completi per poter comprendere senza paragoni. Alle persone semplici bisogna fare sempre l’esempio per far capire e le persone semplici per spiegare fanno sempre ricorso all’esempio. Un abbraccio a tutti. Giovanni


osa vuoi dire con persone semplici?

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 15/1/2013


Tranquillità

Altri ammassi per sé ricchezze di oro biondo e possieda molti iugeri di terreno coltivato, ma lo assalga la preoccupazione continua per il nemico vicino e le trombe di guerra fatte risuonare gli tolgano il sonno. La mia povertà mi guidi attraverso una vita tranquilla, purché il mio focolare risplenda di un fuoco continuo.

Non si tratta di accontentarsi di poco ma di godere del giusto. Tibullo nel primo libro delle Elegie ci fa innamorare della povertà, cosa che verrà esaltata dai santi cristiani. San Francesco ne farà regola di vita, individuando nella proprietà l’inizio di tutti i mali. Com’è difficile però, com’è difficile rinunziare a possedere. Siamo collezionisti di cose, raccogliamo ricordi che non ricordiamo più dove li abbiamo presi. Ho una casa grande ma non mi basta per conservare le mie cose, cerco spazio per stivare roba che potrà servirmi. Liberiamoci da questa condanna. Un po’ per volta regaliamo le cose, facciamo spazio ai rapporti più che agli oggetti. Arricchiamo il nostro spirito più del nostro portafoglio. Un abbraccio a tutti. Giovanni

309
Pazza_di_Acerra
Pazza_di_Acerra
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
luci62 ha scritto:
Giovanni Keller ha scritto:Licola 10/1/2013


Luci ed ombre

Caravaggio creava una luce incredibile attraverso zone d'ombre intense, accentuava l'ombra per far esplodere la luce..

Così mi scrive Anna consolandomi per il mio malumore dell’altro giorno, dicendomi che in tal modo posso assaporare meglio il buon umore. Abbiamo bisogno del contrasto per cogliere il senso delle cose. Non siamo ancora sufficientemente completi per poter comprendere senza paragoni. Alle persone semplici bisogna fare sempre l’esempio per far capire e le persone semplici per spiegare fanno sempre ricorso all’esempio. Un abbraccio a tutti. Giovanni


osa vuoi dire con persone semplici?

E' inutile chiedere. Non risponde mai. L'unica cosa che ottieni è l'abbraccio finale.

310
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 16/1/2013

Ordine

Si, metti ordine nelle cose
della tua vita. E’ importante.
Ma non impiegarci troppo tempo.
Rischi di arrivare in fondo
avendo fatto solo quello.

La parola ordine spesso ci fa storcere il naso, subito ci mettiamo sulle difensive pensando all’ordine da eseguire incondizionatamente, senza discutere o poterci ragionare su. Si sa però che l’ordine è tale solo se è indiscusso, altrimenti che ordine è. Non dobbiamo temerlo tuttavia, perché possiamo sempre non eseguirlo. Ordine, che nel significato etimologico viene inteso come maniera di andare, di procedere, significa anche dare un senso alle cose ed agli avvenimenti. Mettere in ordine è cosa buona, ci tranquillizza e costituisce una bussola per districarci nel caos della quotidianità ma non rimaniamone invischiati, come ci raccomanda il mio amico Lucio, potremmo correre il rischio di trascorrere la vita solo a mettere in ordine, distraendoci da ciò che ordiniamo. Un abbraccio a tutti. Giovanni

311
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 17/1/2013



Cuique suum



A ciascuno il suo è una delle tre regole del diritto riportate da Ulpiano. Le altre due sono vivere onestamente e non recare danno ad altri.



Ricordo bene quando andammo a ballare, a te magari non andava a genio, lo so, venisti perché a me faceva piacere. Questo certo non me lo hai mai dato a vedere, sei troppo onesto ed intelligente, sai bene che ciò che fai dipende esclusivamente dalla tua volontà. È giusto ed anche buono ricordare ciò che gli altri hanno fatto a causa nostra. Il rapporto è corretto quando legittimiamo l’atto d’amore che ci viene regalato, si deteriora se invece rinfacciamo le nostre azioni. Siamo grati per ciò che ci è stato dato, lasciando agli altri di fare altrettanto. Non invertiamo i ruoli. A ciascuno il suo. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 18/1/2013

L’oblio

C'e nel sonno l'oblio. Come l'invidio!
Anch'io vorrei dormir cosi, nel sonno almen l'oblio trovar!
La pace sol cercando io vo'. Vorrei poter tutto scordar!

Il lamento di Federico dall’Arlesiana mi culla con la sua dolcezza ipnotica. Il mio amico Carlo mi diceva che il drogato conosce la condizione dell’assenza del dolore. Una volta provato questo stato lo si cerca perdutamente come una promessa di felicità. Tutti cerchiamo la tranquillità ma credo che la strada non sia quella dell’oblio. Ricordiamoci che dimenticare non risolve. Il problema rimane in agguato per spuntare quando meno te l’aspetti. Il problema risolto ci dà il ristoro del sonno. Un abbraccio a tutti. Giovanni

313
Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 19/1/2013


Ombrello

Quant'è caro, quant'è bello,
'o vi' lloco nun porta 'o mbrello.....

E la vita, la vita
e la vita l'è bela, l'è bela,
basta avere l'ombrela, l'ombrela
che ti para la testa,
sembra un giorno di festa.

Da noi si chiama ombrello, perché nasce per fare ombra, in Francia parapluie per riparare dalla pioggia. A Napoli Di Giacomo lo usava per fare acchiappanza cu ‘e sartulelle, a Milano Cochi e Renato per ripararsi dalle avversità della vita. Abbiamo tutti bisogno di un posto tranquillo per riprender fiato. Se usiamo un amico come ombrello, come riparo agli acquazzoni della vita o per darci frescura durante il solleone o ancora come sostegno per guadagnare un nuovo rapporto, certo non se ne avrà a male. Rivolgiamoci senza preoccupazione alle persone care, chiediamo loro un appoggio per ripartire. Verrà il nostro turno per fare l’ombrello. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 20/1/2013

Regalo

C’era una volta un matto,abitava in una grande villa diroccata, in riva al mare. Passava il suo tempo con i gabbiani. Li curava e li invitava a volare di nuovo……..

Ieri mi sono fatto un bel regalo. Sono andato a “ la locanda del gigante “ ad incontrare il mio antico amico maestro Carlo. Avevo un po’ un magone dentro, perché era da tanto che mancavo dalla locanda. Carlo mi ha accolto con la sua solita semplicità e con il suo affetto nascosto dietro il sorriso da bambino ritroso. È stato bello rivedere la locanda in ordine, pulita con le piante rigogliose, gli animali ben tenuti ed i ragazzi in giro a fare le loro cose, indaffarati ma non affannati. Abbiamo parlato di noi, ci siamo raccontati dei nostri familiari, della nostra salute, come si conviene tra vecchi amici. Carlo mi ha mostrato i nuovi lavori e mi ha ripreso la voglia di fare qualcosa per la locanda e spero di organizzare qualche incontro con gli amici presso di loro per creare l’auspicato accerchiamento umano che Carlo chiede per i suoi ragazzi. Sono andato via portandomi un libro di Carlo con le sue storie ed i suoi sogni. Magari un giorno inviterò un po’ di gente, per regalare anche a loro un arricchimento ed un felice ritorno da un giorno a “ la locanda del gigante “. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 21/1/2013


Etimologia

“….amore significa: a-more, senza costume. L’Amore è desiderio. De-sidero, senza stella. Senza riferimento esterno. È un’espressione che viene da dentro. Non è mai una prescrizione, una regola.”

Il brano riportato è di Antonio Maione, preso da un colloquio con Carlo Petrella. Mi piace cercare il senso originario delle parole facendomi aiutare dall’etimologia; afferrare il concetto contenuto nel vocabolo prima che sia stato distorto, modificato dalle manipolazioni dell’uso improprio. Spero di ridare valore al verbo che spesso viene adulterato ad uso e consumo di chi subdolamente vuole modificare la vita delle persone modificando il significato delle parole. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 22/1/2013


In progress

Ah, che bella sensazione
Stare insieme a colazione,
pranzo, cena e a rotazione,
bere bacchica pozione.


Non fermiamoci se vogliamo incontrarci. È bello ricordare, ritornare a quelle atmosfere di allora. È bello perché fanno parte delle nostre ricchezze, sono ricchezze che ci hanno fatto diventare quel che siamo, ci hanno dato la spinta. Siamo grati al nostro vissuto ma non rimaniamo ancorati ad esso. Gli amici di prima non sono gli stessi di adesso, anche noi siamo cambiati, le strade che abbiamo scelto ci hanno plasmati. Ritornare indietro e fermarci ad allora ci aliena in un mondo inesistente, ci isola. Siamo: “ lavori in corso”. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 23/1/2013


Ricchezza

“qui ex justa servitute manumissi sunt”

Accogliamo chi ci apre gli occhi su mondi nuovi, rubiamo il loro sentire e facciamolo nostro, elaborandolo con la nostra coscienza. I romani accoglievano e facevano propri i forestieri che giungevano a Roma. Chi di noi ricorda che Virgilio, Tito Livio, Catullo, Properzio, Plinio il vecchio, Fedro, Apuleio e tantissimi altri non sono nati a Roma ed alcuni addirittura sono liberti o figli di liberti, come Orazio. I romani , anche se la schiavitù era ritenuta legale, erano pronti ad usare l’istituto della manumissio, per rendere liberi i propri servi. Raccogliamo la ricchezza separandola dalle scorie, filtrandola col setaccio della nostra sensibilità. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 24/1/2013


Equilibrio

Se cerchi una mano disposta ad aiutarti, la trovi alla fine del tuo braccio.

Il nostro progredire è un continuo equilibrio tra opposti. Siamo tutto ed il contrario di tutto. Le regole ci indicano la strada ma il dubbio ci guida e la volontà decide per darci la dignità della scelta e per farci sentire uomini. Imparare ad aiutarci, come dice Confucio, è l’unico modo per disporci a ricevere aiuto. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 25/1/2013


L’avvenire

Forse solo in paradiso l'umanità vivrà per il presente, finora è sempre vissuta d'avvenire.

Stamattina ho chiesto a mia madre: “ Mamma dammi uno spunto di riflessione per il mio pensiero di oggi.” Lei mi ha guardato interrogativa e dall’alto dei suoi novantasei anni , mi ha detto: “ L’avvenire? “ Ho trovato così questa frase di Checov, che alla fine del novecento ribadiva l’umana caratteristica di distrarsi dal presente. Mia madre ogni tanto dice che forse riuscirà a fare i cent’anni, è ancora proiettata nel futuro. È più forte di noi questo gioco, evidentemente ci aiuta a vivere, se però non possiamo evitarlo, almeno viviamolo come un escamotage per superare qualche ostacolo, poi ritorniamo nel presente. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 26/1/2013


Martellare

Gutta cavat lapidem.
Consumitur annulus usu.
Teritur pressa vomer aduncus humo.
Dicette 'o pappice vicino a' noce: damme 'o tiempo, ca te spertoso.


Se qualcuno avesse la costanza di rileggere i miei desideri del giorno, potrebbe facilmente costatare che spesso ripeto alcuni concetti, li ripropongo in salse diverse, li sottolineo o li tratto in modo appena accennato. Fatto sta che, consapevolmente, voglio martellare questi principi affinchè diventino bagaglio della persona. Scusatemi ma vi uso. Ripeto le mie convinzioni a voi, per dirle a me stesso. Utilizzo la tecnica balistica del falso scopo: miro a voi per colpire me. Non voglio insegnare, fare proseliti, vorrei solo un po’ di coerenza in più tra ciò che penso e ciò che faccio. Sarà poi giusto? Per ora penso di si. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Licola 27/1/2013


Spazio per me

Il lunedì ti giustifichi col lavoro che fai, ma la domenica che scusa hai? Orrenda domenica, nemica dell'umanità.
Sono milioni quelli che desiderano l'immortalità, e poi non sanno che fare la domenica pomeriggio se piove.

Siamo proprio spaventati dalla libertà. Un po’ di tempo con noi e per noi ci destabilizza. Vogliamo regole, appuntamenti, impegni, cerchiamo tutto ciò che possa distrarci da noi. Ma che sarà mai? Che cosa ci spaventa tanto? I latini chiamavano dies solis il giorno che con l’avvento del cristianesimo diventò dies Domini: domenica. Facciamo diventare tutti i giorni il giorno del Signore, che poi significa il nostro giorno. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
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Licola 28/1/2013


Specializzazioni

…il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo……Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Il discorso sulle specializzazioni a volte mi fa storcere il naso. Oggi l’esasperazione delle analisi su singole parti del corpo ha portato, quasi per reazione, ad un discorso olistico che affronti la totalità dell’essere umano. Non disdegniamo però le specializzazioni, come ci invita a fare San Paolo sempre moderno e risoluto nelle sue lettere. Quando c’è da risolvere un problema, c’è chi si impegna nel fare e chi nel meditare. Colui che agisce non può accusare l’altro di indolenza, sarebbe come se l’occhio accusasse l’orecchio di non guardare. Siamo membri diversi di un solo corpo. “Se una farfalla batte le ali a Pechino, a New York si scatena una tempesta.” Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
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Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 29/1/2013


Lavoro manuale

Il lavoro non mi piace, non piace a nessuno, ma a me piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi.


Penso che l’affermazione di Conrad possa esser condivisa soprattutto per il lavoro manuale. Oggi mi aspetta una giornata di lavoro in giardino. Tra poco arriverà il mio amico Onofrio, faremo pulizia, metteremo in ordine le piante con la potatura, pianteremo qualche nuova pianta, cercheremo di rendere il nostro giardino più consono alle nostre esigenze evitando di offendere la natura. Il lavoro manuale mi ha insegnato ad amare il lavoro in genere. Ho imparato che il lavoro è bello quando ci metti qualcosa di tuo, quando ti ritagli spazi di libertà per il pensiero. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 30/1/2013


Ripetitività

Il cuore si contrae all’incirca da centomila a centoventimila volte al giorno. È l’azione ripetitiva che ciascuno di noi vorrebbe si ripetesse all’infinito.

Ci annoiamo nel ripetere sempre le stesse cose, i servizi quotidiani ci stancano con la loro monotonia, vorremmo sentirci liberi dal compiere azioni sempre uguali. Leggiamo libri o partecipiamo a corsi sulla creatività, vogliamo sentirci indipendenti dalla routine. C’è chi però si rifugia nella sicurezza dell’abitudine come in un ventre materno, per avere tranquillità e certezza, quasi spaventato dal diverso. Come sempre abbiamo spinte opposte che dobbiamo far convivere. Abbandoniamo l’idea di stabilire regole per tutti e per tutte le occasioni, accettiamo la consuetudine, come la novità. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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Giovanni Keller
Giovanni Keller
Viandante Residente
Viandante Residente
Licola 31/1/2013


Ancora tempo

Un amico mi ha detto: “ Quando faccio ‘e ppizze fritte se fermano l’orologgie.”

Bellissima quest’espressione che concretamente ci fa capire come possiamo disciplinare la percezione del tempo. Ci scombussoliamo rimanendo ancorati al passato che non ritornerà o vivendo proiettati in un futuro che non sappiamo se si avvererà ma la bontà di una pizza fritta può metterci tutti in riga facendoci vivere il presente senza distrazioni. Un abbraccio a tutti. Giovanni

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